Ci eravamo lasciati parlando di mute, acqua fredda e con un’estate che ancora mostrava timidamente le prime avvisaglie. Così se abbiamo potuto perdonare qualche assenza alla prima tappa di Isola delle Femmine (PA), non avrete più scuse per la seconda.

E cosa c’è di meglio di una nuova location per il vostro esordio in mare? Le spiagge dorate di Donnalucata ci aspettano!

di Annamaria Mangiacasale

Sarà il borgo di Donnalucata ad ospitare la seconda tappa del Grand Prix Sicilia. La frazione marinara in provincia di Ragusa da sempre vanta un mare incontaminato e ampie spiagge ricche di servizi. Storicamente richiama origini arabe, infatti pare che il nome Donnalucata derivi da una fonte di acqua dolce che sgorga sulla spiaggia e che nel periodo arabo era chiamata “Ayn-al-awqat”.

Uno scenario inedito dunque e una nuova società organizzatrice, la Water Sun Comiso. Al debutto nel panorama delle acque libere, ma punto di riferimento per il nuoto di fondo siciliano in vasca, ospitando ormai ogni anno nel proprio impianto i Campionati Regionali.

Per capire come nasce l’idea di cimentarsi in questa nuova avventura, abbiamo intervistato il Presidente della Water Sun e gestore della piscina comunale di Comiso Marco Daparo.

Vi abbiamo visti protagonisti dei Campionati Regionali di nuoto di fondo in vasca, che avete ospitato presso il vostro impianto. Il passaggio all’open water è quasi una tappa obbligata per chi si occupa in qualche modo di nuoto di fondo o era un’idea che avevate già da tempo?

Già da anni mettiamo a disposizione della FIN la nostra struttura per il nuoto di fondo; sono stati organizzati anche delle conviviali e siamo ben lieti di continuare questa collaborazione, che per noi è un’esperienza decisamente positiva. In quest’ottica stiamo cercando di avviare dei nostri atleti al nuoto di fondo, pur consapevoli che non è semplice portare avanti questa disciplina.
È un progetto che ho in mente da anni, anche perché essendo Presidente di una società di nuoto titolare di due stabilimenti balneari, ho sempre immaginato una manifestazione a mare in provincia di Ragusa. Tuttavia non ci sono mai stati i presupposti e tante volte è mancata la disponibilità; quest’anno abbiamo fortemente voluto fare questa esperienza, per dare rilevanza sia alla disciplina del nuoto in acque libere, ma anche alla splendida borgata di Donnalucata, di cui io vanto di essere il Presidente delle Associazioni Commerciali.

Cosa vi aspettate da questa esperienza?

Da questa esperienza ci aspettiamo innanzitutto continuità. Per la borgata è una grande opportunità.
Per questo week end, considerato l’alto numero di partecipanti, abbiamo già tutto pieno: dai B&B, agli Hotel, come anche gli stabilimenti balneari. Ci auguriamo quindi diventi un appuntamento fisso, duraturo nel tempo.

Quali sono state le principali difficoltà che avete incontrato nel passaggio da un’organizzazione di un campionato indoor a una tappa open water?

Più che difficoltà, si tratta di “diversità” di organizzazione. Per una gara a mare servono ad esempio le autorizzazioni della Capitaneria di Porto e del demanio marittimo; questo ha comportato già un notevole allungamento dei tempi dell’iter organizzativo. Si aggiunge inoltre il dover organizzare un sistema di salvataggio a mare con delle imbarcazioni, che non è una cosa usuale rispetto a un campionato di nuoto indoor.

Tra i vostri atleti agonisti ce n’è qualcuno in particolare che si distingue particolarmente in questo tipo di distanze?

Non abbiamo degli atleti specializzati nel nuoto di fondo, ma ne vantiamo uno che è una punta di diamante, campione regionale di categoria, che ha partecipato agli ultimi campionati nazionali assoluti a Riccione. Si tratta di Giuseppe Angilieri, che a 15 anni ha già infranto diversi record regionali che appartenevano a Luca Marin. Pur non essendo uno specialista del nuoto di fondo, si sta avvicinando a questa disciplina.

Vuole aggiungere qualcos’altro?

Donnalucata è un borgo marino incantevole. Nel rispetto delle sue origini arabe ho voluto chiamare i miei due locali “Aziz”, che vuol dire “amico” e “Sabir” che sta a significare “cultura del mare”.
Vi aspetto questo weekend, cogliete l’opportunità di conoscere Donnalucata, le sue coste, i tanti servizi offerti e l’ottima cucina locale.

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Per quanto riguarda i Master, tra i più attivi del nostro Grand Prix, c’è senz’altro Giampiero Brugaletta della Polisportiva Sport Club Erea, catgeoria M40.

Giampiero, quest’anno avrai finalmente la possibilità di “giocare in casa”. Sarete in tanti tra master e agonisti. La considerate una tappa come le altre oppure ha un significato particolare?

