di Alessandro Foglio

La grande prova di James Guy nei 400 stile dei Mondiali di Kazan, dove per tre quarti gara ha messo alle corde Sun Yang, ha fatto passare in secondo piano l’assenza di un grande campione della distanza, dominatore della stessa prima dell’arrivo del cinese. Stiamo parlando di Park Tae-Hwan, assente causa la squalifica di 18 mesi per doping.

Il coreano però è tutt’altro che fuori dal giro “olimpico” e le possibilità di vederlo in una finale a Rio insieme agli altri due, per una sfida di altissimo livello, non è da gettarsi. Park, dopo l’annuncio della squalifica arrivata a fine marzo 2015 per un controllo nel quale era stato trovato positivo al testosterone nel settembre 2014, è tornato già in acqua a inizio giugno di quest’anno. Ma il cammino per l’ex campione dei 400 stile alle Olimpiadi di Pechino 2008 è lungo e difficoltoso.

Infatti la squalifica imposta dalla Fina gli vieta anche di allenarsi al Centro Federale dove ha passato molti anni a prepararsi per le gare internazionali. Le leggi della Fina inoltre proibiscono ad un atleta squalificato per doping di partecipare a collegiali o “swimming camp” organizzati dalla stessa Federazione nazionale o da club che fanno parte della stessa o della Fina. Insomma, una situazione non proprio semplice per Park, che comunque ha potuto almeno riprendere a nuotare con il suo storico coach Roh Minsang presso una piscina pubblica a Seul.

Arrivano però importanti novità, come riporta l’agenzia di informazioni sud coreana Yonhap secondo la quale Park inizierà tra pochi giorni ad allenarsi in Giappone, presso l’Hosei University di Tokio. Il primo e unico nuotatore sud coreano campione olimpico aveva già nuotato in questa struttura nel 2007, un anno prima dei Giochi di Pechino e potrà tornare a farlo essendo uno studente laureato della Dankook University di Seul, una sorta di “sorella” della Hosei, entrando in un programma di scambio con la scuola giapponese. Park rimarrà a Tokio fino a Dicembre.

Il sogno Rio è però ancora in forte dubbio. Infatti il Comitato Olimpico Coreano stabilisce che un atleta squalificato per doping non può partecipare alle selezioni nazionali di nessuno sport per tre anni dopo la fine della squalifica. Una punizione severa, che vorrebbe dire l’assenza di Park a Rio, con la possibilità di rivederlo solamente ai Mondiali del 2019 che si terranno proprio a Gwangju. Ma molte persone all’interno dello stesso Comitato spingono per cambiare questa legge che punisce gli atleti per due volte.

Park sconterà la sua pena sino a marzo 2016 e qualche speranza di vederlo a Rio c’è. Forse ai più la sua presenza darà fastidio, come quella di tanti ex-dopati rientrati in gara in questi anni, ma c’è da dire che una finale con lui, Sun, Guy e perchè no l’australiano Horton, sarebbe davvero interessante!