“Scendere sotto i 14’40”: questo ti rende un grande dei 1500 stile libero”

Lo ha detto l’australiano Grant Hackett in un’intervista al Sydney Herald, qualche anno dopo essere stato il primo, a Fukuoka 2001, ad infrangere il muro che fa da spartiacque tra grandi e grandissimi della specialità.

Se questo è quindi il parametro più idoneo per misurare i grandi millecinquecentisti, non c’è dubbio su chi sia il primus inter pares dei mezzofondisti.

Gregorio Paltrinieri non è solo l’atleta più solido e performante della storia dei 1500, è anche il nuotatore che ha in qualche modo rivoluzionato la distanza, creando hype e competizione intorno ad un evento che, storicamente, si è spesso poggiato su un interprete principale che staccava nettamente il resto del gruppo, rendendo la gara piuttosto piatta. Grazie alle sue prestazioni, Paltrinieri ha cresciuto una serie di rivali che, chi più chi meno, è stato in grado di metterlo in difficoltà, rendendo sempre più cool una distanza che spesso i giovani tendono a scartare a priori, per la difficoltà e la fatica necessarie per prepararla.

Le dieci volte che Paltrinieri è sceso sotto i 14’40” non sono solo semplici gare, ma anche tasselli fondamentali nella carriera del campione di Carpi ed in quella di chi gli sta intorno.

Berlino 2014 – XXXII Campionati Europei

La prima volta, Gregorio è quasi ventenne. Due anni prima, nell’ultimo giorno delle Olimpiadi di Londra 2012, le speranze italiane di risollevare una spedizione fallimentare erano riposte in lui ed in un suo exploit nella maratona in vasca. Con tutta la calma del mondo, sia Gregorio che Stefano Morini avevano spostato l’asticella avanti di quattro anni, dichiarando che il risultato di entrare in finale (a 18 anni) era già da considerarsi una vittoria. Nella finale del world record di Sun Yang, Paltrinieri era arrivato sesto (14’51”92), dietro al cinese e a quelli che possiamo considerare mostri sacri della specialità, Cochrane, Mellouli e Park.

Dopo un bronzo mondiale a Barcellona 2013 (14’45”37, non così distante da Sun e Cochrane), agli Europei di Berlino 2014 i tempi sembrano maturi per un ulteriore salto di qualità. La dimensione continentale, in aggiunta con la sua crescita fisica e tecnica, danno a Paltrinieri la spinta necessaria per entrare nel club del 14’40” proprio nella finale che consegna le medaglie. Che la voglia di Gregorio di esprimere il suo potenziale sia enorme lo si capisce dai primi 200 metri, quando mette in fila dei passaggi talmente veloci che non verranno più ripetuti negli anni seguenti.

Il secondo titolo europeo (già nel 2012 era stato campione a Debrecen) arriva con una sicurezza che lascia intravedere potenzialità da fenomeno.

Kazan 2015 – XVI Campionati Mondiali

Nel 2015 siamo in un mondo nel quale Sun Yang è ancora, indiscutibilmente, il 1500ista più forte al mondo, l’uomo da battere. Dopo aver vinto i 400, il 5 agosto Sun vince anche gli 800, e Gregorio Paltrinieri finisce argento per meno di un secondo: è qui che, probabilmente, iniziano ad insinuarsi i primi dubbi nella testa del cinese. Quello che succede il giorno della finale dei 1500, l’8 agosto, è ancora in parte un mistero.

Una rissa nella vasca di riscaldamento, una condizione non ottimale, la stanchezza e forse anche la paura di essere battuto portano Sun a rinunciare alla finale che distribuisce le medaglie. In camera di chiamata, Gregorio è spaesato, si guarda intorno e trova la corsia che avrebbe dovuto tenere d’occhio di più, quella di Sun appunto, vuota.

Improvvisamente non è più l’underdog, non può nuotare libero dal peso che ha il favorito e pensare semplicemente alla propria gara. Improvvisamente deve vincere. Questo, forse, influisce sul tempo finale, che a detta di molti poteva essere anche inferiore, ma che gli consegna comunque il primo oro mondiale (ed il record europeo). Nulla può l’americano Connor Jaeger, che tenta di resistere al ritmo infernale di Paltrinieri, ma che rimane sempre a distanza di sicurezza.

La vittoria che consacra Paltrinieri arriva ad un anno esatto dall’obiettivo principale, quell’oro olimpico che il carpigiano aveva puntato fin da Londra 2012.

