Paralimpiadi di Rio, ci siamo. Mancano pochi giorni alla cerimonia di apertura (prevista per il 7 settembre) e quello che ci aspetta sono undici intensi giorni di gare durante i quali i più grandi atleti paralimpici provenienti da tutto il mondo si sfideranno con un obiettivo comune: andare a medaglia.
Nel nuoto così come nelle altre discipline sportive, le cui gare saranno trasmesse su Rai Sport per 18 ore al giorno, si sfideranno atleti appartenenti a specifiche categorie paralimpiche, suddivise secondo criteri definiti indispensabili per comprendere al meglio le grandi capacità di questi campioni. Andiamo a vedere insieme di cosa si tratta.

Cosa sono le classificazioni funzionali

Le categorie paralimpiche, che per molti di noi possono sembrare delle sigle incomprensibili, sono determinate dal Comitato Paralimpico Internazionale (IPC) e rappresentano un elemento fondamentale per lo sport paralimpico poiché danno la possibilità a tutti gli atleti di confrontarsi con avversari di pari livello all’interno di una competizione che sia il più equa possibile.

Ogni disciplina sportiva possiede un proprio sistema di classificazione che in genere si differenzia in base a tre criteri fondamentali:

  • la patologia/disabilità della persona;
  • il grado di disabilità;
  • le funzionalità fisiche residue.

Anche se all’interno di una stessa categoria possono esistere vari livelli di disabilità, questi comunque devono presentare il medesimo profilo funzionale, determinato dalle reali capacità tecnico-tattiche dell’atleta.

Non sono geroglifici!

Le categorie paralimpiche sono evidenziate da una sigla composta da una lettera e due numeri, dove la lettera sta ad indicare il tipo di sport, il primo numero indica la disabilità ed il secondo stabilisce il tipo di impedimento.

Per fare un esempio: nella categoria T42 dell’atletica leggera la lettera T sta per “track”, ovvero pista di atletica, 4 sta per “amputazione” e 2 indica il livello a cui l’amputazione è avvenuta, in questo caso sopra al ginocchio.

Quali sono le classificazioni del nuoto paralimpico?

La classificazione per il Nuoto paralimpico è di tipo funzionale solo per gli atleti con disabilità fisica, ai quali viene assegnato un numero da 1 a 10 dove il numero 1 è la tipologia più grave.

Gli atleti non vedenti gareggiano nelle categorie 11,12 e 13 dopo essersi sottoposti ad una visita specialistica, mentre la categoria 14 appartiene ai nuotatori con disabilità intellettive, dei quali vengono solamente accertati i previsti requisiti.

Ogni categoria è poi abbinata al tipo di specialità nella quale si gareggia, identificata tramite delle lettere:

  • (Stroke) per lo stile libero, il dorso e la farfalla.
  • SB (Breaststroke) per la rana.
  • SM (Medley) per il misto.

Arianna Talamona

A prescindere dal tipo di disabilità (sia esso di origine midollare, ortopedico o cerebrale) viene attribuito all’atleta un punteggio corrispondente alle funzioni che può ancora esprimere che successivamente viene inserito in una delle dieci classi previste (minore è la classe, minori sono le capacità residue del nuotatore):

