Lo sapevate che…si chiamano “svedesi” perché si devono montare come i mobili dell’ Ikea?

Scherzo, ma neanche poi tanto. Capirete il perché.

 

Erano gli anni Settanta quando l’allenatore della Kristianstads SLS e della Nazionale Olimpica Svedese  fece di necessità virtù.

Tommy Malmsten aveva in squadra una giovane promessa del nuoto che soffriva di allergia ed eczema intorno agli occhi. Come tutti gli allenatori che considerano i loro atleti come dei figli, il coach Malmsten prese a cuore il problema della sua pupilla Ann-Sofi Roos e si adoperò per metterla in condizione di nuotare senza più fastidi.

Il colpo di genio fu quello di inventare degli occhialini privi di gomma che il nuotatore avrebbe dovuto assemblare  per adattarli al meglio alla morfologia del proprio viso.

Un pò come se ognuno di noi si cucisse l’abito addosso. “Cut to fit”, come direbbero gli inglesi.

 

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Una volta trovato chi avrebbe costruito le lenti infrangibili, Malmsten fece incetta di rotoli di elastico, si procurò i cordini in una merceria locale e acquistò tubicini di plastica da tagliare e usare come passanaso.

Come in una favola, allenatore e famiglia cominciarono a creare il “kit di montaggio” infilando il  tutto in un sacchettino di plastica pronto per essere venduto.

I “monterbara simglasögon” (occhiali assemblabili) divennero  un must tra i nuotatori Svedesi. Ben presto si diffusero anche fuori dai confini scandinavi tanto da diventare una consuetudine vedere a bordo vasca  gli atleti concentrati a montarsi i propri  “Malmsten“.

Non saranno nel catalogo Ikea ma è innegabile che nel DNA degli svedesi ci sia il gene del “montaggio”.

 

(foto copertina: malmsten.com)

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