​IL GRANFONDO. Questa è la storia di questi Campionati Europei raccontata dall’esterno, con un pezzo di cuore all’interno

Il nuoto di fondo è una delle discipline sportive più imprevedibili in assoluto.

Gli atleti di quasi tutte le Nazionali sono arrivati ad Ostia intorno al 14 agosto e no, niente grigliata di Ferragosto il 15, bisogna rimanere concentrati. Già dai primi giorni c’era nell’aria il sentore che non sarebbe andato tutto secondo i piani. 

Trovo giusto sottolineare il fatto che tutti gli atleti continuavano a rimanere concentrati e determinati nonostante il clima di incertezza riguardo il calendario gare. D’altronde il nuotatore di fondo lo sa che la gara finisce solo quando si tocca il tabellone d’arrivo ma allo stesso tempo comincia anche molto prima del fischio d’inizio: mesi, alcune volte addirittura anni.

La 25 km è una gara psicologicamente complessa e fisicamente massacrante. I nostri sei eroi sono stati dei gladiatori. Entrare in acqua in quelle condizioni era già una prova di coraggio. Nessuno di loro ha tentennato: nonostante un mare arrabbiato si sono armati di tenacia e spirito combattivo. E noi vogliamo comunque ringraziarli per quello che ci hanno fatto vedere.

Mario è uno dei tre atleti che l’anno scorso ci ha rappresentato alle Olimpiadi di Tokyo, ed è sicuramente uno degli atleti italiani più forti degli ultimi anni. Nemmeno il mare mosso è riuscito a turbare il suo atteggiamento da guerriero.

Dario arrivava all’Europeo da Campione del Mondo in carica con il desiderio di dimostrare in casa quello che vale. La voglia di ripetersi era tanta e sicuramente quella non è stata annullata come la gara ma solamente rinviata. La rabbia e la delusione erano scontate ma certamente saprà metterle in un contenitore e tramutarle in determinazione per il futuro.

La voglia di riscatto di Matteo dopo la delusione ai Mondiali gli si leggeva in faccia e l’ha dimostrato mettendosi spesso in testa alla gara e strapazzando gli avverarsi. La rabbia che gli rimane la lasciamo bruciare come carburante fino alla prossima gara.

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Veronica era al suo secondo Europeo e stava dimostrando di essere a suo agio tra le più forti di questa distanza. Nei suoi occhi lucidi a fine gara rimanevano riflessi i sogni di una giovane atleta che ha lavorato tanto per raggiungerei i suoi obiettivi e che gli sono stati momentaneamente tolti per un errore altrui. Ti aspettiamo alla prossima.

Silvia era l’altra matricola di questo Europeo e si è ritrovata in una gara che ha avuto a dir poco dell’incredibile. È un peccato che la prima esperienza in Nazionale sia stata così ma siamo sicuri che non sarà l’ultima. C’è tempo per riscattarsi.

Barbara era una delle favorite alla vigilia; come sempre non si è risparmiata e ha combattuto ogni bracciata. Quest’anno l’abbiamo vista macinare chilometri di gara come non mai ed il commento era “ma come fa a fare anche questa?”. La sua forza incredibile se la porta con se e ce la mostrerà di nuovo alla prima occasione possibile. 

Fa male pensare che questi ragazzi abbiano lavorato duramente per mesi, anni, che si siano buttati in acqua in condizioni molto difficili per quattro ore e nonostante tutto ciò non possano vedere il loro nome sulla classifica finale. Ma siamo anche tutti sicuri che avranno modo di farci vedere quanto valgono e noi saremo lì al loro fianco a sostenerli e a fargli il tifo ancora più di prima!

Loro non si sono persi in un mare in burrasca ma hanno pagato il prezzo di chi si è perso in un bicchiere d’acqua.

Un applauso a tutti gli atleti, i tecnici e lo staff che hanno lavorato duramente al fianco di tutti i ragazzi per accompagnarli in questo splendido percorso.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4