Si svolgerà il giorno 7 agosto il primo dei due eventi previsti per questa edizione del Grand Prix Sicilia, nella location di Avola in provincia di Siracusa.

Per l’occasione abbiamo intervistato Marco Martinetto, nuotatore milanese innamorato della Sicilia e l’atleta master vera sorpresa di questo Grand Prix, Francesco Nicosia (Asd Poseidon Sporting Club Catania).

Non perdetevi le loro dichiarazioni!

di Annamaria Mangiacasale

Pronti a preparare nuovamente i vostri borsoni? La VI tappa del Grand Prix Sicilia Open Water, vi aspetta!

Gara nuova, ma in una location che avete bene imparato a conoscere in queste ultime edizioni del Grand Prix: Avola (SR). La gara è organizzata dall’asd Trirock. Per saperne di più a livello tecnico, abbiamo chiesto all’ormai noto Presidente, Paolo Zanoccoli:

La gara nasce per riprodurre dal punto di vista sportivo la processione religiosa, che ogni anno si svolge durante l’ottava di Santa Venera (leggi QUI per approfondimento).

Si tratta della I edizione ed è inserita all’interno della manifestazione “Avola Open Water”, che comprenderà anche le gare che si svolgeranno durante la finale del 17-18 Settembre. Si tratta di una gara in linea di 2700m, con un’unica boa di virata obbligatoria. Questa condurrà gli atleti a portarsi parallelamente al molo del borgo marinaro, per arrivare infine al traguardo.

I partenti saranno circa 150 e sono previste due gare diverse: una per i tesserati FIN e l’altra per quelli del circuito ASI.

Per decantare le bellezze del litorale avolese, non volendo essere di parte, abbiamo chiesto a Marco Martinetto, atleta master della Nuotatori Milanesi, trai più fedeli seguaci del Grand Prix.

Marco, una passione che ti porta a spostarti da Nord a Sud. È più amore per il nuoto o per la Sicilia?

Non smetterò mai di ringraziare il nuoto in acque libere, che mi ha permesso di conoscere questa fantastica terra: la Sicilia. L’amore è il medesimo e l’accoppiata è vincente. Se vogliamo essere precisi è grazie al GP Sicilia OW se negli anni ho maturato questo sentimento. Le continue trasferte in terra Sicula per gareggiare sono diventati veri e propri momenti di scoperta del territorio.

Sappiamo che di recente hai preso casa proprio in questa zona; cosa ti ha colpito in particolare di questo territorio?

Da molti anni sia io che la mia compagna Antonella trascorriamo molto tempo in Sicilia e non solo per le vacanze estive. Ho perso il conto dei costi dei voli aerei, B&B e ristoranti. Conti alla mano abbiamo deciso di fare questo grande passo. Il fascino del Barocco, l’incanto della natura selvaggia, i sapori della Sicilia e l’accoglienza delle persone, ci hanno portato a scegliere la costa orientale e in particolar modo la Val Di Noto, territorio con mille pregi e altrettanti difetti (forse più difetti); pian piano stiamo imparando a convivere anche con quelli. Abbiamo avuto modo di vivere il territorio anche al di fuori dei periodi estivi, quando tutto può sembrare bello e affascinante, semplicemente per il fatto di essere in vacanza. Ma abbiamo imparato che anche in pieno inverno la Sicilia sa travolgerti con le sue meraviglie. Non abbiamo avuto particolari problemi ad integrarci con questa nuova realtà, grazie anche al calore e l’accoglienza che fanno parte del DNA del popolo isolano. I tempi e i modi di vivere le giornate sono sicuramente differenti rispetto al frenetico Nord, ma sposo completamente la filosofia del carpe diem siculo: “mangia, vivi e si nni futti” (trad.: mangia, bevi e stai senza pensieri), che ogni tanto può considerarsi lecito e ti fa star bene. Peccato che poi ritornando a Varese ti riassale il “mal di Sicilia”.