Londra 2016 – XXXIII Campionati Europei

Il tempo che Gregorio Paltrinieri fa registrare agli Europei di Londra del 2016 fa sorgere una domanda spontanea a tutti gli appassionati di sport: quanto manca alle Olimpiadi?

Per la sua terza volta sotto i 14’40”, Greg decide di andarci pesante e di mettere in acqua una prestazione che, a lungo, è sotto ai passaggi del record del mondo di Sun Yang.

Anzi, se non fosse per quell’ultimo 50, dove Paltrinieri cede tre secondi alla sfida a distanza col cinese, il limite sarebbe molto vicino. Sul podio, insieme a Gabriele Detti che è argento, Gregorio fa sognare ma anche tremare tutta l’Italia del nuoto: riuscirà da lì a tre mesi ad essere così in forma da portare a casa anche la medaglia più importante di tutte?

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Rio 2016 – XXXI Olimpiade

22 anni, imbattuto dal 2014, la miglior prestazione mondiale del quadriennio realizzata qualche mese prima: a Rio de Janeiro tutti gli indizi sembrano portare verso una vittoria di Paltrinieri nei 1500 Olimpici.

Ma un’impresa del genere non ha mai niente di scontato e quindi anche i più impercettibili dei problemi si possono mettere sulla strada del successo. Abbiamo appreso, dalla sua biografia scritta proprio dopo Rio, di come Greg fosse tutt’altro che sereno nei giorni appena precedenti l’Olimpiade, schiacciato dalla responsabilità e anche dalla lunga attesa per la gara (i 1500 sono l’ultima giornata e lui, a differenza di altri, non ha altri appuntamenti prima).

Il risultato, tuttavia, è quello sperato alla vigilia ed arriva grazie ad un 1500 cronometricamente simile a quello di Londra ma forse meno impressionante. Anche se la vittoria non è mai stata in discussione (Connor Jeager è argento a 5 secondi di distanza, Gabrele Detti bronzo a 6), Paltrinieri sembra risentire della pressione della finale olimpica e non riesce ad esprimersi sui livelli che vale, o perlomeno che sperava di valere.

L’oro olimpico cancella qualsiasi principio di delusione e lascia solo la gioia e la soddisfazione per la grandissima impresa; il record del mondo può attendere.

Riccione 2017 – Italiani Assoluti

Sullo slancio della vittoria olimpica, Gregorio è deciso a confermarsi sul tetto del mondo e, agli Assoluti che valgono come trials per i Mondiali, fa sentire la sua voce al mondo intero, nuotando un tempo che in Italia non aveva mai nuotato e che pochi altri al mondo possono immaginare di valere.

La media vicina al 29,5 ci dice che il lavoro sul ritmo del carpigiano è proiettato verso l’obiettivo che gli manca ma che vuole fortemente raggiungere, cioè il record del mondo di Sun Yang.

La vera differenza con il cinese sta tutta nell’ultimo 100, che difficilmente Paltrinieri riuscirà a coprire con gli stessi parziali (27,81 + 25,68): serve quindi accumulare abbastanza vantaggio spingendosi alla media di 29 basso. Sarà una delle fissazioni della sua carriera.

Budapest 2017 – XVII Campionati Mondiali

Come spesso si dice, arrivare al successo è difficile ma mantenersi in alto è ancora più complicato. Per la seconda corona iridata, Paltrinieri deve fare i conti con la nuova generazione di 1500isti che proprio lui ha contribuito a formare.

A Budapest è Mykhajlo Romanchuk, che ha trascorso un periodo di allenamenti proprio a Ostia con il gruppo di Morini, ad insediare da vicino il campione di Carpi, il quale riesce, grazie ad una fase centrale come al solito irresistibile, a mantenere un secondo abbondante di vantaggio sul rivale fino all’arrivo. Nonostante il crono sia eccelso, non c’è quella sensazione di dominio granitico che Paltrinieri aveva dimostrato nell’anno precedente, ma tanto basta per mantenere lo scettro mondiale e confermare l’imbattibilità nella distanza.Ora sappiamo che le sirene del nuoto di fondo erano già nella testa di Greg, così come, probabilmente, anche qualche piccola scoria che, inevitabilmente, un periodo così lungo al vertice lascia a chiunque.

