Un quartetto competitivo, che alla fine, pur di rischiare la squalifica, ci ha provato ad arrivare a ridosso dei più forti.

Il sesto posto, come dice giustamente anche il capitano Filippo Magnini

Non è da denigrare, ma quando ti giochi una finale mondiale devi necessariamente rischiare al centesimo per cercare di toccare davanti agli altri.

“Resta un po’ di rammarico” ha aggiunto il primo frazionista Luca Dotto, sotto tono questa mattina, più pimpante nella finale in questione (48″64).

L’Ungheria non era poi così lontana: “Ci sarebbe voluto il tempo del 2008”, ha continuato Magnini, che tra una dichiarazione e l’altra prova a tener alto il morale dei compagni, soprattutto dei più giovani, probabilmente soprattutto quello di Ivano Vendrame, suo il cambio che ha portato alla squalifica.

I parziali raccontano un 47″93 da parte dello stesso Vendrame, un 48″08 di Alessandro Miressi e un 48″32 così così di Filippo Magnini.

La velocità azzurra insomma ha trovato sì una nuova formazione, ma ha bisogno di quel rodaggio necessario affinché si crei una formazione competitiva per un podio mondiale.

A proposito, sopra l’Ungheria c’è stato il bel duello tra Brasile e USA, con Bruno Fratus che fino all’ultimo ha cercato di “lezakare” Nathan Adrian. Alla fine sono stati gli americani a salire sul gradino più alto, anche loro con una nuova formazione. Per i brasiliani resta comunque una grandissima prestazione che fa ben sperare tutto il movimento giallo-oro.

 

(Foto: Fabio Cetti | Corsia4.it)