Come sei approdato al nuoto master?

All’età di 6 anni ho avuto il piacere di assaporare il cloro, iniziando a imparare a nuotare in piscina. Dopo 4 anni la mia carriera da nuotare finì e cominciai a praticare altri sport, come il ciclismo e il calcio. Tuttavia, anche questo percorso sportivo si concluse.

Dopo una ventina d’anni di vita dedicata al cibo e al riposo, ripresi a nuotare verso il quarantesimo anno di età, momento della vita in cui a noi uomini si riattiva il neurone di ritornare “fisicati”, sportivi, competitivi e in forma. Quindi decisi di ritornare al mio primo amore: il nuoto.

La Lombardia, pur non avendo il mare, è ricca di laghi e anche qui al nord negli ultimi 15 anni il nuoto si è evoluto spostandosi verso le acque libere. Così cominciai a fare le prime gare amatoriali nei laghi lombardi, spostandomi poi con gli anni verso competizioni in Liguria, Toscana, Sardegna e infine Sicilia. E meno male che l’Italia finisce qui 😊

A nostro parere sei tra quelli che meglio interpreta la gara secondo lo spirito master: divertimento, buon cibo e goliardia. Ma almeno un po’ di competizione per la gara la senti?

Il mio spirito “master” cerco di esprimerlo in qualsiasi campo gara, ma nuotare nei vostri (ormai posso dire anche “i nostri”) mari non ha prezzo.

Inoltre non posso evitare di considerare altri fattori, quale il “buon bere “e le bellezze femminili locali questa non so se si può pubblicare, ma è la verità ah ah😊 ) che, per chi mi conosce, costituiscono elemento di grande stimolo. La competizione la sento anche io. Non gareggiando in vasca, le competizioni in acque libere rimangono di fatto il mio obbiettivo e stimolo per gli allenamenti invernali. Non reputo tuttavia fondamentale l’aspetto competitivo, perché avendo un livello natatorio medio, non mi sento all’altezza di poter fare da competitor per qualcuno. Certo il mio risultato lo analizzo sempre, se c’è da sfidarsi in gara non mi tiro mai indietro e qualche soddisfazione quest’anno è arrivata.

Fondamentale per me è divertirmi, socializzare e vivere il GP; poi se arriva il risultato meglio: torni a casa con la medaglia e fai il figo in ufficio 😊. Come dico sempre “le medaglie si conquistano in allenamento, in gare le vai solo a ritirare”.

Un compagno o un avversario al quale vuoi lanciare un messaggio?

Il Grand Prix è diventato per me una grande famiglia, ogni tappa è diventata occasione per incontrarsi e socializzare, tutti sono compagni, avversari, ma soprattutto amici. Voglio solo citare due avversari di categoria M50 con i quali quest’anno sta maturando anche un legame d’amicizia, sia fuori che dentro il campo gara: l’instancabile Gaetano Zanfardino, compagno di “combinate fondo+sprint” e il fortissimo Fabrizio Musmeci, ormai inarrivabile avversario nelle gare sprint. Avrei tanti messaggi da lanciare (e non solo quelli) anche a un altro avversario di categoria: Paolo Zanoccoli. Ma purtroppo non gareggia quasi mai e spero continui a farlo sempre meno in Sicilia, perché senza l’impeccabile lavoro di Paolo e dei suoi collaboratori, in primis il Dott. m’baruzzu (trad. “compare, amico, compagno di avventure) Carmelo Regina, non potrei mai vivere i weekend più emozionanti dell’anno: le tappe del circuito.

Un messaggio a gran voce lo voglio mandare ad Annamaria Mangiacasale, compagna di gara fino a l’anno scorso. Quest’anno Annamaria è diventata la fotografa ufficiale del nostro Grand Prix ed è impegnata ad immortalare con scatti professionali tutti i momenti che caratterizzano ogni singola tappa. Di conseguenza manca da tanto tempo alle gare del circuito. Annamaria ora te lo chiedo ufficialmente: se ti riesce, tra uno scatto e l’altro, torna a gareggiare! Mi manca la partner ufficiale di gara e le nostre tattiche 😊 !

