Dopo la tappa siracusana svoltasi all’Area Marina Protetta del Plemmirio, rieccoci nuovamente a parlare di Grand Prix Sicilia. Il Golfo di Cefalù, in provincia di Palermo, domenica 31 luglio sarà lo scenario di questo nuovo appuntamento.

Per chi non conoscesse ancora la location, si tratta di una cittadina normanna a circa 70 km da Palermo, situata ai piedi di un promontorio roccioso. Fa parte del Parco delle Madonie ed è inclusa nel club de I borghi più belli d’Italia.

L’evento, giunto alla sua III edizione, è organizzato dall’ asd Olympia Palermo, con il supporto logistico della Nuoto Kepha e vedrà lo svolgimento di due gare, la 5 km FIN ed il miglio ASI. Per saperne di più su questa gara, abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea Runfola (Olympia Palermo).

di Annamaria Mangiacasale

Andrea, siamo abituati a vederti in veste di nuotatore, anche piuttosto bravo, diciamo la verità; questa volta ti tocca invece indossare i panni dell’organizzatore. Vuoi parlarci un po’ di questa gara, sia dal punto di vista tecnico, che organizzativo?

Sicuramente preferisco le vesti del nuotatore, molto meno faticose sia dal punto di vista fisico che mentale. Vivendola da atleta la gara dura un’ora scarsa, mentre da organizzatore dura praticamente un mese. A pensarci bene potrei parlare di masochismo: non vedo altri motivi che possano indurre a volere organizzare una gara. In realtà c’è dietro una grande passione: non c’è nulla di retribuito e il nostro impegno è volto a poter far vivere al meglio ad altri la nostra stessa passione.

Dal punto di vista tecnico questa gara è molto particolare dal punto di vista della tipologia di mare. A Cefalù nel 90% dei casi c’è vento di levante, peculiare della zona. Ciò comporta un tipo di onda piccola, con una frequenza molto breve, che va affrontata in un determinato modo, per ottimizzare la nuotata. Nel caso della nostra gara, andando verso Santa Lucia, ci troveremo questa corrente alle spalle, mentre tornando verso il molo ce la troveremo frontale. Per me è il mare più bello in assoluto, perché ti costringe a nuotare in un determinato modo.

Dal punto di vista organizzativo è una grande sfida. Cefalù è una città turistica, che nel periodo estivo richiama una grande quantità di turisti. Ciò comporta maggiore difficoltà nel poter trovare sia le strutture ricettive, che lidi disposti ad ospitare la manifestazione. Sono tuttavia difficoltà che vale la pena di affrontare. Cefalù è un posto meraviglioso e merita di essere vissuto non pensando soltanto alla gara, ma anche godendo di ciò che offre il paesaggio; le occasioni di divertimento pre e post gara non mancano di certo.

Come sei arrivato al nuoto master, hai un passato da agonista?

Sì, io ho iniziato a nuotare a 8 anni. Invogliato da mio fratello che gareggiava in mare, mi sono subito avvicinato al mondo delle acque libere e a 10 anni, da esordiente B al primo anno, ho vinto il primo Grand Prix nazionale di mezzofondo. Sono stato l’ultimo di questa categoria a vincere il Grand Prix, difatti l’anno successivo hanno vietato la partecipazione a questo tipo di gare agli esordienti B. Probabilmente in Federazione si sono resi conto che a soli 10 anni c’era un pazzo che disputava tutte le gare a mare. Tra l’altro al tempo, era uno sport molto diverso da quello di ora. Potrei definirlo più estremo. Si nuotava infatti con qualsiasi condizione marina e le barche che seguivano la gara erano solo due o tre.

A 14 anni poi ho iniziato ad appassionarmi a distanze maggiori, come la 12 km e a 16 anni vinco nuovamente il Grand Prix Nazionale, stavolta di fondo, categoria ragazzi. Purtroppo poi un problema alla spalla mi costringe ad abbandonare il nuoto, rendendo necessaria un’operazione. Stare lontano dal mio sport però non mi faceva stare bene, tempo dopo decido così di fondare con un gruppo di amici la Nuoto Kepha. Pian piano, anno dopo anno, è andata sempre meglio. Ora sono tornato finalmente ad un livello “decente”.

Quest’anno ha visto l’introduzione dell’uso delle boette per i nuotatori master. Vuoi esprimere le tue considerazioni in merito?

Non sono un sostenitore della boetta, anche se capisco le motivazioni riguardanti la sicurezza, da parte di chi l’ha introdotta. È una regola che però snatura per noi master questo sport. È vero che nuotando non si sente tantissimo, ma in molte altre occasioni, durante la nuotata, è parecchio fastidiosa. Ad esempio non ci si può più girare per guardare gli avversari; per non parlare delle situazioni di gruppo, dove è necessaria molta attenzione, perché si rischia di rimanere impigliati.

In partenza già più volte mi è capitato di venire tirato, volontariamente o involontariamente. Oltretutto è diventato quasi impossibile fare delle strategie: chi era bravo nel visualizzare il campo gara, non può godere più di questo vantaggio. Con le boette si sa in qualsiasi momento dove si trovano tutti i nuotatori, avendo un punto di riferimento così evidente e non si può più superare un avversario, aggirandolo da lontano per non farsi vedere.

Il discorso è diverso in allenamento, dove tutti dovremmo utilizzarla per motivi di sicurezza, rendendoci visibili alle barche che spesso navigano a velocità elevate non facendo caso ai nuotatori.

