La “maratona in vasca” – così sono chiamati i 1500 stile libero – fa parte del programma olimpico fin da Londra 1908, cioè dalla quarta Olimpiade, ma solo al maschile, perché per le donne l’attesa è durata fino a Tokyo 2020ne.

Proprio nell’ultima Olimpiade, gli Stati Uniti hanno ripreso la testa della graduatoria, vincendo la gara sia al maschile con Bobby Finke che al femminile con Katie Ledecky.

L’Italia può vantare due splendide medaglie nei 1500 maschili, provenienti dal podio di Rio 2016, quando Gregorio Paltrinieri completò il suo personale Grand Slam vincendo anche l’Olimpiade – dopo l’Europeo ed il Mondiale – e Gabriele Detti gli fece compagnia sul podio conquistando il bronzo.

Nella storia di questa specialità, contiamo anche un sesto posto a Seoul 1988 (Grandi), un quarto posto ad Atlanta 1996 (Brembilla), e un quarto e quinto posto di Paltrinieri (Tokyo 2020ne e Londra 2012). Nell’unica finale femminile, Tokyo 2020ne, Simona Quadarella è giunta quinta.

Il primo campione Olimpico vinse, nel 1908, con il tempo di 22’48”4: era l’inglese Henry Taylor, pioniere del nuoto in piscina e detentore anche del primo world record della specialità. A distanza di 104 anni, Sun Yang ha stabilito il record olimpico in 14’31”02, più di 12 minuti in meno rispetto al suo illustre predecessore. Nel 1924 Boy Charlton mise a segno una prestazione che difficilmente si ripeterà, battendo il precedente record del mondo di più di un minuto in un nuoto d’altri tempi.

Ci sono ben quattro doppiette in questa specialità, e tutte messe a segno da personaggi d’autore: Mike Burton, americano campione nel ‘68 e nel ‘72, Vladimir Salnikov, sovietico oro 1980 e 1988, e gli australiani Kieren Perkins (‘92 e ‘96) e Grant Hackett (2000 e 2004), grazie ai quali gli aussie hanno svettato a lungo nel medagliere totale. Il campione in carica Bobby Finke a Tokyo ha ottenuto la storica doppietta 800-1500.

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Tra le donne, il fatto che la prima medaglia d’oro di sempre nella gara sia andata anche alla nuotatrice che ha cambiato il mezzofondo, dominandolo come nessuna prima di lei, è un fatto significativo.

Katie Ledecky in questa gara non solo non ha rivali, ma non sembra averne ancora per qualche anno.

La Curiosità

Nel mondo del nuoto abbiamo assistito a ritorni clamorosi e romantici, come quello di Anthony Ervin, o ampiamente annunciati e vincenti, come quello di Michael Phelps. Altre volte le cose non sono andate come sperato, come nel caso di Ian Thorpe a Laure Manaudou, e in altri casi i soldi non hanno fornito l’effetto desiderato, come accadde a Mark Spitz. La verità è che, in ogni caso, uscire dal ritiro e confermarsi sui livelli precedenti è sempre molto complicato. Vladimir Salnikov, russo rappresentante dell’ex Unione Sovietica, da molti considerato uno dei più grandi mezzofondisti di sempre, ci riuscì completamente.

Salnikov esordì nei suoi 1500 alle Olimpiadi del 1976 quando, a soli 16 anni, si piazzò quinto nella finale vinta da Brian Goodell. Nel 1980 arrivò il trionfo e, davanti al pubblico di casa, fu il primo uomo della storia a scendere sotto la barriera dei 15 minuti, oro in 14’58”27. Le Olimpiadi di Los Angeles 1984, come noto, furono boicottate in blocco dalle nazioni dell’est, e così Salnikov concluse il suo periodo di imbattibilità ritirandosi dalle competizioni. Ma quattro anni più tardi, il nativo di San Pietroburgo torno in vasca, si qualificò per Seoul 1988 e vinse l’oro contro i pronostici della vigilia, diventando anche il primo atleta campione olimpico del nuoto ad aver superato i 28 anni d’età.

La sera di quel trionfo, al momento della cena, Salnikov, rispettato nel mondo sportivo per i valori sempre dimostrati in vasca, ricevette una standing ovation da tutti i presenti al villaggio olimpico. Tutti i millecinquecentisti venuti dopo di lui si sono, in qualche modo, ispirati alle sue grandi imprese rimaste nella storia del nuoto.

Parigi 2024

Tra le donne il pronostico è chiuso: Katie Ledecky vincerà il suo secondo oro consecutivo nella gara chiudendo definitivamente i discorsi su chi sia la più forte mezzofondista di sempre. Le speranze di podio per Simona Quadarella sono le stesse di tre anni fa, forse anche di più per quanto visto in questi mesi.

Tra i maschi non c’è la stessa certezza, ma Bobby Finke è il favorito d’obbligo, anche perché Ahmed Hafnaoui non sarà della gara. Per le medaglie direi che Daniel Wiffen sembra lanciassimo, forse un gradino sopra al trio WellbrockPaltrinieriRomančuk.

Foto: Fabio Cetti | Corsia4