Walter Bolognani, il responsabile del nuoto giovanile italiano reduce dai trionfi agli Eurojuniores 2016, ci parla della stagione 2017 fittissima di impegni, dell’annosa questione del rapporto tra scuola e sport e di tanto altro.

E’ il racconto – a tutto tondo – di un tecnico e delle opinioni che ha maturato in questi anni alla guida del settore giovanile della Fin, racconto che si può apprezzare appieno solo ascoltando il podcast, a cui rimandano anche le anticipazioni sotto riportate.

a cura di NuotoFan

1) Progetto tecnico verso Tokyo2020. Quali le continuità e le differenze rispetto al passato?

Bolognani sottolinea che verrà ripetuto tutto quanto di buono fatto nel precedente quadriennio, a partire dai suoi continui spostamenti in giro per l’Italia (è appena stato a Campobasso) per monitorare le varie realtà regionali.

Proprio di recente è stata la volta del Veneto, uno dei comitati più proattivi nell’assimilare i test preparati dalla federazione (da riportare poi nell’allenamento quotidiano). Test che poi verranno riproposti nelle altre regioni e macro-aree italiane, in modo da allestire un database significativo e confrontabile.

Non ci sono limiti categorici e prestazioni cronometriche da ottenere a tutti i costi per essere considerati e seguiti dalla federazione: il concetto è quello della apertura verso i ragazzi e del dialogo con i loro allenatori, soprattutto nel caso dovessero sorgere difficoltà e lanciati “segnali d’allarme” durante la stagione.

Sono previsti vari raduni (dopo quello di gennaio, ce ne sarà un altro dopo il meeting di S. Marino della prossima settimana) con analisi biomeccaniche e un check-up complessivo, in particolare rivolto agli atleti juniores, per rendere sempre più capillare quella rete di conoscenze avviata 10 anni fa.

L’ obiettivo è di monitorare tutto, senza proclami e squilli di tromba (“zitti e zappare”, dice Bolognani, il modo migliore per avere un ottimo raccolto).

2) Connessione scuola-sport. Differenze tra Italia e resto del mondo alla luce di quelli, sempre più numerosi, che decidono di fare esperienze all’estero.

Bolognani pone l’accento sull’esperienza di vita – comunque positiva – che ha la possibilità di fare chi decide di continuare gli studi e la pratica sportiva all’estero, anche solo per un anno.

In generale, si cresce sia dal punto di vista umano che atletico.

Dice di avere letto i reportage di Mauro sull’argomento, anche in quei casi in cui il nuoto viene interpretato in modo più soft, sia dal punto di vista delle pressioni dell’ambiente esterno che per l’intensità dell’allenamento richiesto.

3) Come poter conciliare meglio scuola e attività sportiva nel nostro Paese?

Bolognani dice di averne parlato con il presidente del Coni Malagò ad un recente convegno a Trento. E’ senz’altro positivo il progetto approntato da Coni e Ministero dell’Istruzione per consentire, in taluni casi, di seguire una parte delle lezioni da casa. E’ peraltro evidente come si sia ancora in una fase embrionale (“fumosa” si dice in studio) e non sia accettabile il limite ipotizzato dei migliori 12 verso cui concentrare le attenzioni.

4) La Federazione nuoto può aiutare, svolgendo un ruolo di “tutor”?

Bolognani assicura la disponibilità della FIN a sostenere gli atleti nel loro percorso scolastico. E’ chiaro che ci deve essere anche il contributo (la ragionevolezza) degli insegnanti e dei direttori didattici nel comprendere le peculiari esigenze di chi svolge un’attività sportiva e quindi può essere reduce da gare nel fine settimana o da allenamenti particolari in certi periodi dell’anno.

5) Alla fine della scuola secondaria, l’alternativa è solo tra gruppi militari ed estero se si vuole continuare a fare attività sportiva ad alto livello?

Intanto, è doveroso riconoscere l’importanza del ruolo dei gruppi militari – dice Bolognani – poi, certo, occorre sviluppare quei “germogli”, quei “segnali di fumo” di cui si parlava sopra a proposito del recente rapporto tra Coni e Ministero, coinvolgendo anche le università.

D’altronde l’università, per sua natura, ha meno rigidità della scuola secondaria. Occorre, anche qui, un cambio di mentalità (a partire da qualche Magnifico Rettore, chiosa Bolognani).

Il recruiting delle università USA in Europa, ed anche in Italia, è comunque molto efficace per tutto quello che, non solo di primo livello, possono offrire a chi svolge un’attività sportiva. Per Bolognani, è una prospettiva difficilmente rifiutabile…anche se, in passato, qualche caso c’è stato.

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6) Il calendario giovanile del 2017 è fittissimo, tra Mediterranean Cup, Eyof, Eurojunior, Mondiale Junior…, quali gli obiettivi?

