La Maledetta è il nome della mia sveglia. Sta suonando quell’insopportabile motivetto che mi sbranda dai sogni. C’è sicuramente lo studio di un pool di esperti “rompiglioni” dietro queste schizofreniche melodie.

Lancio il braccio come se fosse l’ultima bracciata e invece di sbatterlo contro la plancia lo faccio arrivare dritto dritto sulla Maledetta. Fai silenzio!!! Hai vinto ancora tu. Te possino!!!

Il primo pensiero è quello di realizzare  in che giorno mi sto svegliando. Scoperto a che punto della settimana mi trovo, metto a fuoco  che cosa mi aspetterà  prima durante e dopo il lavoro.

Ed è tra le smorfie di disapprovazione per  un “Ma no, anche oggi…” e un “speriamo non ci sia traffico” in cui realizzo che…… colpo di scena… c’è l’allenamento di nuoto. Oggi si nuota. E giù dalla branda.

Dietro quell’ “oggi si nuota” ci sono mille sfaccettature. C’è il piacere di rivedere i compagni di squadra con i quali ci si è scambiati commenti, battute e battutacce nella piscina virtuale del gruppo di  WhatsApp.

Immergersi in quell’acqua intrisa di masochismo e impegnarsi come se non ci fosse un domani. Ritrovarsi  come nel terzo tempo dei rugbisti intorno a un tavolo a mangiare…. e.. si…. come se davvero non ci fosse un domani. Perché è noto  a tutti che il nuoto è un generatore infinito di fame.  Ti apre lo stomaco come Mosè aprì le acque del mare.

La giornata spesso è come una gara di Salvamento. Salti, corri, nuoti, trascini… una prova dietro l’altra. Sicuro che non saranno  solo rogne o capate nel muro ma l’obiettivo resterà sempre quello: l’allenamento in Piscina.

Chi di voi si ricorda il Carosello?

Esatto, era il momento della serata  in cui l’attenzione dei  grandi e dei bambini veniva risucchiata dal tubo catodico. Lo aspettavamo per vedere e rivedere il teatrino delle réclame e per canticchiare i loro intramontabili slogan. La fine del Carosello segnava la fine della giornata. “A letto dopo il Carosello”, dicevano i miei genitori.

Ecco, ora Il mio Carosello è l’allenamento serale di Nuoto.

Entrare in quel teatro e partecipare a una commedia di cui già si conoscono la sceneggiatura e gli attori. Tutti rigorosamente in costume. A teatro non si indossano i costumi di scena?

Sai già che ci sarà quello che ti schiaffeggerà i piedi, quello che ti tamponerà  mentre stai facendo tecnica. Il vanitoso e la vanitosa che distrattamente metteranno in risalto muscoli e forme da BayWatcher. Sai già che un istante prima di iniziare un B2 / C1 / D / B1  etc. etc. quello davanti a te ti dirà “Io non parto. Vai tu, va”.

Arriverai a fine allenamento che ti sentirai come un omino del calciobalilla, senza braccia.

Come se non ci fosse un domani? Peggio. Certe sere il Coach ci spreme così intensamente da temere di non arrivare al domani. L’altra sera ha descritto l’allenamento come un “Massimo Consumo che sfociava in Tolleranza”. Sembrava un appassionato di arte agli Uffizi nel pieno della sindrome di Stendhal.

Insomma, conosciamo già il copione. Finiremo aggrappati alle corsie come naufraghi alle zattere e chiedendoci “Ma perché…”. Ma perché? Perchè io voglio questo, voglio sentirmi così e se solo uno dei miei amici di vasca fosse assente io ne sentirei subito la mancanza. Perché voglio che il copione non cambi mai.

Voglio un posto sicuro in cui poter stare bene e al sicuro.

E’ cosi. La vivo così e mi piace.

E’ Ora di imbustarsi nel letto e spegnere la luce. Click.

……domani c’è allenamento………ronf ronf……..rooonf

Buone Bracciate a tutti

Cloro Cuffia