Quinta e conclusiva giornata di finali a Copenaghen, ultime possibilità di medaglia per gli azzurri agli Europei di vasca corta: chi si aggiudicherà i rimanenti titoli in palio alla Royal Arena?
Quale nazione vincerà medagliere e classifica a punti?
Il pubblico è caldo, tutto è pronto: si parte con le semifinali dei 50 stile libero donne, Aglaia Pezzato ed Erika Ferraioli sono alla 1 ed alla 2 della prima. L’idolo di casa Pernilla Blume si impone in agilità col tempo di 23”62, Ferraioli quarta in 24”18, Pezzato sesta in 24”57. La seconda semi presenta a centro vasca gli altri due pezzi da novanta della specialità, Sarah Sjöström e Ranomi Kromowidjojo, che si staccano dal resto del gruppo e comandano in 23”39 e 23”53: si giocheranno l’oro più tardi con la Blume. Nel frattempo Erika Ferraioli è nona, fuori per 1 centesimo dalla finale.
Le ultime semifinale della manifestazione, quelle dei 50 dorso maschi, vedono nella prima Robert Glinta mettere la mano davanti a Sankovich e Stravius, li ritroveremo tutti in finale. Nella seconda, Simone Sabbioni e Niccolò Bonacchi si scontrano con il terribile russo Kolesnikov, presente con l’immancabile collanina. Sabbioni, che oggi nuota con la cuffia di Scozzoli, prende un’ottima partenza e chiude in 23”31, ma Kolesnikov lo precede in 23”14: tutti i giochi sono rimandati alla finale. Bonacchi nono in 23”71: due su due per noi.
Passiamo alle finali cha assegnano le medaglie, la prima è quella dei 200 rana donne. Non ci sono azzurre (nessuna qualificata all’europeo) ma c’è Rikke Møller Pedersen, che fa esplodere la Royal Arena, alla 2. Il pubblico è tutto dietro alle bracciate della danese, che ai 50 guida in 31”77 seguita dalla campionessa uscente Lecluyse. A metà gara sembra voler andare via la belga, ma a 50 metri dalla fine è la Vall Montero a comandare. La spagnola non demorde e si impone in 2’18”41, argento per la Pedersen e per tutto il pubblico in visibilio, bronzo alla belga Lecluyse. Un po’ di suspense per la mancanza di ufficializzazione dei risultati: la Garcia viene squalificata ma il podio è confermato.
Veniamo al piatto forte del pomeriggio, la gara regina al maschile. Il parterre è pronto per incoronare il nuovo re della vasca che succederà a Marco Orsi, oro nel 2015. Luca Dotto, campione europeo a Londra in vasca lunga, è alla 4: Timmers, Scott e Kozma sono i più pericolosi intorno a lui. Dotto prende una partenza eccezionale, ai 50 passa in 22”00 davanti a tutti. L’allievo di Rossetto non molla un centimetro e si impone quasi con facilita: 46”11, il titolo rimane in Italia! Argento a Timmers in 46”54, Scott bronzo in 46”64, mentre Luca mostra i muscoli e la sua gioia per l’oro conquistato.
Luca Dotto: “Ieri avevo nuotato tranquillamente, sapevo di valere meno e così è stato. È una bella vittoria, sono orgoglioso del tempo e di come è arrivato dopo il mondiale amaro di Budapest. Mi da un’iniezione di fiducia nuova per continuare su questa strada. La dedico a me stesso, l’esultanza era ispirata a Rosolino e Magnini ma è venuta spontaneamente. Il mio sfogo social non è contro il calcio e gli altri sport, ma contro le cose che con lo sport non centrano: spero si parli di sport per il bene e la crescita della cultura in Italia”.
La finale dei 100 farfalla è chiaramente campo per Sarah Sjöström, Ilaria Bianchi parte alla 6 a caccia di una medaglia. Le premesse vengono mantenute fin da subito, con la svedese che scappa via e si invola verso l’oro: 55”00, record dei campionati e primo, sudatissimo, oro per Sarah a Copenaghen che esulta e sorride. Argento alla francese Wattel, 55”97, bronzo danese per la Beckmann, 56”22. Ilaria Bianchi è solo sesta in 56”65.
Simone Geni alla 7, Marco Orsi alla 5: pronti per la finalissima dei 100 misti che vede super favorito il russo Fesikov, campione uscente. La partenza di Marco è buonissima, Fesikov ai 50 conduce in 22”96 ma Orsi è lì attaccato. L’ultima vasca non fa che confermare il duello tra i due: Fesikov sembra in difficoltà e Marco Orsi ne approfitta, esplode la sua potenza e va a vincere un oro pazzesco con il nuovo record italiano in 51”76. Fesikov si deve accontentare dell’argento, nuotando mezzo secondo più lento delle semifinali; Geni è ottavo in 53”15.
Marco Orsi: “Ero dispiaciuto per i 100 stile ma sono contento per Luca: la sua gara mi ha caricato molto, peccato perche potevamo fare una doppietta. Quando a rana ho visto che ero a pari di Fesikov mi sono gasato e non ho sbagliato. Lo dedico a me, alla mia famiglia ed al mio allenatore. Questa Italia è forte, ho subito un po’ il cambio generazionale e nei momenti bui mi sono sentito un po’ abbandonato dalla nazionale, avrei voluto una pacca sulla spalla in più. Ma ora sto lavorando tantissimo in allenamento e i risultati arrivano. Sabato mattina mi è venuto questo problema, una vertigine posizionale causata da un movimento brusco che ho fatto per spegnere la sveglia. Ringrazio i fisioterapisti dello Staff che mi hanno rimesso in piedi, sono eccezionali”.
