Tra gare spettacolari e duelli avvincenti, è stata l’Australia a dominare il medagliere, vinto dai dolphins con la bellezza di 65 medaglie, 25 ori, 21 argenti e 19 bronzi (medagliere compreso delle prove paralimpiche).
Vediamo come sono andate le gare nel nostro recap.
Il dominio australiano nel settore femminile è stato schiacciante.
Tra i protagonisti più attesi c’era sicuramente Emma McKeon, che si presentava a Birmingham con la possibilità di diventare l’atleta più vincente di sempre nella storia della manifestazione. Per l’australiana due ori individuali, 50 stile (23.99) e farfalla (25.90), un argento nei 100 farfalla (battuta da Maggie MacNeil 56.36) e un bronzo nei 100 stile, dove ha vinto la giovane “erede al trono” Mollie O’Callaghan (52.63). Ma è con le staffette che McKeon ha fatto il botto: quattro ori su quattro gare, che l’hanno spinta così al record di 13 medaglie d’oro ai Giochi del Commonwealth.
Il maggior numero di ori individuali è stato conquistato da Ariarne Titmus, dominatrice di 200 (1.53.89), 400 (3.58.06) e 800 (8.13.59) stile, gara quest’ultima dove ha anche stabilito il record del Commonwealth e dell’Oceania. La forte mezzofondista è stata anche protagonista della sensazionale frazione conclusiva della vincente 4×200 stile australiana, chiusa da lei con la frazione interna più veloce di sempre (1.52.82), che ha favorito il record del mondo finale, 7.39.29 (le altre frazioni: Madison Wilson 1.56.27, Kiah Melverton 1.55.40, Mollie O’Callaghan 1.54.80).
Due ori australiani anche per Kaylee McKeown, che ha dominato 100 (58.60) e 200 (2.05.60) dorso, lasciando i 50 alla canadese Kylie Masse (27.31), e per chiudere il computo degli ori australiani c’è Elizabeth Dekkers, vincitrice dei 200 farfalla in 2.07.28.
Nella rana, en plein sudafricano, con Tatjana Schoenmaker che si prende i 200 (2.21.96) e la giovane Lara van Niekerk che porta a casa sia i 50 (29.73) che i 100 (1.05.47).
Ultima menzione per l’astro nascente del nuoto canadese, Summer McIntosh, che oltre ad aver dato del filo da torcere a Titmus nei 400 stile, si è portata a casa sia i 200 (2.08.70) che i 400 (4.29.01) misti, entrambi con il world record junior e i 400 anche con il record del Commonwealth e dell’America.
Tra gli uomini l’Australia ha esercitato un dominio meno totale, vincendo comunque sei ori tra individuali e staffette.
Il più roboante è stato sicuramente quello di Kyle Chalmers, che ha vinto la gara regina dei 100 stile in 47.51, esultando in modo polemico verso i media che lo avevano infastidito nei giorni precedenti. Per Chalmers oro anche nella 4×100 stile mista e nella 4×100 stile, mentre l’Australia si è aggiudicata anche la 4×200 stile.
Gli altri ori individuali sono di Zac Stubblety-Cook nei 200 rana (2.08.07), Elijah Winnington nei 400 stile (3.43.06) e Samuel Short nei 1500 (14.48.54).
Ben Proud è stato protagonista di una grande doppietta nella velocità, vincendo sia i 50 stile in 21.36 (gara in cui è imbattuto nel post Tokyo) che nei 50 farfalla in 22.81.
Per l’Inghilterra sono arrivati anche l’oro di Brodie Williams nei 200 dorso (1.56.40), e i due ori nella rana vinti da James Wilby nei 100 (59.25) e da Adam Peaty nei 50 (26.76), dopo che il fenomeno campione Olimpico, reduce dalla rottura del piede, aveva rumorosamente perso i 100. L’Inghilterra è stata anche protagonista dell’unica sconfitta subita dall’Australia nelle staffette, vincendo la 4×100 mista (Williams, Wilby, Guy, Dean) per soli 8 centesimi.
Ben tre ori sono andati alla Nuova Zelanda, che ha vinto con Lewis Clareburt i 200 farfalla (1.55.60) e i 400 misti (4.08.70, record dell’Oceania e del Commonwealth) e anche i 50 dorso con Andrew Jeffcoat (24.65).
All’appello mancano i due ori scozzesi di un pimpante Duncan Scott, che si è imposto nei 200 stile (1.45.02) e nei 200 misti (1.56.88), l’oro sudafricano di Pieter Coetze nei 100 dorso (53.78) e quello canadese di Joshua Liendo nei 100 farfalla (51.24).
Foto: Fabio Cetti | Corsia4