Nel 1968, il medico della NASA Kennet H. Cooper mise nero su bianco, in un libro chiamato Aerobics, i risultati dei suoi studi sui benefici dell’allenamento aerobico sull’essere umano.

Il testo divenne presto un must per gli allenatori di tutto il mondo, ma il lavoro del dottor Cooper ha lasciato un’eredità anche ai non addetti ai lavori, arrivando a toccare molte più vite di quante potesse immaginare al momento dei suoi studi.

Tra le varie teorie del suo lavoro, c’è un test tanto semplice quanto efficace, che consiste nel valutare lo stato di forma di una persona a seconda di quanta distanza riesce a coprire in 12 minuti di corsa consecutiva.

Per tutta la durata delle scuole medie e superiori, il Test di Cooper è stato letteralmente il mio incubo.

Le ho provate tutte, dal darmi infortunato al nascondermi dietro alle piante del parco accanto alla scuola, per evitare di passare attraverso quella che era per me una vera e propria tortura. Nel portarlo a termine il giorno della valutazione, ricordo microtraumi infiniti, da dolori alle caviglie a mal di schiena, che si ripercuotevano poi sui miei allenamenti pomeridiani in piscina. Perché l’assurdo era che, probabilmente, ero il più in forma della classe (nessun mio compagno si allenava ogni giorno della settimana per due ore e mezza), ma ero nettamente il peggiore nel Test di Cooper.

A chi mi chiedeva il perché di questa innata incapacità di correre, ho sempre risposto:

Per questo motivo faccio nuoto.

Sono un nuotatore

Come ha sapientemente teorizzato Jason Sallade su SwimmingWorld, quella dei nuotatori che sono fatti solo per stare in acqua e che non sono adatti agli sport sulla terraferma, è una leggenda metropolitana, utilizzata sia dai detrattori del nuoto, che probabilmente sanno quanto poco possono competere in acqua contro un qualsiasi nuotatore, sia dai nuotatori stessi, che invece la usano come scusa per non affaticarsi troppo in vista dei veri allenamenti.

In realtà, è impossibile dare una dimostrazione scientifica di entrambe le teorie, perché quello che diventiamo nella vita dipende da ciò che apprendiamo lungo il nostro percorso, anche al netto delle nostre rispettive doti naturali. Per esempio, chi può dimostrare che Caeleb Dressel, viste il suo atletismo, non sarebbe potuto diventare un eccezionale giocatore di football o un altrettanto eccezionale saltatore in lungo?

Il cestista Tim Duncan, 5 volte campione NBA, era un promettente nuotatore prima che un uragano spazzasse via la piscina del suo paese dirottandolo verso il basket. Lo stesso Tom Brady, al liceo, era molto più forte nel baseball che nel football, sport nel quale poi è diventato il quarterback più vincente di sempre.

Nel suo pezzo, Sallade cerca invece di dimostrare che i nuotatori sono attrezzati per eccellere in qualsiasi altro sport, principalmente perché il nuoto è, per sua stessa natura, un’attività multilaterale e nella quale si mischiano gesti che in altre discipline sono esclusivi. Senza entrare troppo nel tecnico, però, possiamo fare un gioco di immaginazione, cercando di dedurre, attraverso le caratteristiche individuali, quale altro sport avrebbero potuto fare i nuotatori italiani.

Gregorio Paltrinieri: basket

Ad una prima lettura potrebbe sembrare una scelta dovuta ai gusti, ed in parte lo è. Paltrinieri non ha mai nascosto il suo amore per la pallacanestro e segue con passione sia l’NBA – nonostante le gioie da tifoso dei New York Knicks siano poche – sia il campionato italiano, nel quale ora milita il suo grande amico Gigi Datome. Ma non è così difficile immaginarsi un Paltrinieri point guard alla Steph Curry (sono alti entrambi 191 cm), sparare triple a ripetizione proprio come macina parziali incredibili nelle sue gare in vasca.

Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi: atletica, 100 metri piani

Reattività in partenza, grande cura dei particolari, velocità di base elevatissima, fisici muscolosi ed asciutti. La descrizione dei due migliori ranisti veloci degli ultimi dieci anni somiglia molto a quella di due finalisti mondiali dei 100 metri piani.

