Fatto strettamente correlato con la vera pazzia del momento, la guerra, che non sembra voler finire molto presto.
NCAA finals
Il meccanismo di come si compongono classifiche e punteggi è abbastanza complicato, e per noi che non abbiamo un paragone in Italia è ancor più oscuro. Però gli NCAA negli USA sono senza dubbio l’evento nazionale più importante, superato in termini di grandezza solo dai Trials Olimpici (assisterci è il sogno della mia vita, nel 2024 si terranno al Lucas Oil Stadium di Indianapolis).
Gli highlights del 2022 sono indubbiamente il super tempo di Leon Marchand nei 200 misti, 1.37.69 (migliorato un record che era di Caeleb Dressel), e l’altrettanto super 100 dorso di Luca Urlando, che con il 43.35 ottenuto nella prima frazione della staffetta mista migliora un limite che apparteneva ad un altro nome pesante, Ryan Murphy.
A vincere le classifiche nazionali sono le Cavaliers della University of Virginia tra le donne, al secondo titolo consecutivo, e i Cal Golden Bears (California) tra gli uomini, che se lo aggiudicano per la settima volta nella storia.
Niente ISL nel 2022
Era nell’aria, ma fino all’ultimo si sperava in un colpo di scena che tuttavia non è avvenuto: la International Swimming League ha fatto sapere che la stagione numero 4 viene rimandata al 2023, ed i motivi sono da ricercare tra le righe dei due comunicati, quello ufficiale uscito sul sito e la lettera scritta agli atleti dalla dirigenza. In entrambi i casi si cita come causa principale della decisione la guerra in Ucraina che, tra le varie e gravissime conseguenze, ha anche bloccato tutte le liquidità economiche provenienti dal paese che è base economico-finanziaria del proprietario, Konstantin Grigorishin. Nella lettera agli atleti, però, si aggiungono altri due particolari, che ci dicono di più sulle dinamiche che in questo momento interessano la ISL.
Innanzitutto si comunica che tutte le spettanze non ancora saldate verranno sistemate in questo periodo di stop, confermando così tutte le voci che parlavano di una difficoltà economica nei pagamenti delle stagioni già ampiamente concluse. Poi, cosa ancor più interessante a mio avviso, si spiega che in questo anno ai box la ISL penserà a come rimettersi in gioco, a ristrutturarsi anche commercialmente per cercare di fare meglio nella prossima stagione.
Ed è qui il punto focale sul quale riflettere.
Se non sono frasi di circostanza, sembra che alla ISL abbiano capito che il tiro va aggiustato. Il calendario allungato proposto per il 2022 sarebbe diventato un pesante boomerang, con gli atleti costretti a dover scegliere dove andare e cosa nuotare, propendendo naturalmente per gli eventi ufficiali e lasciando la ISL come scelta di ripiego. Forse meglio ripensare al tutto e riproporre un calendario più gestibile nel 2023, anno che di base sarà meno fitto di eventi ufficiali. Inoltre, il grosso cambiamento che andrà affrontato sarà quello che riguarda la sostenibilità economica del progetto: dove trovare soldi, come vendersi meglio ai network televisivi e agli sponsor sono indubbiamente i pensieri in cima alla lista degli organizzatori della ISL che, va ricordato, è un giochino che finora ha perso quasi 8 milioni di dollari, tutti sborsati dalle tasche di Grigorishin.
Proprio questo fatto, aggravato dal conflitto che ne potrebbe mettere a rischio i capitali, fa pensare che siano aumentate le possibilità che la ISL faccia fatica a ritrovare le risorse necessarie per ripartire nel progetto. Non calcolando tutti quelli che sui social esultano perché sperano nel fallimento (ma che problemi avete?), c’è da sperare che in qualche modo la fiamma rimanga accesa, anche solo perché come amanti del nuoto ci perderemmo tutti.
Voglio dire: avete mai visto i nuotatori così contenti di gareggiare? Soffermatevi su questo particolare per valutare il prodotto e chiedetevi perché mai non dovremmo fare tutti il tifo per una nuova stagione di ISL.
Germania & Corea
Qualche bel segnale di nuoto nuotato arriva dalla Germania, più precisamente da Magdeburgo, dove hanno gareggiato Wellbrock e anche Romanchuk, che si trova in terra tedesca in collegiale (entrambi 3.54 nei 400 stile). Ma il tempo più interessante non arriva dai due campioni più rinomati bensì da Lukas Martens, classe 2001, che nei 1500 scende a 14.40.28, undicesima prestazione di sempre, mezzo secondo meglio del personale di Gabriele Detti.
Infine dai trials coreani, Hwang Sunwoo (2003), già finalista a Tokyo, spara i primi tempi dell’anno nei 100 stile, 48.42, e nei 200, 1.45.79, lanciando un bell’avviso a chiunque sia interessato a vincere quelle gare.
See you later!
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Foto: Fabio Cetti | Corsia4