Ieri la FINA ha annunciato che organizzerà un’edizione straordinaria dei Mondiali a Budapest, a cavallo tra giugno e luglio di quest’anno, riempiendo il buco lasciato da Fukuoka e annunciando così quattro edizioni dei Mondiali consecutive: Budapest 2022, Fukuoka 2023, Abu Dhabi 2024 e Kazan 2025.

Al di là delle questioni burocratiche ed economiche, è interessante capire quale sia il pensiero degli atleti, gli attori principali dello sport, che devono ora approcciarsi ad un periodo di difficile programmazione.

Ne abbiamo parlato con Fabio Scozzoli, che di esperienza ne ha da vendere e che come sempre ci ha fornito un punto di vista chiaro e illuminante.

Le settimane che stiamo vivendo verranno ricordate dal mondo del nuoto come quelle del “caos calendari”.

Il tutto è iniziato quasi due anni fa con la pandemia, motivo scatenante di una serie di rinvii e cancellazioni che hanno portato allo spostamento delle Olimpiadi nel 2021 e dei Mondiali di Fukuoka nel 2022.

Nelle scorse settimane, il protrarsi della situazione di emergenza ha fatto slittare nuovamente la rassegna iridata giapponese, che la FINA ha riprogrammato per l’estate 2023, scatenando così un effetto domino inedito.

Innanzitutto ti chiedo come sta andando la preparazione

L’anno era partito bene ma con tranquillità, visto che non c’erano i Mondiali tutta la preparazione era finalizzata ad agosto, per gli Europei di Roma. Ora cambia tutto.

Una serie di notizie arrivate in modo inatteso

Quando abbiamo appreso dello spostamento dei Mondiali di Fukuoka ci sono rimasto molto male, perché già erano i Mondiali dell’anno scorso e rimandarli ancora è stata una brutta botta. A questo punto la scelta di mantenere un Mondiale nel 2022, e farlo in una location come Budapest che va bene un po’ a tutti, mi sembra tutto sommato positiva, anche se forse l’ideale sarebbe stato mantenere la data di maggio.

Non ha molto senso, dal punto di vista dell’atleta, la scelta di mantenere anche il Mondiale dell’anno prossimo, ma capisco che ci sono situazioni politico-economiche che vanno oltre la nostra portata.

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Come cambia la tua preparazione a questo punto?

Avendo iniziato la preparazione con calma ma con molto entusiasmo, visto che la forma doveva arrivare ad agosto, ora siamo nelle condizioni di dover rivedere un po’ tutto, e scegliere se rimanere fissi sull’obiettivo Europei oppure provare ad andare forte agli Assoluti nei quali ci si qualificherà per i Mondiali.

C’è la possibilità che questa mossa della FINA sia stata in parte anche una “reazione” all’annuncio del calendario della season 4 di International Swimming League

La ISL coinvolge molto gli atleti nelle decisioni: abbiamo fatto diverse riunioni ad Eindhoven e ci hanno spiegato che, per motivi televisivi e di appetibilità del prodotto, l’obiettivo era quello di programmare una stagione più diluita nel tempo. Per far appassionare sempre più pubblico alla competizione, è chiaramente meglio avere un calendario lungo, che si sviluppi su più mesi e date diverse, rispetto ad una stagione concentrata in poco più di un mese.

Questa idea sarebbe dovuta partire dalla season 5, quella del 2023, ma probabilmente visto il buco lasciato dallo spostamento di Fukuoka, hanno deciso di proporre il cambiamento già da quest’anno. Era un’idea ottima, sia dal punto di vista degli appassionati che degli atleti, perché ci dava un obbiettivo a cui puntare sul medio termine.

Se non ci fosse stato il Mondiale di Budapest, per noi Aqua Centurions le date di ISL (che finivano a metà giugno) si sarebbero incastrate alla perfezione con quelle degli Europei, permettendoci di partecipare ad entrambe le competizioni. Ora, per chi si qualificherà ai Mondiali, la scelta ricadrà chiaramente sull’evento FINA, ma so per certo che la maggioranza degli atleti, se avesse potuto scegliere, avrebbe deciso di partecipare a tutto.

Anche perché sembra che la preparazione mista tra allenamento e gara sia ormai sdoganata

Sono d’accordo, atleti ed allenatori si stanno sempre più adattando a questa realtà, è solo questione di trovare un equilibrio. Nel nostro esempio, la stagione scorsa è andata molto meglio rispetto alla precedente, perché abbiamo imparato a gestire bene il calendario. Dal mio punto di vista, tra una gara e l’altra è importante non cadere nella tentazione di fare troppo per paura di avere un chilometraggio basso. La gara è un momento allenante sia per stress fisico che psicologico e come tale va accolta. Partendo da qui, in molti stanno vedendo risultati positivi.

Tornando al discorso calendari, c’è stato un qualche coinvolgimento degli atleti nelle decisioni della FINA? La International Swimmers Alliance ha avuto un ruolo attivo in questa fase?

Direi di no. Abbiamo una chat su whatsapp e ieri ci siamo scritti molto, la maggioranza degli atleti si è chiaramente lamentata per la situazione. La ISA per ora ci ha aiutato solo nei confronti della ISL, che però già di suo ha molta apertura verso noi nuotatori. Nella FINA ci sono alcuni atleti in rappresentanza, ma un reale parere alla base, su queste decisioni non è mai stato chiesto.

Una situazione che rischia di diventare scomoda per molti, soprattutto per la ISL

È un po’ come se la FIFA decidesse di organizzare i Mondiali di calcio durante le fasi finali della Champions League. È molto penalizzante e lo dico non per schierarmi da una parte o dall’altra ma per difendere l’idea originale. Se quello che vogliamo è andare nella direzione di un nuoto sempre più competitivo con gli altri sport, con più gare e più possibilità per tutti, questa mossa rischia di diventare una sterzata nel senso opposto, e di tarpare le ali al progetto ISL. Lo scenario ideale sarebbe un calendario finalmente condiviso tra FINA e ISL, ma mi sembra che oggi sia una possibilità mai così lontana. Mi dispiacerebbe molto se, anche alla luce di queste scelte, chi ha deciso di investire nel nuoto perda stimoli e passione, avviando quindi il progetto verso un destino segnato.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4