Swim Stats, tutti i numeri degli Assoluti 2025

Il primo Assoluto post Olimpico è necessariamente un punto di partenza. Dallo Stadio del Nuoto di Riccione sono uscite luci e ombre di un movimento che è ben oliato, ha un livello medio molto solido e alcune punte incredibili, ma anche qualche piccola pecca sulla...

Sara Curtis, la nuotatrice che rappresenta la nuova Italia

Sara Curtis, giovane nuotatrice di Cuneo, ha recentemente conquistato l’attenzione di tutti non solo per il suo straordinario record sportivo, ma anche per la sua storia e per la sua identità. Figlia di una madre nigeriana e di un padre italiano, Sara rappresenta...

Nuoto, Assoluti 2025: pass per Cerasuolo. Da Riccione nove qualificati per i Mondiali

Ultimo giorno dallo Stadio del Nuoto! Si chiudono oggi i Campionati Italiani Assoluti, con l’ultima chance, almeno per ora, di ottenere un pass per i Mondiali di Singapore.  È la giornata dei grandi assenti, Pilato e Razzetti su tutti, ma chi c’è ha la grande...

Nuoto, Assoluti 2025: Curtis bis nella quarta giornata, record nei 50

Penultima giornata di finali agli Assoluti Unipol di Riccione, ancora molte emozioni da raccontare e molte gare da vedere. Com'è andata? Ecco il nostro consueto recap.100 farfalla uomini Riscattando la prestazione opaca dei 200, Federico Burdisso si prende i 100 con...

Nuoto, Assoluti 2025: Curtis da record, pass per Franceschi e Gastaldi nel terzo giorno

Giro di boa per gli Assoluti, con lo Stadio del Nuoto di Riccione pronto per un’altra serata infuocata! È il giorno della gara regina, sia al maschile che al femminile, ma anche degli 800 orfani di Paltrinieri e dei 1500 con invece nuovamente a caccia di un pass...

Nuoto, Assoluti 2025: squillo Martinenghi, sorpresa Mao nella seconda giornata

Al secondo giorno di finali, le gare allo Stadio del Nuoto di Riccione entrano davvero nel vivo. Vediamo com'è andata la sessione numero 2 di finali del Campionato Italiano Assoluto Unipol con il nostro consueto recap.50 dorso donne Vince, come ampiamente prevedibile,...

Nuoto, Assoluti 2025: quattro pass iridati nel primo giorno di finali

Prima giornata di finali al Campionato Italiano Assoluto Unipol, prime chance di qualificazioni per gli atleti italiani che cercano il passo per i Mondiali di Singapore, il grande evento estivo del 2025. Vediamo com'è andata nel nostro consueto report.50 dorso uomini...

Assoluti 2025 e qualificazioni per i Mondiali di Singapore

Siamo a poche ore dall’inizio del Campionato Italiano Assoluto UnipolSai, che si svolgerà a Riccione dal 13 al 17 aprile. In vasca 685 atleti - 369 maschi e 316 femmine - con 1452 presenze gara e 90 staffette, qui il nostro approfondimento.  Tutte le finali in diretta...

Fatti di nuoto Weekly: è ora di parlare di Assoluti

Sono uscite le entry list dei Campionati Assoluti Primaverili, che si svolgeranno allo Stadio del Nuoto di Riccione dal 13 al 17 aprile. Qui è giunto il momento di parlarne.I più attesi Inutile dire che il nuotatore più atteso sarebbe stato Thomas Ceccon, se non fosse...

Swim The Island 2025, da 15 anni il Nuoto in acque libere

Da quindici anni promuovere il nuoto in acque libere in scenari unici ed emozionanti è la missione di SWIMTHEISLAND, il circuito organizzato da TriO Events sostenuto dalla collaborazione con le amministrazioni locali, che conferma nel 2025 le tre meravigliose location...

Martina Carraro, Arianna Castiglioni, Benedetta Pilato: Short track

Più che un’attitudine reale per il pattinaggio, questa associazione nasce dall’idea che ci danno le gare di short track, sia individuali che a squadre. Sono gare sempre molto tirate, che si giocano sui centesimi e sui particolari, nelle quali il confronto con l’avversario è parte integrante sia del risultato finale che del costante miglioramento individuale. Situazioni simili a quella dei 100 rana femminili italiani, gara nella quale prima Castiglioni e Carraro, ed ora anche Pilato, si stanno tirando a vicenda, sfruttando la concorrenza interna per raggiungere picchi di risultati elevatissimi.