Possiamo definirti un esperto del nuoto di fondo. Hai qualche consiglio da dare a chi vuole migliorare in questa disciplina?

Per chi si avvicina a questo sport consiglio innanzitutto di allenarsi duramente in piscina, per acquisire maggiore sicurezza e dove comunque si riescono a fare dei lavori migliori dal punto di vista tecnico. Ovviamente consiglio di nuotare tanto anche a mare: bisogna conoscere bene il mare e saper adattare la nuotata in base alle onde e alle correnti. L’importante è sempre essere consapevoli: il mare può essere pericoloso, raccomando di andare sempre in compagnia, non troppo lontani dalla costa e di averne sempre rispetto.

Se vuoi dirci, qualcos’altro … vai, argomento a piacere!

Spero di vedere il maggior numero possibile di atleti domenica, anche se la concomitanza con altre gare ha un po’ influito sul numero di iscritti. Di sicuro ci divertiremo tutti insieme in questo splendido mare.

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Tra le tante voci di questo Grand Prix, non potevamo non ascoltare quella di Alessandro Sciabbica, nuotatore master dell’ Olympia Palermo tra i più affezionati e assidui partecipanti al GP Sicilia.

Alessandro, per questa tappa giochi in casa, sei anche sponsor dell’evento. Possiamo definirla come la “tua” gara? Cosa significa per te poter gareggiare a casa tua?

Sicuramente la tappa di Cefalù la considero come “ la gara di casa “. È organizzata dalla mia società e io ho contribuito nel mio piccolo a renderla una tappa fondamentale del Grand Prix Sicilia.

Un ringraziamento particolare va ad Andrea Runfola che non si è risparmiato per fare andare tutto al meglio e sono sicuro che ci riusciremo.

Per me gareggiare sarà una emozione unica e saremo sostenuti dal tifo locale. Già immagino il dopo gara tra gioie e dolori e, come in tutte le famiglie che si rispettino, dobbiamo portare a casa un bel bottino partecipando in massa.

Non vedo l’ora …

Sappiamo che quest’anno sei stato eletto dalla tua squadra “Capitano Master”; di certo ne sarai molto orgoglioso, ma come nasce questa nomina?

La nomina di capitano mi ha sorpreso tanto. Credo che il nostro Presidente Enrico Lo Verde abbia premiato il mio impegno. Non ho mai fatto mancare la mia partecipazione nelle gare open water, culminate l’anno scorso con la vittoria al Grand Prix Italia di fondo categoria M50. La nostra società punta molto sulle gare open water e in questo momento siamo la prima squadra Master in Sicilia nel Grand Prix Italia e speriamo di salire ancora nella classifica nazionale. Punta di diamante il nostro Fabrizio Cavataio, che ha appena vinto il campionato italiano M25 nella 5 km.

Ovviamente sono più che fiero di rappresentare la mia squadra in mare.

Cosa è per te il nuoto?

Il nuoto è la mia seconda pelle. Io sono un oculista, a 19 anni ho abbandonato il nuoto per dedicarmi agli studi. Ho ripreso a 45 anni e non credo che smetterò più di nuotare.

Il nuoto è svago, salute, amicizia, obiettivi, agonismo. È voglia di confrontarsi con gli altri e con sè stessi. Io sono un Nuotatore e questa cosa mi rende fiero e perché no … felice.

In gara si è tutti avversari, ma ci risulta che tu ne abbia uno in particolare e che probabilmente vi fronteggerete nella 5 km. Vuoi lanciargli un messaggio?

Ho fatto la mia prima gara open water a 12 anni: la prima traversata dei due golfi 10 km organizzata da Ernesto Anzon. Ho sempre considerato il mio unico avversario Alessandro Migliore, oltre che un mio grande amico.

Rientrato a 45 anni mi è toccato come avversario Paolo Zanoccoli, con cui mi sono subito conteso il primato al Grand Prix Sicilia. Lì ho capito che il nuoto master negli ultimi anni era davvero entrato in crisi 😂😂😂

Paolo mi soffre, soffre la mia caparbietà e il mio protagonismo. Dopo un paio d’anni finalmente gareggeremo di nuovo contro in una 5 km, ma io ho l’asso nella manica: se per caso me lo vedo davanti provvederò a bucare una boa e lo manderò in tilt 😃

 

Tantissime le gare in acque libere in cui ti sei cimentato. Ce n’è qualcuna che ti è rimasta nel cuore più di altre?

La gara più bella sicuramente la prima edizione della traversata Scilla-Cariddi del 1986. Una gara entusiasmante che preveda di attraversare lo Stretto. Arrivai secondo degli italiani e primo di categoria, ero appena un ragazzino. In quella occasione avevo contro il mitico Nino Fazio, categoria M25.
Costeggiare la Calabria attraversare lo stretto e costeggiare poi la Sicilia per 16 km è stata un’ emozione unica e indimenticabile.

Altro da aggiungere?

Per chiudere cosa dire … il nuoto è uno stile di vita, una passione incondizionata e non c’è nuoto senza mare. Infine: Zanoccoli accura (in dialetto siculo: stai attento!)😄

Insomma, capirete che dopo una “minaccia” alle boe, in questa tappa c’è da aspettarsi davvero di tutto!

Chi vincerà questa entusiasmante sfida? Non mancate, mi raccomando!

Foto: Sport Web Sicilia