Riccione 2019 – Italiani Assoluti

A Glasgow 2018, Paltrinieri è battuto sia da Wellbrock che da Romanchuk, entrambi sotto i 14’40”, mentre lui finisce addirittura a 14’42”.

È una sorta di spartiacque per la carriera di Greg, che da un lato sa di dover fare i conti con nuove leve sempre più pericolose e dall’altro inizia ad immaginare un nuovo modo di far progredire la propria carriera.

Agli Assoluti del 2019, con la qualificazione mondiale in palio e al termine di una settimana che ha visto Gabriele Detti grande protagonista, Paltrinieri vuole mandare un segnale – più a sé stesso che all’esterno – e lo fa nel miglior modo possibile, cioè con un sotto 14’40”.

Le voci che lo volevano distratto dal fondo e non abbastanza preparato per la vasca vengono zittite tutte, in attesa della conferma definitiva che dovrà arrivare dai Mondiali di Gwangju.

Gwangju 2019 – XVIII Campionati Mondiali

L’oro mondiale degli 800, che mancava al suo palmarès stellare, è una piacevole sorpresa in quella che per molti è la settimana della verità per Paltrinieri.

Nella 10 km è arrivato sesto, qualificandosi per Tokyo 2020 e confermando i progressi effettuati nel fondo, ma si è fatto battere da Wellbrock, che ora ha la chance di completare l’accoppiata 10km + 1500.Ne viene fuori una delle finali più belle di sempre, con tre atleti sotto i 14’40”, ma con Paltrinieri – forse stanco o forse semplicemente meno in condizione degli altri – che deve di nuovo cedere il passo ai due rivali. I troppi passaggi sopra i 29,5 (ben 11, contro i 2 di Rio 2016), condannano Greg al bronzo, medaglia che probabilmente ha fatto scattare in lui l’orgoglio del campione ferito.

Roma 2020 – Sette Colli

In quella che doveva essere la stagione olimpica, è successo di tutto tranne che lo svolgimento dell’Olimpiade.

Paltrinieri ne ha approfittato per modificare i piani e scegliere un cambio di rotta, passando dal gruppo di Ostia (al quale era legato da 8 anni) alla guida di Fabrizio Antonelli, tecnico specializzato nel nuoto di fondo. Una scelta che ha fatto discutere e che a molti è sembrata avventata, ma che Paltrinieri ha spesso spiegato essere l’unica possibile per concentrarsi su entrambi i fronti in chiave Tokyo 2020one.

Ma se i progressi nelle acque libere sono meno attesi – e forse anche meno complicati, visto la minore esperienza di Greg nel settore – il punto di domanda sulla vasca è il più grande. Tutti si chiedono se sia possibile migliorarsi lasciando l’allenatore che è globalmente riconosciuto come il migliore per la preparazione del mezzofondo (Stefano Morini) in una fase della carriera che spesso, per i nuotatori che come Paltrinieri hanno scavallato i 25 anni, inizia già ad essere calante.

Come prima prova, al Sette Colli 2020, dopo un quasi record europeo negli 800 è venuto fuori un incredibile record europeo nei 1500, che Paltrinieri ha nuotato in maniera esemplare. Le 30 vasche, condotte con un ritmo da 29 basso (un solo 50 da 29,52) e concluse con un ultimo 50 a 28,7 (solo a Rio 2016 ha fatto meglio in questo parziale), ci hanno restituito un Paltrinieri come non lo vedevamo da almeno 3 anni. Sicuro dei suoi mezzi, sereno e divertito, Gregorio è pronto per un anno impegnativo ma che rischia di essere sorprendente.

Budapest 2022 – XIX Campionati Mondiali

Questa è storia recente. Il Mondiale di Budapest 2022 inizia con un “deludente” quarto posto negli 800 e con la sensazione generale che Paltrinieri non abbia la condizione adatta per gareggiare coni rivali più forti.

Niente di più sbagliato: dalla corsia 1, presa volutamente nuotando una batteria tranquilla, Greg imposta un ritmo forsennato, che lo mette da subito in ampio vantaggio rispetto ai rivali del centro vasca. La sua cavalcata agonistica verso il terzo oro iridato nei 1500 è una delle gare più belle della sua carriera: a lungo Paltrinieri rimane sotto i parziali del record del mondo e solo l’ultimo 100 di Sun 2012 lo allontana dal migliorare il limite.

Alla fine è record Europeo e seconda prestazione di sempre, con buona pace di chi lo dava già sul viale del tramonto.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4