Si è conclusa la terza giornata di questi europei in vasca corta: 5 sono state le medaglie in casa Italia, 3 argento e 2 bronzo; sicuramente in tanti si aspettavano di vedere luccicare nel forziere azzurro una medaglia d’oro, ma così oggi non è stato. Ma come ha detto proprio oggi Gregorio Paltrinieri al termine della sua gara, un secondo posto non è un pessimo risultato, perdere non mi piace ma oggi va bene così.

Si comincia con le semifinali dei 50 stile libero. La prima semifinale è dominata da Benjamin Proud: 20”70 il suo tempo. Orsi, 21”23, peggiora di sette centesimi il tempo del mattino e si piazza quarto. Lascia un po’ l’amaro in bocca il suo tempo, che lo costringe a seguire col fiato sospeso la seconda semifinale. In questa il russo Morozov risponde da par suo al nuotatore britannico: con 20”45 entra in finale col miglior tempo. Al terzo posto si piazza Luca Dotto, che chiude in 21”04, quinto tempo di ingresso in finale, alla quale accede anche Marco Orsi, con l’ottavo tempo. Ambedue gli azzurri si dicono soddisfatti. Orsi perché un anno fa non era nemmeno presente. Dotto perché, avendo sbagliato un po’ la subacquea, pensa di avere qualche decimo da limare.

Le parole Marco Orsi:

Finale conquistata per un soffio, una finale di livello mondiale ma quello che è importante è che l’obbiettivo è stato centrato in pieno per il momento. Devo dedicare un ringraziamento speciale allo staff medico, stavo molto male per via di un movimento sbagliato, penso, ma ieri sono stati in grado di farmi stare bene ed essere pronto per oggi. Piano piano sto tornando alle prestazioni di una volta, sono cosciente che ci vorrà tempo ma adesso sono tornato a divertirmi.

La finale dei 100 metri stile libero vede in acqua la Federica Pellegrini new style. La sua prestazione è stata appena sufficiente, visto che è rimasta otto decimi sopra il personale. La lotta per la vittoria è stata tra Ranomi Kromowidjojo e Sarah Sjöström. Il passaggio delle due è stato impressionante, con l’olandese, 24”60, in vantaggio. Alla fine sarà lei a vincere. Sarah Sjöström, seconda, risulta delusa. Sarà che qualcuno dei grandi ha tirato il fiato per questa manifestazione, ma quando un vincente e favorito perde la delusione gli si legge in faccia: questo è stato il caso di Sarah, oggi. Lotta per il terzo posto: l’ha spuntata di due centesimi la pupilla di casa, la danese Blume (51”03), sulla francese Bonnet.

Federica Pellegrini si è detta soddisfatta della prestazione: sapeva che questo era solo un punto di partenza:

Mi sono comunque divertita in questa finale, nonostante il risultato, nuotare con il gotha della velocità femminile è sempre stimolante e per me era fondamentale esserci, ovviamente si riparte da qui. Adesso 10 giorni di vacanza a casa e poi riprenderemo a lavorare.

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Tornano in vasca Scozzoli, dopo l’oro di mercoledì, e Martinenghi, nella prima semifinale dei 100 rana. Adam Peaty stavolta sprigiona tutta la sua potenza e vince in 56”24. Scozzoli secondo, in 56”67. Martinenghi è quinto, con 57”70, nuovo record mondiale giovanile. Anche lui deve soffire seguendo la seconda semifinale, dove il russo Prigoda stampa il record europeo: 56”02. Si conferma così un mostro della specialità, anche per la qualità della nuotata. Martinenghi si qualifica con l’ultimo tempo. Nelle interviste Scozzoli ha detto che Peaty ne aveva di più e lui è contento di quanto ha fatto. Martinenghi dichiara di essere contentissimo per la qualificazione, ovviamente, ma anche di avere qualche margine per la finale.

Le parole di Fabio Scozzoli: “Sono molto contento, è il mio 2° miglior tempo di sempre e domani ci sarà bisogno di questa forma”.

Le parole di Nicolò Martinenghi:

Sono contento a metà, riconosco a me stesso che ho ancora delle parti tecniche che devo curare di più, non è stata una prestazione perfetta, comunque sia rimango contento della qualificazione in finale. Voglio arrivare a poter affrontare la vasca corta nel solito modo della lunga. Immaginavo di trovare un livello alto ma non mi preoccupava, anzi, è un qualcosa che mi stimola a migliorarmi.

