Inizio dalla fine.

Sonora risata in 3D da tutto il bordo vasca, Coach incredulo ride e scuote la testa. Si vede alzarsi dall’angolo della bocca il fumetto con su scritto “questo ci è, non ci fa”.
Certi allenamenti sono peggio delle gare. In gara spesso te la giochi con degli sconosciuti e comunque del tuo calibro. La sfida vera è con te stesso sotto il giudizio incontestabile del cronometro.

Quando in allenamento si fanno “i lavori dall’ alto” , oltre al cronometro ci si mette pure il confronto diretto con i tuoi compagni di squadra a trasformare la sfida in duello. Ci si gioca i prossimi sfottò da spogliatoio, birre, pizze, la doccia migliore o il parcheggio più vicino all’ingresso.

L’altra sera era uno di quegli allenamenti.

Ero sul blocco.

Alla mia sinistra c’era Mister IronMan. Uno che ci metteva meno tempo a completare un IronMan che a fare la coda in posta per pagare una bolletta. Reso l’idea?
Alla mia destra invece c’era il “Bello e tenebroso”. Nuotatore Old School con passato, presente e futuro da sciupafemmine. Uno di quelli che può permettersi di dire: “Scusa piccola, stasera ho mal di testa”.

Forte anche lui, ovviamente.

Mi piego sul blocco dopo l’a posto. Al via mi tuffo e vedo il mio “a destra” e “a sinistra” già in volo. Manco avessero il mantello di Superman.
50 metri a tutto come se non ci fosse un domani.  Arrivo come da pronostico. Dopo di loro.
Usciamo dalla vasca e mi dico “ sono più forti di te, ok,  ma non puoi farti superare durante il tuffo”.
SI susseguono ad una ad una tutte le altre sfide. Tutte epiche. Nessuno si risparmia, nessuno..

Finito il primo giro di giostra tocca di nuovo a noi.

Saliamo sui blocchi. L’acqua è piatta, immobile. Si sentono solo i respiri gonfi di quelli che sono appena usciti dalla vasca.
Ripeto i soliti gesti di rito prima ancora dell’ “a posto” e poi mi piego sul blocco. Guardo a destra e a sinistra. Non mi degnano di uno sguardo sti due missili sulla rampa di lancio.
“Sta volta ve lo faccio vedere io il tuffo”. Comincio a sporgermi in avanti di un millimetro. Un altro millimetro e un altro ancora. Mi rendo conto di sembrare quasi la Torre di Pisa in costume.

Ancora un millimetro.

Chiamala “via di non ritorno” o “goccia che fa traboccare il vaso” ma con quell’ultimo spostamento ho capito di aver esagerato. La scommessa con le leggi della fisica era persa. I piedi si sono staccati dal blocco. Ho solo urlato: “no no….cado cadoooo”… spatasplash e sono finito in acqua piegato esattamente com’ ero sul blocco.

Beh, il finale gia’ lo conoscete.

Sono emerso ridendo. Mi sono immaginato la scena da fuori e, ve lo giuro, mi sono quasi fatto tenerezza.
Credetemi, non lo faccio di proposito. Sono cosciente di non essere nato nuotatore e  chi mi conosce lo sa, io barcollo ma resto a mollo.

Buone bracciate a tutti.

P.S.

Ogni riferimento a cosa e persona non e’ per nulla casuale.

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