Dopo l’intorpidimento dovuto alla pigrizia post Natale e alla conseguente totale o quasi assenza di gare da visionare, finalmente qualcuno torna a fare qualcosa, i blocchetti si rianimano di atleti, le tribune di flash e applausi, i portafogli di banconote… ma di questo ve ne parlerò in un’altra occasione!

Fatto sta che grazie alla prima tappa dell’Arena Pro Swim e del Camille Muffat Golden Tour, all’Euro Meet e soprattutto alla Kosuke Kitajima Cup qualcosa di interessante torna a vedersi, dai tempi immemori, natatoriamente parlando, dei Mondiali di Windsor.

Questo mese non ho avuto dubbio alcuno su chi premiare come “Top del mese”, mentre qualche problemuccio c’è stato per nominare il flop: Darkpool con tutta la sua spietatezza ha provato a suggerirmi l’Iron Lady Katinka Hosszú, caduta in qualche prova durante le sue dodici fatiche di Ercole.

Non ce l’ho fatta, anche perché lei come tutti gli altri, di certo in questo periodo non puntano ai temponi, ma a resettare la forma in vista di appuntamenti chiave dell’anno.

Bando alle ciance allora, oggi protagonisti sono i ranisti, uno in particolare, questo giovinotto qua sotto, numero uno di questo mese… e del 2017!!!

TOP

Kosuke Kitajima | Facebook

Impossibile pensare ad altri nomi!

A Ippei Watanabe basta una gara, poco più di due minuti in acqua per aggiudicarsi il quarto premio come “Top del mese” di Corsia4!

Per i più distratti il nipponico, come un lampo a ciel sereno ha mandato in fermento redazioni sportive di mezzo mondo stampando a sorpresa il nuovo primato mondiale dei 200 rana, scendendo a 2’06”67, primo e unico uomo sotto al muro dei 2minuti7secondi.

Il tutto nella cornice perfetta, a Tokyo, alla Kosuke Kitajima Cup, giusto uno che un paio di WR e ori olimpici li ha messi in bacheca. Però, tutta sta sorpresa proprio non la è, e ora vi spiego perché!

  1. Era già stato primatista mondiale
  2. Detiene il record olimpico dei 200 rana

Watanabe, classe 1997, si mette in luce nel 2014 quando ai Japan Open stampa il nuovo primato Mondiale Juniores dei 200 rana, nuotando in 2’10”23, e conquistando ad agosto l’oro olimpico giovanile a Nanchino, toccando in 2’11’’31. Un crono comunque importante, che gli avrebbe permesso di entrare tranquillamente in finale agli Asian Games di pochi mesi dopo. Il giovane giapponese invece non c’è, e non si qualifica nemmeno l’anno dopo ai Mondiali di Kazan, nonostante tra aprile e maggio del 2015 abbassi ancora il WRJ prima in 2’09”89 e poi a 2’09”75.

L’allergia ai grandi appuntamenti assoluti sembra spezzarsi nel 2016, quando riesce a qualificarsi per i Giochi Olimpici grazie al secondo posto ai Trials del Sol Levante alle spalle del compagno Koseki. A Rio, Watanabe entra in semifinale con l’ottavo tempo, per poi stupire il mondo con il nuovo primato olimpico di 2’07”22, strappato a Dániel Gyurta.
Tutto d’un tratto è lui il favorito, con tanto di grosse chance di nuovo record mondiale, che però non arriva, così come salta l’appuntamento con le medaglie a cinque cerchi.

A 19 anni ha tutto il futuro davanti, ma già a novembre 2016 lo vediamo in buona forma ai Campionati Asiatici di nuoto, a Tokyo. Arrivano le prime medaglie che pesano, con l’oro sia nei 100 ( 59”99) che nei 200 ( 2’08”19 ).

Non le vediamo nella vetrina di fine anno di Windsor, ma ci basta aspettare fine gennaio per trovare il suo incoronamento a re della rana… lunga, perchè Peaty altrimenti si arrabbia.

 

2’06”67, con una gestione gara perfetta: passaggio in 1’01”33, ritorno in 1’05”34!

Qual’è il segreto del talento nipponico???

Parte della risposta la troviamo tra le righe dell’articolo di Swim Swam nel quale il suo coach della Waseda University, Keisuke Okuno, che ha portato al bronzo olimpico nei 200 farfalla Masato Sakai, spiega quanto lavori sulla parte inferiore del corpo. Serie di esercizi quali squat e stacco con pesi, salti alla corda, ½ squat jump, pistol al TRX, salto rana e climbing, hanno dato una maggiore consapevolezza nel colpo di gambe di Watanabe, che è anche aiutato da un fisico asciutto (76 kg per un metro e 96 cm).

 

In più ha la tradizione dalla sua parte: la rana giapponese è sempre stata forte e rivoluzionaria, come quella di Masaru Furukawa che nuotando per oltre mezza vasca sott’acqua stampò diversi primati mondiali a cavallo tra il 1954 e 1955

Video WR dal secondo 47

Ai giorni nostri è Kosuke Kitajima il modello perfetto di rana nipponica, dominatore di 100 e 200 negli anni 2000, quando ha abbassato per ben tre volte il WR, nel 2002, 2003 e nel 2008.