Le parole di Adam Peaty:

I 200 rana in vasca corta sono stati dolorosi e credo che non li farò più se non in lunga, non ho preso la gara seriamente e non vedo l’ora di gareggiare domani durante la finale,ma la mia testa è già rivolta verso i campionati in vasca lunga di Glasgow.

Finale dei 200 dorso donne: Hosszú avanti fin da subito. La sua gara fa storia a sé, anche se se non ha messo metri di vasca tra sé e le avversarie. Alla fine il suo successo, in 2’01”59, è quasi scontato. Per noi questa però è stata la bellissima gara di Margherita Panziera. La sua nuotata è stata sempre elegante, scivolando nell’acqua. in tutti i suoi passaggi ha risucchiato metri alle prime due. Una volta superata la Toussaint, a venticinque metri dall’arrivo, Margherita sembrava poter raggiungere l’argento. Poi, forse per colpa delle subacquee (come hanno detto sia Sacchi che lei stessa), l’ultimo sorpasso non è riuscito, ma non importa: questo bronzo è un ottimo risultato, che la ripaga di alcune amarezze del passato e può darle fiducia per il futuro. Il lavoro paga e lei lo ha dimostrato.

Le parole di Margherita Panziera:

Sono molto emozionata e molto felice per il mio primo risultato internazionale, ho lavorato tanto e ho abbassato anche il mio record italiano fatto a Riccione. Fino all’anno scorso non avrei mai creduto di arrivare a questo risultato, l’anno è iniziato bene e spero che continui su questo trend. Dopo tutte le difficoltà e grazie, anche, al mio allenatore e alle persone a me vicine che hanno creduto in me oggi mi sento serena e ho iniziato a credere in me.

Nella fnale dei 200 misti uomini non ci sono italiani e Heintz viene dato per spacciato un po’ troppo presto dai telecronisti Rai. Sul tedesco sembrava che in tre avessero scavato un abisso nei suoi confronti già a dorso, ma dalla rana in poi Heintz ha recuperato metri su metri fino a stravincere la gara. 1’52”41 il tempo. Secondo il greco Vasajos, terzo il portoghese Zenimoto.

Iniziano i 200 farfalla. Stiamo per assistere a una bella sorpresa targata Ilaria BianchiAtkinson, Szilagy, Bianchi. Questo è il passaggio ai cinquanta metri. Ai cento metri la Hentke è davanti alla Bianchi per otto centesimi. Molto buona la prova di Ilaria finora. Poi le specialiste sembrano farsi avanti, la francese Grangeon supera Ilaria, ma lei non demorde. Vede che le avversarie sono lì vicino e tira fuori tutto quello che ha e anche di più. L’ultima vasca di Ilaria è spettacolare. 2’02”24 il suo tempo: è argento e record italiano! Peccato per l’ultimo tempo di Stefania Pirozzi, 2’08”28. La gara viene vinta dalla Hentke in 2’03”92.

Ilaria ha detto di essere una centista (anche mondiale in corta e finalista olimpica, ricordiamolo), di non preparare nemmeno i duecento, ma quando vede le avversarie vicino “si ingarella” e magari a botte di adrenalina riesce a conquistare medaglie inattese.

La Pedersen è favorita nella prima semifinale dei 100 rana e come da pronostico vince. Il tempo non è eccellente: 1’05”22. Nella seconda ci sono le azzurre. Tutte le atlete sembrano stare a lungo in un fazzoletto. Alla fine vince la finlandese Laukkanen, miglior tempo di ingresso in finale. Arianna  Castiglioni chiude quarta nella semifinale in 1’05”37, la Carraro sesta in 1’05”41. Per un centesimo resta fuori dalla finale Martina, che purtroppo ha sbagliato la subacquea ai settantacinque metri. In sé il tempo non sarebbe per niente malvagio: anzi è il suo personal best. Arianna, anche lei col suo miglior tempo, invece entra in finale.

La Carraro è ovviamente dispiaciuta e arrabbiata. La Castiglioni dà prova di modestia, affermando di non puntare troppo in alto in finale, ma si sa che dentro di lei penserà in grande.

