Non più World Cup, ma World Series. Dobbiamo abituarci a chiamarle così d’ora in avanti queste gare di Open Water che fanno il giro del mondo. Eppure, per quanto possiamo cambiare loro il nome, non ci abitueremo mai abbastanza a vedere un podio di una tappa della Marathon World Series con un po’ di tricolore.
È così anche questa volta, a Doha in Qatar, nelle acque del Golfo Persico, in questa prima gara di una lunga stagione che finirà solo il 24 novembre ad Abu Dhabi. Nella 10 km maschile a portare sul podio il tricolore è il “baffo nazionale” dell’open water Simone Ruffini, già detentore di Coppa del Mondo 2017. Terzo il marchigiano allenato a Roma da Emanuele Sacchi, dopo una gara tirata, tanto fisica e con molto contatto fin dall’inizio, dopotutto erano ben 68 partenti, che però si è veramente accesa negli ultimi 3 giri. Su tutti vince Ferry “Boat” Weertman, l’olandese campione olimpico e mondiale in 1h52:41.60, dietro a lui il francese David Aubry in 1h52:42.50, mentre Ruffini chiude in 1:52:42.70.
È stata una gara davvero molto fisica e da parte mia di controllo – spiega Simone Ruffini – Ho dovuto cercare di non disperdere troppe energie, soprattutto mentali e ho provato ad andare in progressione. All’inizio dell’ultimo giro ero molto dietro ma sono riuscito a sfruttare bene le scie e sono risalito fino ai primi posti”.
È sicuramente un ottimo inizio, di buon auspicio per la stagione che ti attende.
Certo. Sono molto contento perché inizio il circuito delle World Series con un buon risultato e con una buona gara che aiuta molto il morale, ma da lunedì si ritorna subito a lavoro per continuare la strada.
Quinto, vicinissimo al podio, con un’ottima prova è Super Greg, in 1h52:43.10. Per lui è la terza gara nel nuoto di fondo dopo la tappa di Coppa Len ad Eilat e le Universiadi di Taipei, ed è anche la prima prova importante dopo il doppio collegiale australiano che l’ha visto allenarsi a Melbourne insieme all’amico-rivale Mack Horton.
Tornare a Doha dopo settimane passate a Melbourne Paltrinieri lo aveva già fatto, solo che si trattava del nuoto in vasca nella piscina dell’Hamad Aquatic Centre e non delle acque della baia della capitale del Qatar: allora era il 2014, c’erano i Mondiali in vasca corta e non solo vinse la medaglia d’oro nei 1500 stile libero ma addirittura realizzò il record ruropeo di 14’16″10, la miglior prestazione europea di sempre, cancellando ancora una volta il gigantesco russo Jurij Prilukov per soli 3 centesimi. Ma il nuoto di fondo è davvero tutta un’altra cosa: ci sono le boe, ci sono i calci e i pugni, ci sono le traiettorie e di avversari ne hai 68, come in questo caso, compreso te stesso.
Degli altri italiani in gara si registrano la sesta posizione di Matteo Furlan in 1h52:44 e il diciannovesimo posto con 1h53:12 di Mario Sanzullo.
Tra le donne, in una gara decisa solo al momento dell’ingresso nell’imbuto finale, è trionfo di un’altra olandese olimpica: Sharon Van Rouwendaal chiude al primo posto con il tempo di 2h02:24.40, argento e bronzo alle tedesche Leonie Beck (2h02:25.20) e Finnia Wunram (2h02:26.70). A ridosso del podio, ma con un ottimo quinto posto è Martina De Memme in 2h02:26.09, settima la campionessa uscente Arianna Bridi in 2h02:28.3, nona la vice campionessa olimpica Rachele Bruni con il tempo di 2h02:31.4, davanti a Giulia Gabbrielleschi, decima in 2h02:32.0.
La stagione è appena iniziata, c’è tutto il tempo per vedere tutti questi ragazzi a prendersi un pezzetto, bracciata dopo bracciata, di questa World Series fatta di 9 tappe.
Il prossimo appuntamento? Il 20 maggio alle Seychelles.
(Foto copertina: FINA | Facebook.com)