L’ultimo esempio è quello che meno deve seguire il neo primatista mondiale: Akihiro Yamaguchi nel 2012, subito dopo i Giochi di Londra realizza il nuovo record mondiale per poi sparire e non raccogliere prestazioni degne di nota.

La pressione è ora tutta su Ippei! Gli “basta” vincere l’oro a Budapest per farci tutti contenti!!

Yamaguci | sports.ndtv.com

 

L’ultimo esempio è quello che meno deve seguire il neo primatista mondiale: Akihiro Yamaguchi nel 2012, subito dopo i Giochi di Londra realizza il nuovo record mondiale per poi sparire e non raccogliere prestazioni degne di nota.

La pressione è ora tutta su Ippei! Gli “basta” vincere l’oro a Budapest per farci tutti contenti!

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FLOP

Come dicevo è stato terribilmente difficile trovare una vera e propria delusione da queste prime gare dell’anno. Non ci si aspetta niente di clamoroso da nessuno, anche chi ha faticato nei mesi precedenti non è tenuto adesso a prendersi una rivincita ma nei mesi che verranno.

Qualcuno ha scricchiolato, come detto di Katinka che non ha vinto proprio tutte le sue gare, o Mack Horton in Australia ha fatto il bagno tanto per rituffarsi in piscina dopo le esperienze in mare (leggi QUI le nostre pillole di nuoto).

Alla ricerca disperata di un grosso nome disgraziatamente in difficoltà o di qualche gaffe clamorosa – tipo 4×100 stile donne canadese a Windsor – che giustificasse il riconoscimento di “Flop del mese” mi cade l’occhio sui risultati dei francesi a Nizza.
La squadra transalpina ha perso pezzi da novanta negli ultimi anni, e lo squadrone che a Londra 2012 arrivò quarto nel medagliere è crollato al 17° posto a Rio senza nemmeno un oro.

 

Ma c’è un settore in particolare in cui la Francia fatica da diversi anni a proporre atleti di qualità, e tra Euro Meet e la prima della Golden Cup questa tendenza si è confermata: parlo della rana transalpina, che in questo momento fa parlare di se più per le sue cosce fritte che per i risultati in vasca!

A Nizza i ranisti francesi non hanno di certo brillato, lasciando ad altri le vittorie ma soprattutto non convincendo per tempi nuotati. Ad oggi, nel ranking mondiale di queste prime settimane del 2017 troviamo fra i primi 30 al mondo solo Quentin Coton, 30° nei 100 rana con 1’03’’22 e 15° nei 200 con 2’16’’67. Peggio ancora le donne, che piazzano solo Solène Gallego al 26° posto nei 50 rana in 32’’53.

Vero è che mancavano i due migliori interpreti dello stile in questione, ovvero Giacomo Perez-Dortona e Fanny Deberghes (vedi foto sotto – Facebook). I migliori ranisti degli ultimi due anni francesi hanno però raccolto veramente poco al di fuori delle Alpi: Dortona ha trovato la semifinale nei 50 sia a Kazan che agli Europei di Londra (dove ha fatto semi anche nei 100), mentre la Deberghes è sempre stata eliminata in batteria, sia ai Mondiali che a Londra.
Entrambi poi non hanno retto la dura selezione olimpica dei nostri cugini, rimanendo esclusi da Rio e “condannando” la Francia a non avere ranisti ai Giochi Olimpici.

Discorso simile per quanto visto all’Euro Meet, dove i colori francesi impallidiscono al confronto di Peaty, ma anche degli azzurri Bizzarri, Carraro e Castiglioni.

Che succede ai ranisti d’oltralpe? Sarà solo un momento, una fase di transizione?

Succede un po’ a tutti – no, agli Stati Uniti no! – ed è capitato anche da noi. Per ritrovare un ranista competitivo a livello internazionale dobbiam tornare a Hugues Duboscq, tre volte bronzo ai Giochi tra Atene e Pechino nei 100 e 200, ma anche bronzo mondiale a Montreal 2005 e argento a Roma 2009 nei 100, occasione nella quale ha stampato il record nazionale che ancora gli appartiene.

Duboscq | www.telegraph.co.uk

Proprio guardando i primati francesi vediamo quanto si faticoso il ricambio generazionale: in lunga Duboscq mantiene 100 e 200 datati rispettivamente 2009 e 2008, mentre Dortona è riuscito a prendersi almeno quello dei 50 ma sempre nel 2009.

Peggio ancora le donne: l’unica medaglia olimpica è datata 1984 con il bronzo di Catherine Poirot nei 100, poi il nulla nonostante i primati nazionali tutti in mano a Sophie De Ronchi (2009, 2011, 2009).

Non sembra nemmeno esserci qualche giovane promessa pronta a sfondare – come succede da noi con Martinenghi – difficilmente vedremo la bandiera della Francia sventolare sul podio Mondiale quest’estate.

Intanto portano a casa il “Flop” di Corsia4, e nel dubbio si consolano con un piatto di rane fritte. Buon appetito!

(Foto copertina: I. Watanabe | J. Getz / USA TODAY Sports – FFN / Facebook)