di Alessandro Foglio

I Giochi Olimpici di Rio non sono poi così lontani. Manca meno di un anno ormai all’evento sportivo più importante della stagione, ma per il mondo del nuoto non sono giorni tranquilli. Sono diverse infatti le perplessità che ruotano intorno agli orari di gara e alle condizioni delle acque di Copacabana.

Già da tempo si sa che batterie e finali avranno una collocazione oraria decisamente nuova e mai vista fin’ora. Con l’emittente televisiva americana NBC che la fa da padrona, gli atleti dovranno scendere in acqua alle 13.00 per le batterie e alle 22.00 per le finali. La lotta per le medaglie sarà dunque decisa in notturna, in condizioni non proprio abituali per il nuoto. Guardando le recenti Olimpiadi il caso di cambiamento più eclatante era quello di Pechino 2008, dove le batterie si svolgevano dalle 18.00 e le finali dalle 10.00 di mattino, mentre Atene e Londra avevano orari più “normali” (10.00 – 19.30). Questo vuol dire che quest’estate, per guardare i nostri impegnati ai Giochi dovremo uscire qualche minuto prima dal lavoro, con le batterie previste intorno alle 18.00 e tirare tardi la notte, dove per vedere i momenti più attesi dovremo aspettare fino alle 3.00.

Ma non è tanto la probabile insonnia dei tanti tifosi e appassionati di nuoto in Italia che preoccupa, quanto il gareggiare in tarda serata, non proprio un’abitudine per gli atleti di tutto il mondo. In Australia però sono già al lavoro cambiando appunto metodologia di allenamento, per arrivare pronti e preparati all’Olimpiade. E anche in Italia l’ADN Swim Project di Caserta è pronta a valutare eventuali problematiche e a cambiare in corsa la preparazione.

Problema ben più grosso è quello della sicurezza. E’ direttamente la FINA a lanciare l’allarme, con la notizia di possibili virus delle acque di Copacabana che mettono a serio rischio la salute dei fondisti. Questa notizia circolava già da tempo, tanto che anche Peter van den Hoogenband aveva a febbraio pubblicato sul suo profilo Twitter una foto delle acque brasiliane in terribili condizioni. Ma ad aggiungere pepe alla vicenda c’è anche il discorso dell’Acquatics Center, che a quanto pare ospiterà solo 13.000 posti invece dei 17.500 che si avevano a Londra, un taglio notevole non previsto. Inoltre, le gare di tuffi, pallanuoto e nuoto sincronizzato, che si terranno al Maria Lenk Aquatic Center saranno all’aperto, poiché la struttura è sprovvista di tetto e questo potrebbe influenzare non solo le prestazioni degli atleti ma anche la loro salute.

Tutte queste cose sono state fatte notare dal presidente della FINA Julio Maglione tramite una lettera agli organizzatori dei Giochi oltre che al sindaco di Rio Eduardo Paes. In sostanza, la FINA è rimasta delusa da come il nuoto sia stato così malamente declassato. Han preso parola anche due simboli della Russia, come Alex Popov, che considera questa situazione un passo indietro rispetto alle precedenti edizioni, e Vladimir Salnikov, presidente della Federazione russa che si augura una risoluzione immediata dei problemi dopo che gli appelli della FINA sono stati inascoltati.

Si prevedono Giochi agitati dunque, e anche se reggere il confronto con la perfetta organizzazione di Londra 2012 non è affatto facile, ci auguriamo che da qui ad agosto 2016 tutto sia pronto e le gare si svolgano nel migliore dei modi! E per noi a casa, ricordarsi la scorta di caffè!!