Se dovessi scegliere una parola per descrivere il nuoto utilizzerei l’aggettivo “onesto”.

Il nuoto è onesto perché non può mentire sulle prestazioni, perché quello su cui si è lavorato in allenamento viene restituito in modo trasparente dai risultati.

Tuttavia non utilizzerei mai lo stesso termine per definire chi pratica questo sport: i nuotatori sono bugiardi e di seguito vi spiegherò perché.

Durante l’ultima gara di nuoto, mentre mi trovavo in camera di chiamata, improvvisamente ho assistito ad un immancabile teatrino: quasi come fossi protagonista di un déjà vu, un avversario ha iniziato a parlarmi di quanto fosse impreparato alla competizione, di quanti allenamenti avesse saltato e di come i suoi miglioramenti dell’ultimo periodo fossero stati più “un colpo di fortuna” che il frutto di impegno e training.

Sapevo che si trattava di una bugia e ho quindi iniziato a recitare la mia parte di nuotatrice incredula di fronte al suo record una volta terminata la gara.

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Inutile ricordare poi, di quante volte i compagni di corsia mi hanno lasciata partire per prima, lamentandosi di crampi, malesseri o stanchezza per poi solleticarmi i piedi per tutta la durata della serie.

Mi sono chiesta centinaia di volte perché i nuotatori siano così bugiardi.

Non sarebbe più semplice raccontare in modo sincero di quanto ci si è allenati e qual è la nostra reale forma fisica del momento? Non risulterebbe più trasparente intimorire l’avversario facendogli sapere in modo chiaro quanto si è preparati invece che sperare di coglierlo di sorpresa?

Non smetteremo mai di usare le nostre bugie e i nostri “trucchetti”, e neppure riconosceremo di averlo fatto.

In fondo, allo stesso modo in cui ci prodighiamo in rituali pregara, mostrarci impreparati rappresenta per noi un modo per esorcizzare la paura della competizione, l’ansia da prestazione in allenamento o il giudizio severo del nostro coach.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4

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