Infine vorrei ringraziar la mia campagna di vita Antonella Gambino, che riesce sopportarmi non solo durante le tappe del Grand Prix, ma quasi ogni giorno. Quest’anno Antonella si è tesserata FIN con una società siciliana, la Trirock, a dimostrazione del fatto di come questa “seconda vita” in Sicilia ci stia avvolgendo sempre di più.
Nuotare è il mio stile di vita, se lo fai in mare è più bello se il mare è siciliano è bello ancora di più.

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Nel ringraziare Marco per le sue parole e nel dargli appuntamento, come nuotatrice, alla finale del Grand Prix Sicilia (che si terrà sempre ad Avola … quindi SEGNATELO!), voglio passare la parola all’atleta master protagonista di questo Grand Prix. Chi legge la nostra rubrica, avrà avuto modo già di conoscerne il nome e le performances. Per il mondo del nuoto in piscina, una garanzia; per l’open water una vera e propria rivelazione: Francesco Nicosia

Francesco Nicosia, l’atleta che non avremmo mai immaginato di vedere ad una gara open water. Ci racconti com’è avvenuta questa “conversione”?

Saluto e ringrazio, onorato per questa intervista. Il passaggio è stato inizialmente per allungare una stagione che, senza considerare i Campionati Italiani master, sarebbe finita a maggio.

Assecondando l’indole sportiva è iniziata una vera e propria sfida con me stesso, nei confronti di un elemento che ho sempre considerato come dispersivo e in alcuni momenti anche tenebroso.

Nuotatore Poseidon da sempre, come i grandi calciatori che indossano una maglia sola per tutta la vita. Il tuo passato di agonista è noto a tutti. Cosa ti ha insegnato la carriera agonistica e quali sono, secondo te, i valori da cui non si può prescindere per riuscire nello sport?

Sicuramente lo spirito competitivo, dove l’obiettivo principale è superare sé stessi divertendosi. Per fare tutto ciò, tuttavia il nome ed i trascorsi non ti aiutano. È sempre necessario un allenamento con programmazione constante.

Questa esperienza in acque libere la dobbiamo considerare come una parentesi o un inizio?

Ancora è troppo presto per capirlo, posso dire solo che mi piacciono le sfide e migliorarmi sempre.

Volendo fare un paragone tra gare a mare e in piscina, quali sono le sensazioni diverse che hai provato?

Mi spiazza non avere ancora la capacità di conoscere e studiare gli avversari, cosa che nel bene e nel male in piscina mi riesce meglio.

Hai già “puntato” qualche nuotatore in particolare che vorresti battere?

Mi piacerebbe puntare qualcuno, anche per potere esprimere al meglio, come detto prima, quello spirito competitivo che mi appartiene. Purtroppo a mare mi è stato difficile mantenere punti di riferimento, ma questo potrebbe essere uno dei limiti su cui lavorare e migliorarsi.

Tu lavori come fisioterapista, hai qualche consiglio da dare agli atleti su cosa fare prima di entrare in acqua e cimentarsi in una gara, in modo da evitare infortuni?

I miei posso essere consigli banali: da quello di non gareggiare senza aver praticato un minimo di attivazione muscolare, a quello di evitare esposizioni al freddo o, nel caso delle acque libere, sotto il sole. Ogni atleta conosce ormai gran parte degli accorgimenti, grazie anche al lavoro di tanti allenatori che si spendono per noi, sia professionalmente che umanamente.

Infine, voi dirci qualcos’altro?

“MA CU MU FICI FARI???” (trad. “MA CHI ME LO HA FATTO FARE!)

Foto: Annamaria Mangiacasale