Al termine dei Campionati Europei di Roma 2022 abbiamo intervistato Cesare Butini, direttore tecnico dell’Italia che ha vinto il medagliere e la classifica a squadre della manifestazione. Queste le sue dichiarazioni.

“Avevo dato 10 alla Nazionale del Mondiale di Budapest, a questa do un 10+.

Siamo riusciti a mantenere alta l’attenzione degli atleti che avevano partecipato al Mondiale e abbiamo consentito agli atleti “seconde linee” di fare esperienza. Questi ultimi, in una stagione molto lunga e tortuosa, hanno dato un segnale positivo, mantenendo la concentrazione alta e dando risultati ottimi, cogliendo l’occasione per restare protagonisti.”

“Le 35 medaglie ci rendono orgogliosi, ma non è solo questo: ci sono le tantissime presenze in finale e il livello sempre alto delle prestazioni cronometriche. Non abbiamo avuto nemmeno una controprestazione importante e con 58 atleti alla partenza è un dato da segnalare. Significa che i tecnici sociali e Federali hanno lavorato in modo corretto, mantenendo un’attenzione che è impagabile.”

“Questa Nazionale è completa, ha molti giovani e molti esperti, le staffette stanno diventando sempre più competitive e attraverso la rifondazione dei settori veloci femminili potremo addirittura migliorare. Dobbiamo questo all’impegno della Federazione e di tutte le Società, che sappiamo bene essere in grave difficoltà come sottolinea sempre il Presidente Barelli.”

“L’oro più bello lo darei al pubblico, che mi ha ricordato molto quello di Roma 2009. Numericamente era inferiore, perché nel 2009 le tribune erano più ampie, ma questo era un tifo più competente, che ha davvero costituito un fattore nelle gare. Ci porteremo sempre questo ricordo.”

“Per le prossime due stagioni dovremo essere ancora bravi a preparare e pianificare il lavoro. Non ci saranno competizioni da saltare o snobbare, cercheremo di dare degli obiettivi precisi ai tecnici ed agli atleti per programmare al meglio le prestazioni. Se tra un Mondiale ed un’Olimpiade, ad esempio, ci sarà un Europeo, si tratterà di affrontarlo come una tappa di passaggio. Credo che gareggiare ad alti livelli e fare esperienza sia molto importante: prendo ad esempio le ragazze dei 200, che nella penultima giornata hanno nuotato nettamente meglio che nella prima, dimostrando questa tesi.”

“Da parte mia continuerò con il lavoro di sostegno, controllo e verifica con i tecnici in giro per l’Italia. Ho tanti anni di lavoro alle spalle ed ho avuto la fortuna di vedere moltissime manifestazioni, so che la condivisione e la formazione costante sono le chiavi del successo. La pandemia potrebbe rivelarsi un problema generazionale, tra qualche anno potremmo avere un buco di talenti da colmare. Anche in questo, la programmazione sarà fondamentale.”

Foto: Fabio Cetti | Corsia4