Le Olimpiadi sono un evento globale atteso e seguito in tutto il mondo, al quale partecipano perlopiù atleti professionisti che vivono dello sport da loro praticato e ne ricevono spesso fama e notorietà.

In origine, tuttavia, gli sportivi olimpici non erano dei personaggi pubblici pagati ed ammirati come oggi, ma semplici pionieri che, un po’ per dovere ed un po’ per lungimiranza, sentivano che la disciplina da loro praticata poteva essere qualcosa di più che una semplice passione perditempo.

Anche gli eventi Olimpici erano molto diversi da come li conosciamo ora, sia per modalità di svolgimento che per contesto. Ma se in discipline come l’atletica leggera il programma originale conteneva specialità che sono poi rimaste come parte integrante, nel nuoto sono molte le specialità che sono state abbandonate a favore delle gare che oggi conosciamo.

Le chiameremo Le specialità perdute, ovvero le gare di nuoto che hanno fatto la loro breve apparizione all’interno delle Olimpiadi lasciando comunque un segno nella storia.

Nella prima Olimpiade dell’era moderna, le gare si disputarono nella Baia di Zea, nel Pireo, il giorno 11 settembre; oltre ai classici 100 metri stile libero, le altre tre gare fanno parte delle specialità perdute in quanto sparite subito dopo questa edizione dei Giochi.

I 100 stile libero per marinai, erano aperti esclusivamente a marinai della marina greca e tra i tre partecipanti il migliore fu Ioannis Malokinis, che chiuse la gara in un non indimenticabile 2’20”4, quasi un minuto più lento del vincitore dei 100 stile libero Alfred Hajos.

Subito dopo prese il via la gara dei 500 stile, alla quale parteciparono sempre in tre. L’austriaco Paul Neumann approfittò dell’assenza del favorito Hajos per imporsi con più di 90 secondi di vantaggio sul secondo classificato.

Il programma fu chiuso dai 1200 stile, predecessori dei 1500, gara che vide un altro trionfo di Hajos con quasi tre minuti di vantaggio sul secondo classificato. A questa gara parteciparono 9 atleti, dei quali tre greci dai nomi sconosciuti ed un ritirato, il Paul Neumann campione dei 500 metri.

Quattro anni più tardi, a Parigi, il nuoto ebbe addirittura 7 eventi in programma, dei quali ben 5 sono da considerarsi “Perduti”. Grande protagonista del fondo nella Senna, ancora a quanto pare balneabile, fu il britannico John Artur Jarvis, vincitore sia dei 1000 metri che dei 4000 metri.

Il primo evento a per team furono i 200 metri a squadre, il quale svolgimento non fu più riproposto nella storia, ma che presenta uno strano metodo di assegnazione del titolo che vale la pena analizzare. La gara era suddivisa in cinque batterie da cinque nuotatori ciascuna, i quali disputavano un 200 stile libero a testa. L’assegnazione alle batterie era stata estratta a sorte ed i nuotatori ricevevano un punteggio tabellare così suddiviso:

La stranezza sta nel fatto che un atleta in seconda batteria avrebbe potuto anche fare un tempo minore di uno in prima batteria, ma comunque il punteggio sarebbe risultato più alto (cosa che infatti è successa). La squadra con il minor punteggio, ovvero la tedesca Deutscher Schwimm Verband Berlin, vinse l’oro, mentre argento, bronzo e quarto posto andarono a tre squadre francesi. Per la cronaca, i tedeschi avrebbero vinto l’oro anche con una classifica basata sui tempi, mentre si sarebbero invertiti secondo e terzo team classificato.

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Una specialità perduta che, probabilmente, aggiungerebbe spettacolo ed imprevedibilità al programma moderno del nuoto sono i 200 metri ad ostacoli, vinti a Parigi dall’australiano Fredrick Lane già campione dei 200 stile. La gara, composta da semifinale e finale, consisteva in un percorso di 200 metri durante il quale gli atleti dovevano arrampicarsi su una pertica, superare una fila di barche e poi tornare a nuoto sotto le barche stesse. Una prova che, riportata ai nostri tempi, richiama di più le prove a tempo di Mai Dire Banzai che una gara di nuoto vera e propria.

L’ultima specialità perduta di questa Olimpiade meravigliosa fu il nuoto subacqueo. Il punteggio per la classifica si basava sulla distanza percorsa e sul tempo di apnea di ogni atleta e a trionfare fu il francese Charles de Vendevill, autore di 60 metri di apnea e 68,4 secondi. La gara non venne riproposta nei Giochi successivi perché ritenuta poco spettacolare, ma si può considerare l’antenata delle moderne prove di apnea statica e dinamica.

Nel 1904 le Olimpiadi si svolsero a St Louis, Missouri, all’interno della grande Fiera Campionaria organizzata dal Presidente Roosvelt per il rilancio dell’economia Americana. Le ricordiamo come le Olimpiadi della prima comparsa delle medaglie, assegnate a primo secondo e terzo classificato, e per la partecipazione quasi esclusiva di atleti statunitensi. Ma i Giochi di St Louis sono anche tristemente noti per le “Giornate Antropologiche”, organizzate per far gareggiare atleti di razze considerate inferiori a quella bianca come pigmei, inuit e nativi americani.

Nel nuoto dobbiamo considerare “perduti” tutti e 9 gli eventi in programma, perché per la prima ed ultima volta le distanze si misurarono in yards e non in metri. Nonostante agli eventi, disputati a Forest Park, parteciparono atleti prettamente statunitensi, furono la scuola tedesca ed ungherese a portare a casa più titoli. Per la prima volta nella storia, si gareggiò anche in una staffetta, la 4×50 iarde, alla quale parteciparono solamente quattro team di quattro club americani.

Fu a Londra 1908 che le gare di nuoto si disputarono per la prima volta in piscina – una vasca da 100 metri appositamente costruita per l’evento – ed il programma fu di conseguenza ridotto a gare di nuoto più classiche. Da quel momento in poi possiamo citare solo 3 eventi da considerarsi “perduti”.

I 400 rana maschi esordirono nel 1912 a Stoccolma, la prima edizione delle donne nel nuoto olimpico, quando il tedesco Walter Bathe mise a segno la fantastica doppietta 200-400 rana, ripetuta poi nel 1920 dallo svedese Hakan Malmrot. Per quanto riguarda i 300 stile donne, invece, una singola apparizione ad Anversa 1920 ed un podio tutto statunitense con la vincitrice, Ethelda Bleibtrey, protagonista anche dell’oro nei 100 stile.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4