Giovani leoni a dorso nella finale dei 100. Kolesnikov è strepitoso: a diciassette anni domina la gara e la conquista col record del mondo giovanile, 48”99. Sabbioni sa di stare bene, non è più intenzionato a subire delusioni, non ha paura di nessuno, si mette sulla scia del russo e conquista un meraviglioso argento, col record italiano: 49”68. All’arrivo Sabbioni è finalmente il ritratto della felicità: ha dichiarato di essersi divertito, di stare bene, di non essersi aspettato il tempo. Era  contento e rilassato anche in camera di chiamata. Via le tensioni cattive, dentro le giuste motivazioni e quel sano divertimento che ci ricorda che col sorriso e divertendosi si può a tirare fuori il proprio talento e  conquistare una bellissima medaglia. Siamo già a tre medaglie, oggi, due delle quali emiliano romagnole, e ancora non è partito Greg.

È tempo di finale dei 100 misti donne ritorna in gara la Hosszú. La Sjöström a delfino è chiaramente prima, l’ungherese la raggiunge a dorso con una subacquea favolosa. A rana la Hosszú torna in testa e resiste all’attacco a stile libero della svedese. Il titolo va alla Hosszú nation. Seconda Sarah, che comunque ha subito un distacco piuttosto significativo, a confermare il non eccellente momento di forma complessiva. Terza la norvegese Bjoernsen. 56”97 il tempo della vittoria.

Non si può vincere sempre. Saranno gli allenamenti australiani. Sarà la preparazione svolta in modo diverso. Sarà uno stato di forma non al top. Fatto sta che Paltrinieri non riesce a tenere il ritmo di Romanchuk a partire da metà gara. Probabilmente il cambiamento darà i suoi benefici, anche mentali, in futuro. Questa, però, è stata la gara del dominio ucraino. Romanchuk è stato sempre fluido, costante e ha dato una dimostrazione di forza, salva una cessione lieve nel finale. Sarà un avversario ostico anche nelle prossime gare di livello internazionale, ma lo sapevamo. Paltrinieri ha dovuto stare attento anche al danese Christiansen, ma l’argento non è sfuggito a Greg. Alla fine abbracci in vasca e lacrime nella tribuna ucraina.

14’14”59 il tempo di Romanchuk. 14”22 93 il tempo di Greg. Umilmente Paltrinieri ha detto che questo è il suo valore attuale e che è convinto del suo nuovo percorso. Sicuramente darà i suoi frutti, da qui a Tokyo (e anche prima). Lui ne è convinto e anche noi. Sminuire un secondo posto è ridicolo, per quanto non si sia abituati alle sue sconfitte. E così siamo a tre argenti e un bronzo, oggi, per ora.

Dalla gara più lunga a quella più breve. Da un argento a un bronzo. Entrano in acqua i fulmini. Morozov passa in testa e vince con 20”31. Il russo resiste alla partenza di Proud, senza lasciarsi spaventare, e poi resiste alla rimonta di Juraszek, quarto, di Proud, secondo con 20”66 e di Luca Dotto, che è stato perfetto: 20”78 e bronzo, in una finale con sei atleti sotto i 21 secondi. Lo stesso Dotto prima di partire aveva un tempo sopra i 21”. Il mondo va avanti, l’Europa progredisce e l’Italia c’è. Marco Orsi è arrivato ottavo, con 21”12, ma lo aspettiamo quando sarà a posto fisicamente.

Staffetta 4×50 stile libero donne: l’Italia è campione d’Europa in carica. Stavolta manca la Di Pietro, rimasta a casa per problemi fisici. Le azzurre partenti sono Ferraioli, Di Liddo (che ha fatto meglio in batteria della Pezzato), Raco e Pellegrini L’Olanda  domina la gara e realizza il record del mondo. Al secondo posto fin da subito sta la Svezia. Per il terzo posto la Francia viene superata nell’ultima frazione dalla Danimarca grazie alla Blume. Per le azzurre non ci sarebbe niente da fare: il piazzamento finale sarebbe il sesto, ma l’errore della Di Liddo (quasi “chiesto” dalle compagne) determina la squalifica. Forse mancano un po’ i ricambi nelle staffette veloci femminili? Ci sarà tempo per riparlarne.

Intanto è da ammirare Erika Ferraioli, che è visibilmente dispiaciuta dei mancati risultati nelle staffette. Il dispiacere produce la voglia di continuare a metterci il cuore e ad allenarsi per conquistare risultati, anche inaspettati. Le medaglie di oggi sono lì a dimostrarlo.