Bolognani, dopo avere ricordato come sia improbabile ripetere i trionfi dello scorso Eurojunior (che ha visto 6 campioni individuali italiani e molte altre medaglie nelle staffette), passa in rassegna gli eventi e il significato che attribuisce loro.

La Mediterranean Cup, bellissima festa per i ragazzi, si svolgerà in concomitanza con il Sette Colli e vedrà una rappresentativa qualificata e numerosa (circa 28 atleti), con qualche assenza tra le punte (oltre alla sua alla guida dei tecnici, come accaduto lo scorso anno). L’ EYOF di fine luglio – diventato una sorta di Campionato Europeo per la categoria Ragazzi, con la connessa ansia da prestazione e i lunghi collegiali prima dell’evento fatti da varie nazioni europee – vedrà una partecipazione numericamente più ridotta (di circa 14 atleti) e qualificatissima.

E qui Bolognani pone l’accento ”sull’equivoco”, che rimane nella sua interezza: tutti a parole dicono che non bisogna caricare ragazzi così giovani di una simile pressione. Ma nei fatti, con l’EYOF così concepito, avviene proprio questo, con prestazioni che spesso valgono il podio anche all’Eurojunior.

Eurojunior che quest’anno sarà compresso in soli 5 giorni ed anticipato alla fine di giugno (dal 28/6 al 2/7). Entrambe le cose non piacciono a Bolognani, che rivela come, in particolare, abbia criticato (assieme ad altri tecnici) la scelta dei giorni ridotti di gare parlandone con il Presidente della Commissione Tecnica della LEN, da cui ha avuto assicurazioni di un possibile ritorno ai 6 giorni di gara nelle prossime edizioni.

Tempi limite duri? Al solito sì.., ma da quest’anno c’è la grande novità che il miglior junior si qualificherà già ad aprile: cosa non da poco per il movimento italiano, ricorda Bolognani.

7) Si potrà vedere una rappresentativa giovanile alla prossima FINA World Cup?

Probabilmente sì, risponde Bolognani. E’ evidente che, partendo la World Cup ad agosto, questo fatto preclude le prime 4-5 tappe per gli juniores che disputeranno i Mondiali a fine agosto. Ma alla World Cup potranno partecipare i Cadetti e anche gli Junior che vorranno “tirare dritto”.

 

8) Quale il significato dei Criteria, anche alla luce della recente ridefinizione?

Sono il momento conclusivo della stagione invernale, risponde Bolognani, un test per il movimento giovanile in vista della stagione estiva in vasca lunga.

Il Campionato vero e proprio è solo quello estivo; i Criteria, come detto, sono il test alla fine del macro-ciclo invernale svolto in vasca corta e devono mantenere la loro peculiarità di festa sportiva (proprio per questi due aspetti Bolognani è contrario a farli svolgere in vasca lunga).

9) Sandro Donati ha ricordato come un allenatore debba essere prima di tutto un educatore. Come si traduce questo, lavorando in particolare nel mondo giovanile?

A noi tecnici – dice Bolognani – piace rimanere nell’equivoco di fondo di cui si parlava prima. Tutti concordi nell’affermare che bisogna avere pazienza, fare crescere i ragazzi, educarli, ma poi, appena entrati in piscina, si “estrae il cronometro come una colt” e “si sparano tempi e serie”.

E’ evidente, invece, che di fronte si hanno persone che vanno trattate come tali, con le loro diverse caratteristiche, esigenze; ragazzi che devono trovare un loro equilibrio, una loro serenità.

Gli allenatori italiani sono tecnicamente imbattibili – continua Bolognani – ma in certi casi carenti nel fare crescere la persona aldilà del risultato agonistico immediato.

Così si bruciano atleti e Bolognani si dice orgoglioso del fatto che i nuotatori da lui allenati abbiano avuto le migliori prestazioni dopo i 20 anni.

Tornando al perché non essere d’accordo con il limite dei 12 migliori giovani di tutelare nello studio, si cita l’esempio di uno Scozzoli che, da ragazzo, non era certo tra i 12 più forti, ed in seguito ha fatto quello che sappiamo.

E poi perché non riconoscere che anche il 200° fa la stessa fatica (forse di più) del primo?

10) Abbiamo saputo del clinic di una settimana ad Ostia richiesto dai tecnici israeliani.

Bella esperienza, dice Bolognani, in cui ci sono stati chiesti tutti gli aspetti (psicologico, fisiologico, tecnico, metabolico) della nostra gestione dei nuotatori, quale è la nostra filosofia del nuoto e come organizziamo le nostre scuole-nuoto.

Poi rivela altri due incontri, quello già fatto con una rappresentanza kuwaitiana e quello da fare con un team maltese, dato che è comunque importante, per crescere, confrontarsi anche con chi è meno forte dal punto di vista cronometrico.

Per finire, Bolognani, ricorda come sia pronto a ripartire, a Rovereto, con il Progetto Talenti nella categoria ragazzi per il 2017-2020.

Basta il placet del CONI, chiosa.

(foto copertina: Walter Bolognani Facebook)