Federica Pellegrini: ginnastica ritmica

Ora, immaginarsi Federica Pellegrini fare uno sport diverso dai 200 stile libero, nei quali da 15 anni è la migliore al mondo, è complicato. Ma la ginnastica ritmica, sport che abbina come pochi altri potenza e resistenza fisica ad eleganza ed arte, mi sembra una scelta non così assurda.

Simona Quadarella: sci di fondo

La campionessa del mondo dei 1500 è soprannominata fin da bambina “veleno”, per il suo agonismo e la sua capacità di tirare fuori l’impensabile nelle situazioni sportive che richiedono il cosiddetto carattere. Una sensazione che ho costantemente quando mi capita di guardare gli sciatori di fondo, che sembrano sempre essere sull’orlo del collasso salvo poi riuscire a sprintare al termine della 50 km per mettere la punta dello sci davanti all’avversario.

Alessandro Miressi: pallavolo

Qui l’accostamento è fin troppo semplice, di quelli che sembrano usciti da una nonna eccessivamente generosa nell’elogiare il suo amato nipotino: “Sei alto, fai pallavolo!” Magari se lo sarà sentito dire per tutta la vita, Alessandro Miressi, che è alto 202 centimetri, esattamente come Andrea Gardini, storico centrale della generazione di fenomeni della nazionale italiana anno ’90. Però devo dire che non mi risulta difficile immaginarmi il campione europeo dei 100 stile che mi mura in faccia con un’espressione del tipo “dove credevi di andare?”

Filippo Magnini e Luca Dotto: beach volley

All’elemento fisico e atletico, qui ci aggiungo anche qualcosa di più personale. I due pilastri dello stilelibero veloce italiano sono grandi amici e la loro intesa sarebbe un valore aggiunto nelle partite di beach volley, nelle quali sicuramente si sono cimentati in qualche vacanza estiva. Agonisti come sono, difficilmente credo che abbiano lasciato la vittoria agli avversari.

Marco Orsi: football americano

Per potenza, atletismo e forza fisica, sono molti gli sport in cui Marco Orsi potrebbe eccellere oltre al nuoto. Ma c’è qualcosa in lui, forse la grinta oppure l’estrema serenità che trasmette sia dentro che fuori dalla vasca, che me lo fa accostare a Jerry Rice, il più forte ricevitore di sempre della NFL. Uno che, grazie al suo sorriso, riusciva a far sembrare semplice la ricezione di un passaggio da 50 yards di Joe Montana afferrandolo in volo con una mano sola.

Santo Condorelli: skateboard

Per quelli come me, cresciuti negli anni ’90 con il mito di Tony Hawk e dei suoi loop da 900°, sbucciarsi le ginocchia nel tentativo di fare uno scalino da 20 centimetri con lo skate è una scena del tutto normale. Pochi giorni fa, passeggiando vicino allo skate park del mio paese, ho visto un ragazzo con i capelli biondi tentare e ritentare un trick non arrendendosi mai, rialzandosi ogni volta anche dopo essere caduto con i denti. Assomigliava molto a Tony Hawk da giovane, ma anche a Santo Condorelli. In effetti, non potrei giurare che non fosse davvero lui.

Thomas Ceccon e Federico Burdisso: Fortnite

La domanda che mi faccio al termine di queste fantasie, è: esiste ancora nel 2021 la voglia dei ragazzi di praticare uno sport faticoso e stressante, nel quale l’unica certezza è l’impegno totalizzante che devi metterci per emergere?

Dopotutto, se mi immagino Ceccon e Burdisso che si sfidano a Fortnite dopo essersi sparati 10 km di allenamento, non faccio altro che richiamare alla memoria i lunghi pomeriggi che ho passato a giocare a Fifa94, mentre mi riposavo tra una seduta e l’altra di un doppio estivo.

I risultati, chiaramente, sono molto diversi, ma mi piace pensare che anche loro, durante le ore di educazione fisica, si nascondano dietro agli alberi per saltare il Test di Cooper.

Foto: Gregorio Paltrinieri | Instagram