Al termine di questa edizione dei Campionati Europei facciamo un’adeguata riflessione.
Se da una parte c’è stata una frequentazione sorridente in zona mista, abbiamo anche sentito le dichirazioni più eterogenee. La redazione si arrende quindi alla creazione della top list con le più replicate ed insopportabili scuse accampate dagli atleti azzurri per una prestazione solitamente “in”: in-sufficiente, in-decorosa, in-guardabile.
- Al mattino non sono abituato a dare il massimo
- Non so cosa sia successo, in questi giorni mi sentivo bene
- È un periodo che non ho buone sensazioni in acqua
- Agli assoluti ero andato meglio
- Le sensazioni sono buone, ma adesso è quello che valgo (cit. Lapalisse)
- Col tempo di ieri ero medaglia, e il tempo ce lo avevo (bella forza… se lo hai fatto ieri)
- È andata come è andata
- Ho dato tutto quello che avevo
- È l’ultimo giorno, arriviamo tutti così (così come? Come la Hosszu?)
- Mi son basato su quello che avevo a fianco, pensavo andassimo più forte
Suggeriamo scuse meno banali ma di certo più fantasiose:
- Ieri ho fatto lo smollo con Greg ma non avevo capito che erano 7 chilometri
- Ho dormito poco ieri sera perché davano la saga completa di Harry Potter (variazioni sul tema: Star Wars, CSI Miami, Mission: Impossible)
- Stamattina mi sono svegliato ma la mia camera aveva un fuso orario diverso da quello del resto della nazione
- Ho sognato di battere Phelps nei 200 misti ma mi sono svegliato al passaggio dei 150 metri!
Note – Non è stata fatta violenza a nessun atleta. Tutti sono stati trascritti di spalle e con caratteri falsati per evitare eventuali ritorsioni nei loro confronti.
Il guru consiglia oltre a mental coaches e schiere di procuratori, la creazione di una figura nuova: il “media trainer”.
Non per imparare (peraltro) a parlare in inglese (basta una prof) ma soprattutto per fronteggiare eventuali ed inevitabili domande in zona mista.
Il personaggio che prepara, che serve a non fare certe figure, a mantenere il giusto profilo, a non dire certe… cose, a pensare che sono ad una competizione ufficiale internazionale per rappresentare il mio paese, a mantenere una dignità a volte scivolata nello scolo. E in italiano.
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