I 400 misti sono entrati nel programma dei Giochi nella prima Olimpiade di Tokyo, quella del 1964, e da allora – a differenza dei 200 che hanno saltato due edizioni – non ne sono più usciti, rimanendo un punto fermo del programma natatorio sia per valori tecnici che per spettacolo tra le corsie.

Vediamo chi primeggia in quella che per molti è la gara più dura del programma del nuoto.

A differenza della distanza più corta, il dominio USA nei 400 misti è totale: 14 ori su 30 disponibili sono americani, con 9 titoli maschili (contro i 2 dell’Ungheria prima inseguitrice) e 5 femminili (DDR e Ucraina e Ungheria ferme a 2).

L’Italia, così come nei 200 e 400 stile, è presente in entrambi i medaglieri, con ben tre atleti diversi, tutti al bronzo: Stefano Battistelli (Seoul 1988), Luca Sacchi (Barcellona 1992) e la prima medagliata azzurra in assoluto, Novella Calligaris (Monaco 1972). Per i nostri colori, i 400 misti sono anche una gara dal sapore amaro: Alessio Boggiatto campione del mondo a Fukuoka 2001, è stato quarto in tre Olimpiadi consecutive, Sydney 2000 (per 70 centesimi), Atene 2004 (per 13 centesimi) e Pechino 2008 (stavolta distanziato quasi quattro secondi da Ryan Lochte).

Il primo campione Olimpico è stato l’americano Richard Roth, che nel 1964 migliorò il record del mondo di più di tre secondi. 

L’albo d’oro di questa gara presenta ben sette miglioramenti di world record in finale e tre doppiette consecutive. La prima è stata dell’ungherese Tamás Darnyi (‘88 e ‘92), poi gli americani Tom Dolan (‘96 e 2000) e Michael Phelps (2004 e 2008).

L’egemonia USA è stata spezzata a Rio 2016 dalla vittoria del giapponese meno atteso nell’evento, Kosuke Hagino, ma poi è ripresa a Tokyo con Chase Kalisz, al quale l’etichetta di “nuovo Phelps” non ha fatto per nulla bene.

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Anche al femminile, il primo oro dei 400 misti è di un’atleta a stelle&strisce, la californiana Donna De Varona.

Per ben sette volte, ed in quattro delle ultime sei edizioni, la campionessa ha anche abbassato il record del mondo, portato a Rio 2016 da Katinka Hosszú fino al tempo di 4’26”36. La doppietta è riuscita solo all’ucraina Yana Klochkova – nel 2000-2004 – mentre la campionessa in carica è Yui Ohashi, profeta in patria a Tokyo 2020ne.

La Curiosità

I 400 misti sono di sicuro una delle gare più faticose del programma natatorio tra le corsie, sia per la lunghezza, sia per il continuo cambio di stile che mette in crisi tecnica e fisica anche gli specialisti più affermati. È probabilmente anche per questo motivo, o forse solo per uno strano caso, che i 400 misti presentano nell’albo d’oro diverse atlete sospettate o addirittura condannate per doping. Nel 1976 e nel 1980 sono state due tedesche dell’est a vincere, Ulrike Tauber e Petra Schneider, entrambe accusate, come del resto l’intera selezione sportiva della DDR, di essere oggetto di doping imposto dal sistema.

C’è stato poi il caso di Michelle Smith, vincitrice di tre ori ad Atlanta 1996 – 400 stile, 200 e 400 misti – ma accusata dalla sua rivale, l’americana Janet Evans, di aver fatto uso di metodi non convenzionali. Sospetti che poi, in qualche modo, hanno avuto conferma due anni più tardi, quando la Smith, sposata con il lanciatore del disco Erik De Bruin (olandese, anch’egli squalificato per doping) fu colta in flagrante con tracce di alcool nelle urine al fine di coprire le sostanze dopanti assunte in precedenza. La sospensione di quattro anni ricevuta mise fine alla sua carriera ma non revocò le medaglie vinte in precedenza, lasciando comunque un velo di mistero sui risultati da lei ottenuti nel suo periodo migliore.

Venendo ai giorni nostri, anche la campionessa di Londra 2012, la cinese Ye Shiwen, non è esente da accuse, soprattutto da quando attirò gli sguardi di tutto il mondo chiudendo i 400 misti con un 100 stile sui livelli cronometrici dei colleghi maschi. L’occasione fu buona per rinnovare la storica rivalità che mette a confronto le delegazioni australiana ed americana con quella cinese, accusata ciclicamente – e anche recentemente – di applicare ad i suoi atleti una procedura sistematica di integrazione illegale.

Parigi 2024

L’accoppiata 400 misti maschi-femmine rappresenta probabilmente il giro di pronostici più chiuso dell’intera Olimpiade di Parigi 2024. In entrambe le gare c’è un dominatore chiaro, che negli ultimi anni non ha solamente vinto con costanza, ma ha anche già scritto la storia della specialità.

Si tratta ovviamente di Léon Marchand tra gli uomini e di Summer McIntosh tra le donne, entrambi campioni sia a Budapest 2022 che a Fukuoka 2023, entrambi detentori del record del mondo, entrambi nettamente più forti dell’intera schiera di rivali. Le analogie tra i due fenomeni della vasca non finiscono qui: sia il francese che la canadese puntano ad un’Olimpiade ricca di possibili medaglie, sia individuali che di squadra, magari condite da un ennesimo miglioramento cronometrico (che sarebbe clamoroso, visto il livello già raggiunto, ma molto probabile), ed entrambi hanno nei 400 misti la gara principale del programma.

I rivali sono lontani per entrambi circa quattro secondi, tanto che sembra che la gara sia solo per l’argento. Per l’Italia, Alberto Razzetti può aspirare ad una bella prestazione da finale, così come Sara Franceschi.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4