​Domenico Acerenza con la sua riflessione verso gli impianti sportivi e i gestori ci ha fornito il collegamento perfetto, per introdurre la chiacchierata che abbiamo avuto il piacere di condividere con il Direttore Sportivo di una piscina romana, la Polisportiva Salvetti, e il suo staff nei giorni passati.

Facciamo un passo indietro.

Settimana scorsa sull’account Instagram del nuotatore azzurro, è apparso il commento che riportiamo di seguito.

 
 
 
 
 
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A post shared by Domenico Acerenza (@dome_ace)

​Una riflessione importante, chiara e semplice che fa emergere come con quanta grande leggerezza e non curanza le istituzioni abbiamo gestito questa fetta di lavoratori e di giovani.

La nostra stessa Costituzione fissa in modo inequivocabile e trasparente al primo articolo quanto segue: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Siamo tutti pienamente consapevoli della grande difficoltà e complessità di questo virus, ma ad oggi sentiamo il dovere e l’urgenza di condividere idee per provare a trovare nuove soluzioni e se non a risolvere problemi, quantomeno provare a limitare dei danni futuri.

I nostri Azzurri sono straordinarie risorse per lo sport, misurati e schivi alle “chiacchiere da bar”, grandi lavoratori, concreti, determinati, divertenti e divertiti. Sono un grandissimo esempio di carriera per i nostri nipoti, figli e per il nostro futuro.

Ma il mondo del nuoto è fatto di ulteriori figure di altrettanta importanza che si muovono dietro le quinte. Questi professionisti lavorano: sulla coordinazione, le tecniche del nuoto, la pianificazione e la gestione delle competizioni e delle lezioni, si occupano della manutenzione degli impianti sportivi, si occupano di giovani che poi nel futuro potrebbero diventare atleti di eccellenza, investono il loro tempo negli esseri umani; si occupano di famiglie, di storie ed è anche in questo pezzo di processo “economico” che si lavora per costruire, possibilmente, un futuro migliore.

Oggi come sempre, ma più di sempre abbiamo a cuore: centri sportivi, tecnici e coordinatori.

La Polisportiva Nuotatori Salvetti è una piccola realtà sportiva, che in un quartiere di Roma, ha sempre offerto un servizio sportivo di eccellenza e un impegno sociale non quantificabile. Ad oggi purtroppo la Polisportiva vive un momento molto duro, comune denominatore con altri centri. Abbiamo fatto una piacevole conversazione con il Direttore Sportivo, Salvatore Canciamilla, che tiene duro e non molla.

Il Direttore Sportivo ci ha spiegato di quanto si sia sentito abbandonato dalle Istituzioni, di quanto non ci sia stata chiarezza sul “perché” un centro sportivo dovesse rimanere chiuso mentre una caffetteria o un ristorante potessero avere anche solo la scelta da prendere se lavorare o restare chiusi. Ai centri sportivi, non è mai stata data la possibilità di organizzarsi e lavorare durante questa emergenza, non gli è stato permesso di poter coprire quei costi fissi che un impianto sportivo richiede: utenze elettriche, idriche, manutenzioni.

Piscine e centri sportivi, così come cinema e teatri, nei piani di emergenza non ci sono proprio rientrati. E noi ci siamo chiesti “perché”?

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​I centri acquatici sono centri di unione, forniscono un’educazione motoria ed offrono, per delle categorie di sportivi più sensibili, attività educative e riabilitative necessarie per un migliore sviluppo motorio e psicofisico. Le Associazioni Dilettantistiche sono alla base dello sport, è da qui che possono nascere futuri campioni, è anche nelle associazioni dilettantistiche che si costruisce il futuro.

Inizialmente, ci ha raccontato Salvatore che per gli affitti degli impianti sportivi “privati” durante i primi 3 mesi di lockdown; le istituzioni hanno concesso un credito di imposta pari al 70%, strumento successivamente interrotto. Mentre per le piscine comunali è stato istituito un blocco totale e continuo degli affitti, che seppur un piccolo contributo è risultato comunque di grande supporto e ad ogni modo è stato gesto che non ti fa sentire “dimenticato”.

È per questa mancanza di cura da parte delle istituzioni, che il Direttore Sportivo della piscina Salvetti, si sta organizzando autonomamente per la gestione di un’eventuale procedura rimborsi pensando alla stagione a venire, sta valutando dei modi per poter ripartire anche ad regime ridotto e ovviamente in sicurezza. Ma nonostante questa sua proattività, Salvatore, matura ancora delle perplessità sul perché non siano stati concessi voucher per tornare in piscina o in qualunque centro sportivo e piuttosto siano stati incentivati: monopattini, bicilette o vacanze.

Come non mai le parole del Prof. Francesco Landi primario di riabilitazione geriatrica al Policlino Gemelli di Roma, fra i massimi esperti di Covid, ci tornano in mente a lettere di fuoco:

La pratica sportiva è essenziale per la salute e si può svolgerla senza rischi e con le dovute accortezze. Piscine e palestre non sono un luogo di divertimento, ma di cura ed è così che vanno trattate e la gente deve potersi curare.

Per questo arrivano urgenti altre tre domande: queste parole sono state ascoltate? È possibile che se ascoltate, sono state ascoltate con poca attenzione? Queste parole sono state mai valutate?

Ad oggi su confidenza di Salvatore, ricordiamo Direttore della Polisportiva Salvetti, sappiamo che i migliori e più immediati supporti pratici per il centro sono arrivati dai sacrifici di innumerevoli quadre del direttore e dal sostegno attivo delle famiglie degli agonisti che hanno a cuore: l’attività motoria dei loro figli, il sistema della Polisportiva che lavora per il futuro dei loro figli e per i figli di tutti gli altri soci.

La richiesta ultima del direttore è stata la seguente “Chiara lo sai che cosa vorrei? LAVORARE

Siamo onorati ed orgogliosi di aver riportato questa verità e speriamo davvero con tutto il cuore che, prima possbibile, la macchina del nuoto e dello sport possa riprendere a camminare per costruire bracciata dopo bracciata un futuro possibilmente migliore del presente. Noi abbiamo sempre creduto nella locuzione latina “Mens sana in corpore sano”, quindi chiediamo che vengano valutate le diverse possibilità di renaissance per tutti i lavoratori del mondo del nuoto, ovviamente, ma ci teniamo a rievidenziarlo mantenendo sempre il focus altissimo sulla sicurezza degli sportivi e del centro.

E concludendo speriamo davvero che le parole del Prof. Landi vengano ascoltate o rivalutate, affinché dei lavoratori possano tornare al loro posto e i giovani possano ritrovare nello sport l’energia di divertirsi andando a costruire passo dopo passo le basi del loro futuro.

Foto: Polisportiva Nuotatori Salvetti