Ci siamo. È l’ultimo giorno, il pomeriggio conclusivo di questa edizione dei Campionati Mondiali di nuoto. Ma prima di abbandonarci allo sconforto, alla nostalgia ed a tutti quei sentimenti misti classici della fine di queste manifestazioni, gustiamoci quella che, per noi italiani, potrebbe essere una sessione di gare da ricordare a lungo.

La Duna Aréna è calda come al solito, ed il primo piatto del menù odierno ci offre l’atto conclusivo della rivalità più accesa del momento: Lilly King vs Yuliya Efimova nella finale dei 50 rana. Siamo sull’1 a 1: i 100 sono stati appannaggio dell’americana, i 200 della russa, ma è la King la favorita per la distanza più breve. Al via anche la nostra Arianna Castiglioni, alla sua prima esperienza in una finale mondiale. È subito spalla a spalla tra le due rivali, con la King che sembra in leggero vantaggio. l’Efimova rientra ma non abbastanza: Lilly King segna il record del mondo in 29”40 e si porta a casa la doppietta 50-100. Argento per la russa, bronzo per l’altra americana Katie Meili; malino Arianna, settima in 30”74. Ma la notizia vera è che le due acerrime rivali si sono anche parlate a fine gara: Give peace a chance.

Non c’è Federico Turrini nella finalissima dei 400 misti, dove il favorito è l’iridato dei 200, l’erede di Phelps Chase Kalisz mentre il favorito del pubblico è il figlio d’arte David Verraszto. Parte bene Kosuke Hagino, ma Kalisz e Litchfield non lo fanno scappare. A metà gara inizia la progressione dell’americano, che ha nella rana il suo punto forte, mentre rientra anche Verraszto facendo infuocare Budapest intera. Kalisz è imprendibile e si invola verso la doppietta (4’05”90, record dei campionati) mentre per l’argento resiste David Verraszto che si regala il podio e la standing ovation della Duna Aréna. Bronzo per Daya Seto che beffa sul finale Litchfield.

Altro piatto forte di oggi è la finale dei 50 stile libero donne, dove Sarah Sjöström è chiamata a confermare la supremazia dimostrata in semifinale, dove ha centrato il record del mondo. Le sue rivali principali sono la campionessa olimpica Pernille Blume e l’americana Simone Manuel, che già l’ha beffata nei 100. Come al solito la partenza di Ranomi Kromowidjojo è bruciante, ma la Sjöström non può farsi battere di nuovo: con un arrivo abbastanza naïf si impone in 23”69, argento a Ranomi e bronzo alla Manuel, entrambe sotto i 24 secondi, entrambe al record personale. Giù dal podio l’olimpionica Blume, nonostante il 24”00.

Dopo la premiazione che non sancisce la fine della guerra fredda tra King ed Efimova, passiamo alla finale dei 50 dorso maschili, dove a centro vasca c’è il bi-campione in carica, il francese preferito dalle donne Camille Lacourt. Nonostante una partenza non eccelsa ed una prima parte di gara dominata da Koga, il rientro di Lacourt è devastante: 24”35 e terzo, storico, oro in fila nella distanza. Argento per Junya Koga e bronzo per l’altro trentaduenne Matt Grevers.

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Dopo il podio dei 400 misti maschi, si passa alla versione femminile della distanza, che è anche ultima gara del programma donne: tutto è pronto per la grande festa della Iron Lady e del suo popolo. Katinka fa le cose alla sua maniera e passa in 1’01”16, Shane è già in versione King Kong. A metà gara c’è un abisso tra lei e le altre, guidate dalla giapponese Ohashi. Nulla cambia nemmeno durante la rana, quindi Katinka Hosszù vince il suo quarto titolo mondiale nei 400 misti in 4’29”33 (record dei campionati). Argento alla Belmonte, bronzo per la canadese Pickrem, giro d’onore con bandiera ungherese (e cappellino di Shane) per una commossa Katinka Hosszù.

Ed eccoci al piatto principale, almeno per quanto ci riguarda: la finalissima dei 1500 stile libero. Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti sono rispettivamente alla 5 ed alla 3, tra di loro Mykhailo Romanchuk, l’ucraino autore del miglior tempo in batteria, mentre alla 2 c’è il polacco Wojdak, già argento negli 800. Greg va con la sua andatura da subito, Romachuk gli sta dietro così come Horton alla 1.

Ai 400 i due sono in fuga, l’ucraino non si schioda dal fianco di Paltrinieri e, ad ogni virata, gli rientra di un metro. Ai 1000 metri la situazione cambia leggermente: Paltrinieri sembra voler dare la stoccata che cambia la gara e si prende un discreto vantaggio, circa un secondo.

Ai 200 metri finali Greg è lì, un secondo abbondante davanti, e le nostre pulsazioni sono a 180. Romachuk cede, sarà un avversario da tenere d’occhio, ma non oggi. Oggi non c’è storia: Paltrinieri è la storia. Oro magistrale, sofferto come non mai, ma bellissimo: 14’35”85. Argento per l’ucraino, bronzo per l’altro amico di Greg, Mack Horton. Gabriele Detti è quarto.

Con l’adrenalina ancora in circolo e le pulsazioni alle stelle, andiamo a guardarci gli atti conclusivi di questi Mondiali, ovvero le staffette miste. Le nostre ragazze tornano in vasca con la formazione di stamattina, ovvero Margherita Panziera, Arianna Castiglioni, Ilaria Bianchi e Federica Pellegrini. Parte forte il Canada con la Masse, Australia e Stati Uniti sono vicinissimi. Efimova svernicia King nella frazione a rana, nuotando un pazzesco 1’04”03, e portando la Russia davanti. Tornano subito primi gli USA dopo la farfalla e poi si involano grazie alla Manuel verso un oro scontato con un tempo, meno scontato, di 3’51”55: record del mondo! Argento per la Russia e bronzo per l’Australia. Ottave le azzurre, ecco i parziali: 1’01”12, 1’06”55, 57”64, 54”67, per un totale di 3’59”98.

Non ci sono gli azzurri, autori stamane di una prova sottotono, nella finale della 4×100 mista maschile. Fuori dagli 8 anche l’Australia, tutto sembra scritto per un ennesimo trionfo a stelle e strisce. Parte Grevers e mette subito la mano davanti in 52”26, ma Peaty riesce a rientrare nonostante una frazione da 56”91. Le distanze vengono ristabilite da Caeleb Dressel che da il cambio a Nathan Adrian con un secondo secco di vantaggio su tutti. L’oro non sfugge agli States, ad un passo dal world record in 3’27”91; argento per la Gran Bretagna e bronzo per la Russia.

Si concludono così, con una festa statunitense ed una grande, grandissima soddisfazione azzurra, questo splendido Mondiale di Nuoto di Budapest: il più bel mondiale di sempre.

(Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4)