Il dominio nello sport è più noioso o entusiasmante? Quanto lavoro c’è dietro ad ogni dominio e quanto ancora da fare?

Oggi Fatti di nuoto Weekly parla di tre domini nel mondo acquatico, tre storie diverse che stanno facendo, ognuna a modo suo, la storia di questi sport.

Pro Recco Grand Slam (3x)

Non ci sono ormai più aggettivi per la Pro Recco e per il dominio che sta esercitando nel mondo della pallanuoto. Con la recente vittoria nella Supercoppa Europea, la corazzata ligure è al terzo Grand Slam consecutivo, che significa che da tre anni vince tutte le competizioni a cui partecipa: Campionato, Coppa Italia, Champions League e Supercoppe. Lo fa, va detto, grazie alle grandi risorse economiche di cui il progetto dispone, anche se nel tempo abbiamo visto che, da sole, non sono sufficienti.

Quindi è necessario parlare di progetto tecnico, di come la squadra giri in maniera quasi perfetta sotto la guida di coach Sukno (una scommessa vinta dalla Pro Recco) e di come tutti, dai dirigenti ai giocatori, sembrino avere una fame inesauribile di successo. Questo dominio, come tutti i domini del resto, potrebbe far storcere il naso a qualcuno, si potrebbe parlare di noia, di monotonia, anche di squilibrio, tutti argomenti validi, tutti anche condivisibili. Però va detto che la Pro Recco non ha dietro solamente una grande proprietà, ma ha alle spalle una grande storia, e sta sfruttando i suoi risultati per diventare un brand riconoscibile a livello mondiale (ne ho parlato qui insieme a Matteo Serra). È un caso unico nella pallanuoto, e forse anche nello sport, ma i pro sono molto più dei contro, e per questo andrebbe apprezzato e seguito.

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Thomas Ceccon

Ho come l’impressione che il dominio di Thomas Ceccon sarà un argomento ricorrente nei prossimi anni, ed è anche abbastanza normale visto i risultati. Dopo aver dato spettacolo nella World Cup, dopo aver illuminato con due lampi il Nico Sapio (soprattutto il 200 misti da 1.51.90, gara che in corta è davvero nelle sue corde), la scorsa domenica si è rituffato in acqua per un 100 rana da 57.35, quinta prestazione all time italiana, ottenuta nello stile in cui è più debole.

Thomas Ceccon si sta prendendo la scena del nuoto a suon di prestazioni, valicando i confini dell’Italia come pochi dei nostri hanno fatto in passato e dando un’idea di dominio leggera ma impressionante. Somiglia a quei predatori felini che rendono la caccia una sorta di danza, un movimento aggraziato e potente allo stesso tempo, tanto bello quanto efficace.

Cosa manca a Ceccon per aggiungere il suo nome al club elitario nel quale iscriverei Pellegrini e Paltrinieri (ovvero i due nuotatori che anche all’estero ci invidia(va)no)? Direi l’oro Olimpico, innanzitutto, e poi la capacità di estendere la propria carriera superando momenti difficili che, inevitabilmente, arriveranno. Ad occhio e croce credo che ci stia lavorando.

Swimming Australian Awards

I dolphins hanno coronato la propria grande annata con i classici Awards, i premi della Federazione ai migliori del 2023, una parata di stelle che testimonia il dominio australiano sul nuoto contemporaneo. Per rendere l’idea, basta guardare le nomination per il miglior nuotatore dell’anno, premio per il quale la giuria doveva scegliere tra Ariarne Titmus (oro mondiale e world record nei 400 stile), Sam Short (oro nei 400, argento negli 800 e bronzo nei 1500 a Fukuoka), Kaylee McKeown (3 ori a Fukuoka nel dorso, 3 world record in World Cup) e Mollie O’Callaghan (oro nei 100 e 200 stile a Fukuoka, world record nei 200). Una lista che fa impallidire per quantità e qualità, e dalla quale restano fuori Kyle Chalmers e Cameron McEvoy, per dire.

Alla fine l’ha spuntata Mollie O’, che a Fukuoka è stata determinate anche nelle staffette (3 ori e 1 argento) e che ha battuto un record, quello di Federica Pellegrini nei 200 stile, che era stato avvicinato da altre nuotatrici ma che sembrava avvolto da un’aura di imbattibilità. Tra i coach, la vittoria è andata a Dean Boxall, che di quei quattro in nomination ne allena due (Titmus e O’Callaghan) e che vince anche il premio “Shane Tusup” per lo show in tribuna (N.B. premio inventato da me ora, giusto per chiarire e per sorridere). D’altronde, chi domina nello sport ha sempre ragione.

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4