Sono veramente molto contento che finalmente quest’anno ci sia una tappa del Grand Prix Sicilia in provincia di Ragusa. Era assurdo che una costa così ampia e con un mare così bello non avesse una tappa che la rappresentasse in Sicilia. Giriamo molto per le gare a mare, facendo tanti kilometri ogni week end, in macchina prima ancora che in mare.Finalmente per una volta non dovrò prendere l’auto.

Quali caratteristiche presenta la costa dalle tue parti?

La location scelta è quella più adatta, con lo chalet del Sabir Beach Club che serve la spiaggia e anche a livello di fondali. La costa ragusana ha difatti la particolarità di presentare dei fondali molto bassi anche a grandi distanze. Ciò avrebbe reso complicato riuscire a rispettare gli standard regolamentari. La scelta effettuata ha invece consentito che tutto possa svolgersi nel migliore dei modi.

È difficile coinvolgere i compagni di squadra alle prime armi o una tappa in casa rende tutto più semplice?

Organizzare in provincia di Ragusa significa attirare nuovi atleti in questo mondo. Avendo la gara “sotto casa” è facile che, anche chi non ha mai provato, si senta invogliato. Alla fine sono certo che su 10 nuovi atleti che proveranno si innamoreranno di questo sport e con non intendo del nuoto in generale, ma del nuoto a mare che è un qualcosa di completamente diverso rispetto al nuoto in vasca.
Si riscopre il contatto con la natura: il mare quando è calmo ti dà la possibilità di godere dei suoi fondali, mentre quando è mosso puoi sentirne la potenza. Molti miei amici, che da tempo volevano provare questa esperienza, hanno finalmente trovato il coraggio di iscriversi, anche se li ho dovuti pressare parecchio. Però adesso non vedono l’ora! Siamo più di 20 iscritti, che per Ragusa credo sia un record assoluto. La cosa che più mi rende felice è che avremo la possibilità di presentarci a una tappa del Grand Prix come squadra e non i soliti 3-4.

Qualche consiglio da dare a chi si cimenta con queste distanze per la prima volta?

Ho sempre insistito con i miei compagni di squadra, cercando di invogliarli e cercando di fargli capire quanto sia fantastico questo sport, che ti aiuta a scoprire i tuoi limiti e ad affrontare le tue paure, soprattutto quando si tratta di distanze più importanti. Il consiglio che voglio dare a chi si cimenta per la prima volta è quello di affrontare tutto non come una gara, ma come se fosse una gita, da vivere però in due modi diversi. Ogni gara è infatti un viaggio in cui si scopre da una parte il posto in cui si nuota e lo si condivide con i propri compagni, ma soprattutto un viaggio dentro sé stessi, in cui si scopre una parte di sè che viene fuori solo in particolari circostanze. Nuotate sereni senza pensare alla competizione. La gara master deve essere puro divertimento.

Qual è stata la tua prima gara in mare cosa ricordi in particolare di essa?

La mia prima gara a mare è stata la Traversata dello Stretto di Messina. Come dice bene il motto che la caratterizza, è stata davvero un’emozione. Questa gara infatti, più di altre è fatta da tante cose: strategie, correnti, barcaioli, meduse. È stata un’esperienza fantastica che mi ha fatto innamorare di questa disciplina.
La gara più difficile della mia vita, ma anche la più bella è stata la 10 km di Milazzo. 10 km è una distanza enorme e ciò che succede durante non si può esprimere a parole, solo chi partecipa avrà la possibilità di scoprirlo. Si attraversano tutti gli stadi della vita: l’entusiasmo iniziale, l’euforia quando si sta per arrivare, momenti di sconforto a centro gara, quando senti che i muscoli stanno per mollare e non vedi ancora il traguardo. Mentalmente è qualcosa di assoluto.

Immagino di non poterti chiedere quale sarà la tua strategia per questa gara, ma solitamente come ti prepari per affrontare queste distanze?

Io non uso strategie, ma vado a sensazioni, in base anche alla condizione fisica. Da quando è arrivata la mia piccola bimba, che ha quasi due anni e riempie tutti i miei spazi, gli allenamenti sono diventati pochissimi, quindi vado di esperienza. Guardo il mare, guardo la corrente. Conosco i miei avversari e cerco di agganciarli, cercando di non perderne la scia. Altre volte loro prendono la mia. Poi si decide tutto negli ultimi 500 metri.

Chi sono i tuoi diretti avversari di quest’ anno?

Solitamente non ho nemici durante le gare, ma ho un rivale che mi batte sempre: Valerio Farruggio. Sono però contento che sia lui, è una persona alla quale voglio molto bene, molto onesta e leale. Poi ci sono i rivali inarrivabili, che sono come esempi da seguire. Uno di questi, per me come per altri, è Tony Trippodo: per la sua tecnica e per la sua strategia che la rendono imbattibile, ma soprattutto per la sua umiltà, modestia e semplicità; qualità che chiunque si avvicini al mondo del nuoto non può non possedere.

Dopo queste belle parole avete ancora dubbi se partecipare o meno? Crediamo proprio di no!

Ci vediamo a Donnalucata e ci “rileggiamo” per il diario di bordo della seconda tappa!

Foto: Annamaria Mangiacasale