Dopo il burrascoso mese di aprile, dove praticamente tutti i giorni c’era una gara e un possibile Top & Flop dietro l’angolo, a maggio torna calma piatta, anche se un paio di squilli a inizio e fine mese ci sono stati.

Tra Trofeo Maria Lenk, Japan Open e Campionati Francesi, maggio ci regala “vecchietti” alla ribalta e qualche giovane delusione (specialmente in Francia).

Bando alle ciance, chi saranno i buoni e cattivi di questa edizione???

⇑ TOP ⇑

Scelta non semplice, perché le opportunità questa volta erano notevoli.

Ben Proud è in uno stato di forma eccezionale, e il cambio di coach e squadra sembra avergli giovato. Charlotte Bonnet da parte sua è stata la miglior cosa vista ai Trials francesi, con un tempo che finalmente la porta tra le migliori al mondo.

Ma chi mi ha stupito veramente???

Nicholas Santos! E’ lui il Top di maggio!

Incredibile la storia di questo ragazzo di 37 anni, che ricorda a tutti quanto anche uno sport come il nuoto stia aumentando la sua longevità. Ok, parliamo sempre di 50 metri, non di più e la forza fisica (soprattutto nel delfino) conta ancor più che la tecnica. E Santos di forza ne ha parecchia, grazie al suo metro e 91 e a quasi 90 chili di muscoli.

Quello nuotato al Trofeo Maria Lenk a Rio è qualcosa di inaspettato: 22″61 nei 50 farfalla lo manda direttamente in testa ai ranking mondiali stagionali, ma anche di quello all-time senza costume gommato, secondo solo al 22″43 in poliuretano di Muñoz del 2009.

 

Nessuno se lo sarebbe mai aspettato, forse nemmeno lui che di personale aveva un 22″79 dell’aprile 2012, prima della deludente spedizione di Londra.

Appuntamenti internazionali che non gli hanno mai sorriso più di tanto, dato a livello individuale ha sempre raccolto più delusioni che gioie: a Barcellona 2013 per esempio, dopo il primo tempo ottenuto nelle semifinali si lasciava strappare il podio iridato chiudendo quarto. E non bastavano le tante medaglie conquistate con le staffette e i compagni di sempre Cielo, Lima, Fratus e Guido.

Ma la “vecchiaia” porta bene a Nicholas. Ai Mondiali di Kazan 2015 sale sul secondo gradino del podio nei 50 farfalla, diventando il medagliato mondiale più anziano di sempre!

Allora fu Manaudou a batterlo: quest’anno il velocista francese non ci sarà, ma Proud e Le Clos sono pronti a prendere il suo posto. Sarà più la pressione di una riconferma o la spensieratezza di aver già dato tanto al mondo del nuoto a pervadere l’animo di Santos sul blocchetto magiaro?

Intanto incassa il premio di Top di Corsia4. Scusate se è poco!

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⇓ FLOP ⇓

Si va direttamente in Francia senza nemmeno passare dal via!

Quasi tutti i francesi meriterebbero l’amara punizione di essere i peggiori del mese, ma spulciando qua e là, per un motivo o per l’altro, riesco a salvarli quasi tutti. Eh no, uno proprio non posso.

Non parlo di Stravius, che in effetti non ha brillato affatto, ma era reduce da un infortunio piuttosto lungo. Chi stava bene e ci si poteva aspettare al salto di qualità definitivo era… Jordan Pothain!

Salito alla ribalta proprio ai Campionati Nazionali dello scorso anno grazie allo svarione dei giudici nell’assegnazione della seconda piazza dei 200 stile libero vanificando la qualificazione a Rio al campione olimpico in carica Yannick Agnel, Jordan dimostrò nei mesi successivi di essere un prospetto interessante.

Oltre al gesto di generosità (o imposto dall’alto?) di cedere il posto nei 200 stile ad Agnel, ai Giochi brasiliani polverizza il suo primato personale dei 400 stile (il VIDEO della gara) nuotando un ottimo 3’45″43 che lo manda diretto alla finale olimpica. Un tempo non lontanissimo dal primato francese, che non riesce però a replicare in finale chiudendo ultimo e appena sotto il 3’50”.

Crono decisamente positivo rispetto a quanto visto dal Pothain dei giorni d’oggi: 3’50″06 gli basta giusto per confermare l’oro nazionale, ma non per andare a Budapest. Ancor peggio nei 200, secondo in 1’48″66 a più di due secondi da quanto nuotato a Rio in apertura della 4×200.

Insomma il Pothain che tornava da Rio non era un fenomeno ma un atleta in ascesa, e anche il quinto posto ai Mondiali di corta di Windsor nei 400 stile poteva confermarlo.

“È uno schiaffo che prendo” ha ammesso Pothain al termine della finale dei 400, dove paga un passaggio azzardato in 1’51″6. Ma l’obbiettivo per lui e per il suo coach Guy La Rocca è già Tokyo 2020: “Sono deluso ma sapevo che dopo il picco della finale olimpica dello scorso anno ci sarebbe stato inevitabilmente un calo” (leggi la news in francese).

Anche per lui dunque un anno di esperimenti, che però invece di mandarlo al Mondiale lo terranno a casa a guardare i compagni dalla tv, staffette permettendo! Il Flop del mese è tutto tuo!!!

(Foto: Facebook)