della Dr.ssa Ilaria Tofani
Che sia aperto dietro, chiuso o con le spalline larghe. Che sia nero, celeste, prugna, arancione. Che sia di ultima generazione o di una marca piuttosto che di un’altra il “costumone” non perdona.
Rispetto ad altri sport “coperti”, nel nuoto abbiamo inevitabilmente il corpo e la pelle in bella vista.
Ammettiamolo, chi non si è guardato allo specchio indossando un costume da gara senza far caso a come ci fa apparire? Come ci sta se ci guardiamo di fianco? Davanti? Dietro? Mi schiaccia il seno, il sedere? Mette in evidenza le “maniglie dell’amore”? E il ginocchio?
Alle ultime gare alle quali ho partecipato, ho assistito, negli spogliatoi come sul piano vasca, a discussioni relative proprio a questo argomento. Ho sentito paragonare la propria figura a cetacei di non spiccata magrezza o sottolineare come il tessuto non lasciasse dubbi all’immaginazione.
Perchè vi parlo di questo argomento? Cosa c’entra con l’alimentazione?
Perchè mi è capitato che amiche e amici nuotatori mi contattassero e chiedessero il mio aiuto proprio perchè indossando il temuto costumone non si sono piaciuti o non si sono sentiti a proprio agio.
Partiamo con alcune considerazioni.
Il nuoto è uno sport nel quale si consumano, in media, dalle 10 alle 20 kCal al minuto, in base al proprio peso corporeo, dipende inoltre dallo stile e dalla velocità. In media un nuotatore di buon livello consuma dalle 400 alle 700 kCal l’ora nuotando in continuo ad una buona velocità.
Inoltre una migliore tecnica porta ad un minor consumo energetico, ecco perchè andando avanti con la pratica natatoria la perdita di peso può diventare più difficoltosa.
Per la donna le cose si complicano ulteriormente, in quanto fisiologicamente è dotata di una percentuale maggiore di massa grassa rispetto all’uomo, che le permette sì un miglior galleggiamento comportando, però, una riduzione di circa il 30% del dispendio energetico rispetto al collega di sesso maschile.
Come dispendio energetico non è male se pensiamo che già un disavanzo di 500 kCal al giorno, sia che riduca di tale quantità gli introiti sia che aumenti il mio dispendio energetico rispetto all’abituale, mi permette una perdita del 10% del peso in 6 mesi. Questo vuol dire che se la mia routine è di assumere 2500 kCal e praticare un’ora di nuoto, per ottenere una riduzione del peso dovrò in alternativa assumere 2000 kCal mantenendo il mio dispendio costante oppure incrementare il dispendio energetico, arrivando ad esempio a praticare due ore di nuoto (consumando circa 1000 kCal).
La riduzione calorica può essere fatta con piccoli accorgimenti, non privandosi necessariamente di tutto o compiendo rinunce drastiche.
Ad esempio basterà controllare il quantitativo di zucchero che mettiamo nel caffè, fare attenzione alla preparazione dei piatti, scegliendo cotture semplici, come quella alla griglia, al forno o al vapore. Porre attenzione all’utilizzo dei condimenti, come ad esempio l’olio.
Limitare il consumo di alcolici e altre bevande zuccherine, incrementando piuttosto l’assunzione di acqua.
Altro consiglio per il controllo della propria alimentazione è di non saltare mai i pasti, per evitare di mangiare in modo casuale e disattento aspettando il pasto successivo o addirittura mangiare in eccesso successivamente.
Sono semplici strategie che possono portarci a trarre grandi benefici sia esteticamente parlando che in termini di salute ed equilibrio.
Non ci scordiamo poi che una sana alimentazione, equilibrata e bilanciata, così come una buona idratazione, l’attività fisica costante e uno stile di vita sano ci aiuta a mantenere il nostro organismo in salute anche esteticamente. Avremo così una pelle elastica, tonica ed idratata pronta per essere mostrata sul piano vasca, con o senza costume da gara!
Dr.ssa Ilaria Tofani Dietista
ila.tofani@gmail.com
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