Pomeriggio intenso e ricco di sorprese il secondo da Copenaghen.
Come già anticipato ieri, la città della Sirenetta regala colpi di scene e clamorose debacle: un primo quadrimestre post mondiale in piena regola, in cui tutti i freschi reduci dalla ressegna iridata stanno un pò tirando il fiato in vista della stagione estiva, lasciando spazio alle seconde linee ma soprattutto ai giovani.
Eh già, perché di giovani se ne stanno vedendo tanti e in tante gare e anche noi stiamo mettendo in mostra dei bei pezzi da novanta.

Il pomeriggio inizia con i 50 farfalla donne: non ci colpisce troppo la doppia esclusione di Bianchi/Di Liddo, giunte a ridosso della qualificazione per la finale (buona comunque la loro prova), quanto per la non qualifica della Sjöström, prima delle escluse con 25”80 e a quasi un secondo e mezzo dal suo migliore. Nulla pare scalfire il sorriso di Ranomi Kromowidjojo, prima con 25”28 e apparsa in buona forma.
I 200 stile maschi mettono in luce la prestazione maiuscola di Rapsys, ragazzone lituano del 1995 già bronzo ieri nei 200 dorso e che rivedremo ancora nei 200 farfalla. Il suo crono al limite del 1’40” ha davvero molto ben impressionato per consistenza e mostra un deciso migliramento. Peccato non averlo visto anche sulla doppia distanza. Si difende il nostro Lombini, comunque ottavo in una finale di alto livello che ha messo in mostra personaggi nuovi della distanza. Completano il podio Krasnyk e Scott.
Altra finale e altra sorpresa. A farne le spese Marco Koch che non riesce a recuperare dalla partenza bruciante di Prigoda. 2’01”11 per il russo, 2’01”52 per il tedesco. Respiro di sollievo per non aver dovuto pronunciare il nome del secondo tedesco in finale, SCHWINGENSCHLOEGL, giunto quinto.
La semifinale dei 100 stile donne ripropone il duello SjöströmKromowidjojo. Vince la prima Plume, idolo di casa (52”09), anche piuttosto nettamente sull’olandese (52”49) e svedese (52”65). Nella seconda la spunta la francese Bonnet in 51”71, regalando comunque l’ennesima finale alla Pellegrini, in corsia 1 con 52”85.
Assolo del magiaro Bernek nei 400 misti, ennesimo prodotto di un vivaio inesauribile. 3’59”47, unico sotto i 4′ in una finale tutto sommato modesta. Settimo il neo capitano azzurro, Turrini, con 4’09”11, lontano dalla sua forma migliore e dal suo crono post mondiale.

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Nei 100 dorso donne, con Pellegrini e Coleman a guardarla dalla panca, Hosszú imperturbabile si mette al collo l’ennesimo oro, 55”56, mezzo secondo meno di Toussaint (NED, 56”21) e Kameneva (RUS, 57”01).

Ci sarà molto da lottare per le medaglie domani, nell’analoga gara al maschile, ma ci sarà in corsia 5 anche Simone Sabbioni, 50”26 per lui. Pare senza rivali il giovanissimo russo Kolesnikov, che con 49”25 nuota il WRJ e non è nemmeno troppo lontano dal WR di Grevers. Dietro di lui, grande bagarre, con i 7 qualificati tutti in mezzo secondo. Fuori dalla finale l’altro azzurro, Mora, in 51”46.

Chi guarderà la finale dei 100 misti donne dalla tribuna sarà invece la bravissima Ilaria Cusinato. Ancora un crono a ridosso dei 60” e seconda tra le escluse in una gara che vedrà, manco a dirlo, la Hosszú in pole position: il suo 57”64 mette quasi 2” di distacco con la Sjöström, evidentemente poco a suo agio tra i 4 stili ma pur sempre seconda con 59”40.

Per noi italiani, il clou aspettato e temuto è arrivato alle 18.31. La doppietta dei 100 delfino uomini ha un sapore dolcissimo: Rivolta, 49”93; Codia, 49”96. E non è nemmeno una questione di grandi assenti: i due sono autori di una prova molto convincente, ciliegina sulla torta di un paio di annate che hanno visto Codia in continua crescita e ci stanno regalando un grande ritorno per Rivolta. Davvero bene se non benissimo.

 

Mancava il bronzo e ci pensa SuperSimo Quadarella. 8’16”53, un po lontana da Kapas (8’11”13) e Koheler, 8’10”65. Non è la sua distanza e non è la sua vasca, ma è di sicuro la conferma di essere una protagonista del mezzofondo al femminile e una grande interprete mondiale. L’allieva di Minotti sta già lavorando ad una grande stagione estiva.

Finale dei 50 delfino come anticipato senza Sjöström. Ci pensa Kromowidjojo in 24”78 a toccare davanti alla danese Beckmann. Vittoria non in discussione per l’olandese che si avvicina comunque anche al primato della manifestazione di due anni fa.

In chiusura di giornata sfumano i sogni di medaglia della MiStaffetta mista con la “rottura” del dispositivo di partenza che compromette la prova di Sabbioni e di tutta la staffetta. Vince l’Olanda in 1.37.71 con il record dei Campionati a 3 centesimi la Bielorussia e 4 la Francia.