  • S1 SB1 SM1
    • Nuotatori con gravi problemi di coordinazione nei quattro arti o mancanza dell’uso delle gambe del tronco e delle mani. Hanno un minimo uso delle spalle. Di norma nuotano il solo dorso. I nuotatori in questa classe nella vita quotidiana necessitano della carrozzina e di assistenza.
  • S2 SB1 SM2
    • Nuotatori capaci di usare solo le braccia. Non le mani, le gambe ed il tronco.
    • Nuotatori con grossi problemi di coordinazione nei quattro arti.
  • S3 SB2 SM3
    • Nuotatori che hanno una ragionevole bracciata, mancano di una buona presa e non utilizzano le gambe, il controllo del tronco è assente.
    • Nuotatori con grave problemi o amputazioni in tutti gli arti.
  • S4 SB3 SM4
    • Nuotatori che nonostante utilizzano le braccia, hanno le mani deboli e non usano il tronco o le gambe.
    • Nuotatori con problemi di coordinazione nei quattro arti con predominanza nelle gambe.
    • Nuotatori con amputazioni in tre arti.
  • S5 SB4 SM5
    • Nuotatori con normale utilizzo delle braccia e delle mani ma non hanno la funzionalità del tronco e delle gambe.
    • Nuotatori con problemi di coordinazione nei quattro arti (minore rispetto la precedente categoria).
  • S6 SB5 SM6
    • Nuotatori che utilizzano perfettamente le braccia e le mani, hanno un scarso controllo del tronco, non usano le gambe.
    • Nuotatori con problemi di coordinazione nei quattro arti (normalmente riescono a camminare).
    • Nuotatori con amputazioni gravi in due arti dello stesso lato.
    • Nuotatori nani (solo per la classe S).
  • S7 SB6 SM7
    • Nuotatori con completo uso delle braccia, del tronco e qualche funzione delle gambe.
    • Nuotatori con problemi di coordinazione o debolezza in un emicorpo.
    • Nuotatori con una significativa amputazione di due arti.
    • Nuotatori nani (solo per la rana).
  • S8 SB7 SM8
    • Nuotatori che presentano in maniera più lieve i problemi della precedente categoria.
    • Nuotatori impossibilitati ad usare un braccio.
  • S9 SB8 SM9
    • Nuotatori con grave debolezza in una gamba.
    • Nuotatori con lievissimi problemi di coordinazione.
    • Nuotatori amputati ad una gamba.

A meno di essere in possesso di un permesso medico specifico gli atleti presenti in questa categoria devono partire fuori dall’acqua.

  • S10 SB9 SM10
    • Nuotatori con lievissimi problemi di debolezza delle gambe.
    • Nuotatori con problemi all’anca che portano ad una riduzione dei movimenti.
    • Nuotatori con entrambi i piedi deformati.
    • Nuotatori con una amputazione minima.

Per fare un esempio, Arjola Trimiuna delle possibili medaglie del nuoto insieme a Vincenzo Boni, Federico Morlacchi, Cecilia Camellini e tanti altri, presenta una tetraparesi spastica degenerativa e nuota nella categoria S4.

I nuotatori azzurri che andranno a Rio

Ma chi sono gli i nuotatori che compongono la numerosa squadra azzurra in partenza per Rio? A quali categorie appartengono?

Donne

  • Alessia Berra: cat. S13 – SM13; disabilità: ipovedente.
  • Gloria Boccanera: cat. S2; disabilità: tetraplegia.
  • Cecilia Camellini: cat. S11; disabilità: non vedente.
  • Giulia Ghiretti: cat. S5 – SB4 – SM5; disabilità: paraplegia.
  • Martina Rabbolini: cat. SB11 – SM11; disabilità: non vedente.
  • Emanuela Romano: cat. S6 – SM6 – SB5; disabilità: artogriposi congenita.
  • Francesca Secci: cat. S9 – SM9; disabilità: ipoplasia femorale destra congenita.
  • Arianna Talamona: cat.  S7 – SB6 – SM7; disabilità: paraparesi spastica ereditaria.
  • Arjola Trimi: cat. S4 – SB3 – SM4; disabilità: tetraparesi spastica degenerativa.
  • Xenia Francesca Palazzo: cat. S14 – SB14 – SM14; disabilità: intellettiva-relazionale.

Uomini

  • Francesco Bettella: cat. S1; disabilità: neuropatia genetica.
  • Francesco Bocciardo: cat. S6; disabilità: tetraplegia.
  • Vincenzo Boni: cat. S3; disabilità: neuropatia di Charcot Marie.
  • Marco Dolfin: cat. S6 – SB5 – SM6; disabilità: paraplegia.
  • Andrea Massussi: cat. S5 – SB4; disabilità: paraplegia.
  • Riccardo Menciotti: cat. S10; disabilità: amputazione mano destra.
  • Efrem Morelli: cat. S4 – SB3 – SM4; disabilità: paraplegia.
  • Federico Morlacchi: cat. S9 – SB8 – SM9; disabilità: ipoplasia congenita femore sinistro.
  • Giovanni Sciaccaluga: cat. S6; disabilità: emiparesi destra congenita.
  • Valerio Taras: cat. S7; disabilità: tetraplegia incompleta.

Cecilia Camellini

Alessia Berra

Testo e Foto di Ability Channel