Fatti di nuoto Weekly ritorna per parlare di Mondiale e lo fa con 10 numeri da ricordare direttamente da Fukuoka 2023.Poi un po’ di pausa, ma non vi preoccupate: ci si ritrova a settembre con molte novità!
Le finali in gare olimpiche centrate dall’Italia
Un passo indietro rispetto a Budapest e a Tokyo 2021, dove avevamo portato 15 e 19 atleti/staffette all’ultimo round. La concorrenza internazionale è cambiata molto, o forse è più giusto dire che questa è la concorrenza vera, mentre nel 2022 c’erano diverse assenze e diversi atleti non al top. Il fatto è che l’Italia ha fatto un passo indietro, da colmare immediatamente per presentarsi a Parigi nella modalità giusta per raccogliere quanto seminato in questi anni.
La posizione della 4×100 mista maschile, senza dubbio la delusione del Mondiale
Per uscirne con un insegnamento, però, bisogna pensare che a questi livelli nessuno è qualificato d’ufficio e che prendere sotto gamba una batteria ti può costare una medaglia. E per fare una finale Olimpica, ed avere la chance di vincere una medaglia, bisogna poi aspettare altri quattro anni.
Gli ori Mondiali di Mollie O’Callaghan
Nel nuoto femminile le cose cambiano in fretta, e di conseguenza non sappiamo quanto possa durare questo dominio della velocista aussie, ma c’è da scommettere che si possa trattare di un regno abbastanza lungo.
I record del mondo in gare Olimpiche migliorati a Fukuoka
Se teniamo conto che quest’anno sono caduti anche i record femminili dei 400 misti (Summer McIntosh), 200 dorso (Kaylee McKeownn), 200 rana (Evgeniia Chikunova) e dei non Olimpici 50 dorso uomini (Kolesnikov), sembra proprio che le cose inizino a farsi molto serie.
I primati personali degli italiani a Fukuoka
Escludendo Thomas Ceccon nei 50 farfalla (22.68, record italiano), sono tutti di atleti esordienti: Luca De Tullio (800 stile 7.46.87, 1500 stile 14.57.68), Anita Bottazzo (50 rana 30.02), Sofia Morini (200 stile 1.59.36), Chiara Tarantino (50 stile 25.11).
Questo ci dice che i giovani hanno approcciato l’esperienza con il giusto piglio, perché andare al Mondiale e migliorarsi è sempre una vittoria (chiaramente, per i più esperti migliorarsi è meno semplice), E guardando tra le righe si può intravedere un futuro interessante per la velocità donne, sulla quale la Federazione sta puntando molto, e anche nel mezzofondo.
Le edizioni consecutive dei Mondiali in cui l’Italia vince almeno un oro
L’ultima volta senza titoli è stata a Barcellona 2013, edizione dalla quale tornammo con due medaglie, il bronzo di Paltrinieri nei 1500 e l’argento di Pellegrini nei 200 stile. Un’altra era, ma ricordarla serve per pensare a quanto sia cambiato il nostro movimento in soli dieci anni.
Adesso consideriamo sotto le aspettative un Mondiale con sei medaglie, ai tempi era un passo avanti rispetto all’Olimpiade di Londra, la peggiore della nostra recente storia in corsia. L’Italia ha ormai un posto nella geografia del nuoto mondiale, un posto confermato da questa rassegna e che dobbiamo continuare a difendere con i risultati.
Gli argenti italiani a Fukuoka
Due sono argenti guadagnati, due ori mancati. Per Simona Quadarella nei 1500 era impossibile chiedere di più, visto che davanti ha solamente la migliore mezzofondista di sempre (Ledecky), e per Nicolò Martinenghi battere questa versione di Qin Haiyang era francamente impossibile. Discorso diverso per Thomas Ceccon nei 100 dorso: senza gli errori in partenza e arrivo avrebbe vinto, ma se ci dovevano essere degli sbagli meglio ora che a Parigi.
La staffetta 4×100 stile, invece, aveva la possibilità di vincere, considerato che Stati Uniti e Gran Bretagna erano fuori dai giochi (per motivi diversi) e l’Australia era, con qualche piccolo aggiustamento, alla portata. Urge un quartetto allargato a qualche riserva che dia fiato ai titolatissimi.
Gli ori individuali di León Marchand (e di Qin Haiyang, e di Kaylee McKeown)
Si è parlato molto di Qin Haiyang, primo uomo a mettere a segno l’incredibile tripletta 50-100-200 rana nello stesso Mondiale, e di Kaylee McKeown, che ha fatto la stesa cosa al femminile nel dorso. Incredibile per la differenza che c’è nelle tre distanze, come preparazione e condotta di gara, e incredibile per i tempi dei due in tutte le gare, di valore assoluto.
Per quanto mi riguarda, tuttavia, è Leon Marchand (oro nei 200-400 misti e 200 farfalla) il personaggio del Mondiale. Quel record strappato a Phelps, quel modo di intendere i misti, quelle apnee incredibili, quella versatilità: tutte cose che fanno di lui un fenomeno trainante per tutto il mondo del nuoto.
Le donne europee a vincere un titolo
E sono Rūta Meilutytė e Sarah Sjöström (due ori a testa), non esattamente due rookies. Il nuoto femminile in Europa è in ritardo verso il resto del mondo, dove è l’Australia a farla da padrone con Cina e USA a rincorrere nemmeno troppo da vicino. Sembra un gap generazionale importante, che lascia le donne europee più indietro degli uomini e che apre una riflessione generale sull’intero movimento.
Non credo si tratti di una questione di parità di condizioni, anche se lo sport femminile dalle nostre parti non è esattamente all’avanguardia, ma di un passaggio generazionale nel quale alcune potenze (Ungheria, Francia, UK) sembrano un pò indietro e dove comunque manca la Russia, storicamente forte nel nuoto femminile.
L’Italia è un’outsider: Pilato e Quadarella sono le nostre punte, dietro si muove qualcosa (Franceschi su tutte, poi Morini, Tarantino, Curtis, Bottazzo) speriamo facciano in fretta.
L’oro in vasca per l’Italia
Quello di Thomas Ceccon, nei 50 farfalla. Non il titolo che ci aspettavamo, ma non starei lì a sindacare troppo, perché un talento come Ceccon è difficilmente ripetibile.
La sua evoluzione ci lascia intravedere qualcosa che in Italia non abbiamo mai avuto, la stoffa del campione affiancata all’etica del lavoro del fenomeno. Ceccon ha una mentalità pazzesca che lo mette nel solco di Pellegrini e Paltrinieri, una versatilità unica (andatevi a vedere i risultati dei Categoria, dove ha gareggiato appena tornato da Fukuoka, nei 100 farfalla e nei 200 stile), e un approccio mediatico che può sembrare strano ma non è mai banale. Godiamocelo.
Foto: Fabio Cetti | Corsia4