La Swimming Marathon – così viene chiamata la 10 km alle Olimpiadi – è stata introdotta dall’edizione di Pechino 2008, dando finalmente spazio anche al nuoto in acque libere ai Giochi.

Nella sua breve storia, ha già un medagliere con tredici nazioni presenti, che mette in risalto la grande varietà di protagonisti di questa spettacolare e faticosa disciplina.

La scuola olandese ha grande tradizione nel nuoto in acque libere ed ha vinto tre ori su otto disponibili alle Olimpiadi, due maschili ed uno femminile.

Alla vittoria sono andate anche Russia, Ungheria, Tunisia, Germania e Brasile mentre l’Italia è presente con tre medaglie. Si tratta del bronzo di Martina Grimaldi a Londra 2012, che ad Hyde Park ha battuto in volata la britannica Payne, dell’argento di Rachele Bruni a Rio 2016, grande protagonista nella splendida gara nelle acque di Copacabana, e il bronzo di Gregorio Paltrinieri a Tokyo 2020ne. Tra i protagonisti azzurri, va ricordato anche il quarto posto di Valerio Cleri nell’edizione inaugurale di Pechino 2008.

Proprio nel 2008, quando la gara si disputò al Shunyi Olympic Rowing-Canoeing Park di Pechino, iniziò la piccola egemonia olandese, inaugurata da Maarten van den Weijden. L’atleta di Alkmaar, che nello stesso anno vinse anche la 25 km ai Mondiali di Siviglia, arrivava ai Giochi dopo aver vinto la battaglia contro la leucemia e si impose, in uno spettacolare scenario di pioggia battente, allo sprint finale, battendo il britannico Davies ed il tedesco Lurz.

Nell’edizione di Londra 2012, Oussama Mellouli è diventato il primo e finora unico ad aver vinto l’oro Olimpico sia in vasca – campione dei 1500 a Pechino 2008 – sia in acque libere. Nelle acque della Serpentine di Hyde Park, il tunisino è scattato al settimo chilometro mantenendo un piccolo ma costante vantaggio sul resto del gruppo, guidato dal tedesco Lurz, poi argento, e dal canadese Weinberger.

A Rio 2016 ha vinto Ferry Weertman, olandese capace di strappare l’oro al favorito e due volte campione mondiale Spyridon Gianniotis nella gara conclusiva della sua carriera. Il greco 36enne è stato il primo medagliato nel nuoto per la sua Nazione dopo la prima Olimpiade, quella di Atene 1896. A Parigi difenderà il titolo Florian Wellbrock, che a Tokyo ha dominato una gara contraddistinta dal grande caldo dentro e fuori dall’acqua.

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A Rio 2016, anche l’oro femminile è andato ai Paesi Bassi, con Sharon van Rowendaal – allenata da Philippe Lucas – capace di ammazzare la gara con una progressione devastante al sesto chilometro, che ha lasciato indietro tutte compresa la nostra Rachele Bruni.

Quattro anni prima, a Londra 2012, Eva Risztov si ripresentava alle Olimpiadi dopo 8 anni di assenza – ad Atene 2004 fu quarta nei 400 misti – per vincere il titolo di 0.4 secondi sull’americana Anderson dopo uno sprint finale entusiasmante. Nell’edizione inaugurale, a Pechino 2008, fu la russa Il’cenko a spuntarla sul duo di inglesi Payne-Pattern, sfruttando una traiettoria migliore negli ultimi 150 metri.

La gara nelle acque cinesi è ricordata anche per la partecipazione di Natalie du Toit, atleta sudafricana senza una gamba, prima amputata in assoluto a prendere parte ad un evento olimpico per normodotati. La ragazza di Cape Town, già oro alle Paralimpiadi del 2004, arrivo sedicesima, solo due posizioni dietro la favorita e bi-campionessa del mondo Edith van Dijk. La campionessa in carica è Ana Marcela Cunha, vero mito vivente delle open water, che a Tokyo si è presa il titolo che avrebbe voluto vincere in patria cique anni prima, togliendolo proprio a van Rowendaal.

Parigi 2024

Nonostante non ci sia l’ufficialità, e la volontà degli organizzatori sia comunque di mantenere il piano originale, sembra che la Senna non sia ancora arrivata a livello di balneabilità tale da permettere di gareggiare in piena sicurezza. Nel frattempo è spuntato un piano B: la gara potrebbe svolgersi in un bacino d’acqua chiuso, sede delle gare di canottaggio e kayak, riproponendo uno scenario che favorisce ampiamente i nuotatori provenienti dalla vasca.

Tra i maschi, l’uomo da battere è Florian Wellbrock, che in condizioni fisiche perfette e di acque calme sembra insuperabile. Dietro lui tutti gli altri, con Paltrinieri ed Acerenza che hanno le potenzialità per salire sul podio, anche se molto dipende come si metterà la gara. Attenzione a Daniel Wiffen, possibile sorpresa.

Tra le donne c’è più indecisione, anche se il nome più caldo è quello di Leonie Beck, tedesca che negli ultimi anni ha spesso dominato la concorrenza, seguito dall’americana Katie Grimes e dall’australiana Chelsea Gubecka. Ci saranno anche van Rowendaal e Cunha, quindi occhio.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4