Riprendiamo il fiato e, dopo la premiazione dei 200 rana, ci gustiamo la finale dei 400 stile con la nostra Simona Quadarella alla 1. La Koehler si mette subito al comando, solo Boglárka Kapás sembra seguirla da vicino ed a metà gara è staccata di soli 40 centesimi. Il duello prosegue, l’ungherese effettua il sorpasso ai 300 metri e sembra poter dare una svolta alla gara. La tedesca non reagisce e l’ungherese si impone in 3’58”15: primo oro femminile non portato dalla Hosszú. Argento per la tedesca Koehler e bronzo, storico, per il Litchenstein, con Julia Hassler. Simona Quadarella tocca al settimo posto, peggiorando il tempo della batteria e chiudendo in 4’07”34.
Dopo la premiazione di Luca Dotto (e l’inno di Mameli come sempre applaudito da tutto il pubblico), è tempo di vedere se László Cseh riesce a vincere una medaglia qui a Copenaghen, nella finale dei 200 farfalla dei quali è campione uscente. Un problema tecnico ritarda la partenza della finale, senza italiani alla partenza, che poi parte subito nel segno di Aleksandr Kharlanov. Il russo passa ai 100 in 52”40 e ammazza letteralmente la gara, mettendo luce tra se ed il resto del gruppo. Il suo finale non è brillantissimo, ma Kharlanov riesce comunque a vincere in 1’50”54, respingendo il rientro del greco Vazaios (1’51”23) e dell’altro ungherese, Tamas Kenderesi (1’52”25). Solo quinto László, sempre lontano dai giochi per il podio.
Sarah Sjöström è finalmente raggiante alla premiazione dei 100 farfalla, ma si deve sbrigare perché ci sono subito i 50 stile ad aspettarla. Le ragazze terribili della velocità sono una accanto all’altra, con tutta Copenaghen che spinge per la Blume. Partenza fulminante per la Kromowidjojo che vira leggermente davanti alla svedese, lo scontro tra le due è micidiale e si risolve per 1 centesimo. Sarah oro, 23”30, Ranomi argento, 23”31, Pernille bronzo, 23”49: pronostico rispettato e Sjöström che si prende il secondo titolo in un’ora.
Era l’ultima finale individuale femminile ed ora, dopo la premiazione di Marco Orsi e l’ennesimo inno italiano acclamato, si nuota l’ultima finale individuale maschile, i 50 dorso. Tutto sembra già scritto per la tripletta del millennial Kolesnikov, ma la sorpresa è dietro l’angolo: Simone Sabbioni effettua partenza ed apnea da urlo e si mette al collo l’oro in 23”05, nuovo record italiano e terzo titolo di giornata per l’Italia. Niente hat-trick per Kolesnikov, che si deve accontentare dell’argento (e del record del mondo junior, 23”07) per due centesimi, bronzo al rappresentante della vecchia guardia, Jeremy Stravius, in 23”12.
Simone Sabbioni: “Devo ancora realizzare quanto è successo, sono davvero contento. In semifinale non mi ero espresso bene in subacquea, così ho deciso con Matteo (Giunta, ndr) di uscire prima nella seconda virata e nuotare. Ho battuto il russo che sembrava imbattibile, sono soddisfatto”.
Chiudiamo questo intenso pomeriggio, e questi Campionati, con le staffette 4×50 miste, partendo dalla femminile che vede l’Italia alla 7 per ben figurare con Scalia, Castiglioni, Di Liddo e Ferraioli: il podio sembra difficile ma non impossibile. La Polonia vira in testa dopo il dorso e mantiene la vetta anche dopo la frazione a rana, ma la Sjöström porta davanti le sue dopo la farfalla. Il finale è al cardiopalma, dominano le corsie laterali: oro alla 1 per la Svezia (terzo titolo di giornata per Sarah) argento alla 8 per la Danimarca che sorprende e bronzo alla Francia. Italia sesta, ecco i passaggi: Scalia 26”96, Castiglioni 29”49, Di Liddo 25”55 e Ferraioli 23”73: il podio era a 4 decimi.
Show finale con inno di Mameli per Sabbioni ed è subito tempo della 4×50 mista maschile. I nostri ragazzi partono alla 2 con tre campioni europei in quartetto, Sabbioni, Scozzoli, Codia e Dotto cercando qualcosa di più che una semplice comparsata. A far paura è soprattutto la Russia in corsia 5, con Morozov a chiudere un quartetto completato da Kolesnikov, Prigoda e Popkov. In partenza si rinnova il duello tra Sabbioni e Kolesnikov, con il russo che tocca in 22”83 (nuovo record del mondo junior). L’Italia segue a ruota e Scozzoli ci tiene in scia della Russia. Codia perde terreno e si fa passare dalla Bielorussia, ma Luca Dotto recupera e ci regala l’argento, mentre la Russia centra il record del mondo: 1’30”44. Per l’Italia è anche record italiano, questi i parziali: Sabbioni 23”14, Scozzoli 25”45, Codia 22”72 e Dotto 20”60, totale 1’31″91.
L’Italia non poteva chiedere di più a questa giornata conclusiva: tre ori, due record italiani, il terzo posto nel medagliere e la vittoria della classifica a punti, a conferma di una spedizione più che positiva e di un movimento solido ed in salute.
Grazie Copenaghen, grazie Azzurri!
(Foto: Fabio Cetti | Corsia4)