Non si può stare tranquilli, nel mondo del nuoto, nemmeno quando le acque delle piscine si calmano tra un evento e l’altro.

Questa settimana parliamo di tormenti.

I Tormenti della ISL

Sono iniziati i playoff della terza stagione ed i sentimenti verso (e all’interno) la lega professionistica di nuoto sono contrastanti. Da una parte lo spettacolo non manca, perché il fomat garantisce sempre una base narrativa che fa della tensione e del pathos il suo cuore pulsante. Il bellissimo match 13, ad esempio, è stato esemplare da questo punto di vista, una lotta punto a punto prima a tre e poi a due squadre che si è conclusa solo dopo l’esito dell’ultima skins race: perfetto.

Non mi sembra però che nella post-season si siano rispettati i canoni di livello che la ISL ha promesso nel momento della sua fondazione. Come ho già scritto nelle considerazioni a caldo dopo il primo giorno di gare, affrontare i playoff senza tre delle più grandi star della lega è da considerarsi una sconfitta. Per dipiù, non mancano solo Dressel, Manaudou e Hosszú, ma anche diversi altri atleti, alcuni dei quali protagonisti principali come Zach Apple, Hali Flickinger, Chase Kalisz, Jay Litherland e Szebasztián Szabó. Ad inizio stagione avevano declinato sia Adam Peaty che Pernille Blume, impegnati in tv, e salta la stagione in toto anche Michael Andrew, forse penalizzato dalla scelta no vax.

Al netto di infortuni, scelte sanitarie e di calendario, la sensazione generale è che ci sia qualcosa che non va, provo a dirne tre.

  1. La ISL non è ancora vissuta dagli atleti come l’evento catalizzante del calendario (complice anche la stagione post-olimpica con tutte le complicazioni di questa ultima edizione). Si preferisce puntare agli Europei in vasca corta, ai Mondiali in vasca corta o alle rispettive selezioni Nazionali che qualificano a questi eventi. Perfino Kyle Chalmers ha (forse non a caso) nuotato il world record in Coppa del Mondo FINA, appena una settimana dopo la fine della regular season di Napoli. Il motivo della sua scelta potrebbe aver a che fare con il punto 2.
  2. La ISL ha dei mal celati problemi con i pagamenti. Non è un mistero, ne hanno scritto molti dei siti americani più autorevoli e ne hanno parlato anche i nuotatori, alcuni dei quali hanno pubblicamente difeso la lega chiedendo comprensione. Però sembra che il tempo limite stia per scadere, e sono comprensibili sia le posizioni pro che quelle contro. Avere pazienza verso un progetto che è ancora in fase di lancio ci sta, ma ci sta anche che i nuotatori inizino a ragionare sul discorso economico. Anche perché, in fin dei conti, il motivo per cui la ISL è nata (cioè far diventare il nuoto uno sport professionistico ed i nuotatori dei professionisti) viene meno senza un’adeguata solidità finanziaria.
  3. La ISL stravolge il concetto di preparazione. Prendiamo il caso limite: ISL a settembre, Europei in corta a ottobre, ISL a novembre, Assoluti e poi Mondiali in corta a dicembre. Ci sono atleti che hanno gareggiato ininterrottamente per più di tre mesi e che hanno quindi scelto di programmare la stagione in un modo che è inedito per il mondo del nuoto. Il tempo ci dirà se la scelta è stato saggia o meno, e probabilmente avremo risposte diverse da allenatori ed atleti diversi. Indubbiamente, ci troviamo ancora nel campo delle ipotesi e non tutti sono disposti a rischiare così tanto.

Se c’è qualcosa che la ISL può fare, subito e a costo zero, è essere un po’ più chiara nella comunicazione, almeno nella parte sportiva.

Quali sono gli atleti che saltano i playoff? Per quale motivo non ci sono? Sarebbe già un passo avanti e potrebbe smorzare voci e supposizioni che, inevitabilmente, rimbalzano tra siti e social.

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I Tormenti della LEN

La questione è un po’ complicata, provo a riassumere velocemente i fatti.

Nel marzo scorso, in seguito alle accuse di irregolarità fiscali mosse dal presidente onorario Bartolo Consolo, la LEN è stata sottoposta ad una perquisizione ed al sequestro d alcuni documenti nei suoi uffici di Nyon.

Da quel momento, il fronte anti-Barelli (attuale presidente della LEN) si è organizzato per presentare una petizione contro il presidente appena rieletto, che ha portato a fissare una data ed un luogo per un’assemblea straordinaria: 5 febbraio 2022, Francoforte.

Il 6 novembre, la LEN ha sospeso per un anno le federazioni di Croazia e Portogallo, motivo ufficiale: aver usato il logo della LEN nelle carte della campagna intrapresa contro l’attuale dirigenza federale. La sospensione, tuttavia, necessitava dell’approvazione della FINA, l’organo mondiale del nuoto.

Ora la FINA, con un comunicato ufficiale, annulla la sospensione delle due Federazioni e conferma la loro presenza con diritto di voto sia a Francoforte che al consiglio straordinario FINA che si terrà ad Abu-Dhabi nei giorni dei Mondiali in vaca corta. Le motivazioni sono riassumibili in tre punti:

  • Non è stato seguito il giusto processo.
  • Le azioni sono chiaramente motivate politicamente e guidate dall’interesse personale
  • Le azioni vanno contro l’etica della nuova leadership FINA, che abbraccia l’inclusione, l’uguaglianza, l’integrità e l democrazia.

Si tratta di manovre politiche che poco hanno a che fare con la vasca, ma che rischiano di influenzare la serenità dell’ambiente e, di conseguenza, la crescita del nuoto come sport e come movimento.

I Tormenti del Doping

Con un’altra azione netta e decisa, la FINA ha deciso di espellere Lothar Kirpe, capo medico della DDR e responsabile della somministrazione, tra il 1975 ed il 1985, di sostanze dopanti a più di 50 nuotatori, alcuni dei quali minorenni e totalmente ignari. Kipke, che della FINA faceva parte ed era stato anche premiato per il suo lavoro come membro della commissione medica, ora è a tutti gli effetti espulso e cancellato dalla lista dei membri d’onore.

Queste le parole del presidente FINA, Husain Al-Musallam:

Non c’è posto per il doping in acqua e certamente non c’è posto per gli individui che sono stati giudicati colpevoli di aver causato gravi danni al nostro sport e di aver ingannato gli atleti. Che un medico faccia del male agli atleti in cerca di medaglie è inaccettabile e sono orgoglioso che la FINA abbia deciso di lanciare un messaggio chiaro.

In bilico sembrano esserci anche tutte le medaglie vinte dalla Germania dell’Est:

La FINA continuerà ad ascoltare attentamente la comunità del nuoto mentre affrontiamo le azioni del passato e allo stesso tempo portiamo avanti le riforme per il futuro. Sono pienamente fiducioso che le misure che stiamo implementando significano che gli atleti acquatici possono essere sicuri della determinazione della FINA nel proteggere gli atleti puliti e promuovere lo sport pulito.

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