Qualche giorno fa, leggendo della scalata all’Everest dell’ultrarunner Kilian Jornet Burgada, mi sono chiesta cosa si potesse provare a trascorrere così tante ore in solitaria allenandosi duramente per un obiettivo sportivo.

Ciò su cui mi sono soffermata a riflettere è che la maggior parte delle persone ritiene che il nuoto sia uno sport da vivere individualmente mentre, nella mia interpretazione personale, ciò che mi ha sempre affascinato di questa disciplina è proprio la dimensione di squadra.

In gruppo, infatti, non soltanto si sviluppano gli allenamenti, ma soprattutto il planning degli eventi che si ripete come un confortante copione già scritto.

I Campionati Italiani di Riccione sono appena iniziati, come ogni anno, segnano la fine della stagione in vasca e l’inizio di quella in acque libere; ma dopo un inverno di domeniche in piscina a sacrificare tempo alla famiglia e agli affetti, dopo serate post allenamento in cui ci si ritrova a cenare quando tutti gli altri sono già sul divano a rilassarsi davanti alla propria serie Netflix preferita, ricominciare a pensare alle gare non è certo un obiettivo semplice.

Come sempre, però, la vasca è una metafora della nostra vita, che mette a dura prova la nostra motivazione spingendoci a testare la nostra determinazione di fronte ai traguardi che vogliamo raggiungere.

Siamo davvero pronti per le acque libere?

Quanti di noi, seguendo le dinamiche della squadra e trascinati dai nostri compagni di training si sono ritrovati ad una competizione svogliati, senza entusiasmo né intenzione di gareggiare? Se vogliamo davvero dedicarci alla stagione open water la motivazione non tarderà ad arrivare ma saremmo pronti ad accettare l’idea di mancare le competizioni estive perchè, semplicemente, non ne abbiamo voglia?

Ciascuno di noi, del resto, è in grado di trovare l’ispirazione per ottenere i propri obiettivi in maniera differente: c’è chi aspetta l’incitamento di un compagno di squadra, chi si accontenta di scrivere la bucket list degli eventi in cui gareggiare, chi preferisce attendere che la motivazione arrivi da una qualche voce interiore ma talvolta, bisogna ammetterlo, la scelta vincente è accettare che per una stagione preferiamo il mare e la vacanza ad una seppur gratificante fatica.

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Una leggenda “metropolitana”

Una volta, leggendo un’intervista al Campione del Mondo di triathlon Chris “Macca” McCormack, trovai molto interessante la risposta ad una domanda posta dal giornalista. Quest’ultimo chiese all’atleta come facesse ad avere sempre voglia di allenarsi e Macca rispose che non si sarebbe mai sognato di dire questo, infatti lui stesso passava interi periodi in cui le sessioni di training erano più un dovere che un piacere.

Pensare che i “veri” atleti restino motivati tutto l’anno è una leggenda metropolitana, ma ciò che caratterizza la mentalità dei campioni è superare questi momenti di difficoltà per mantenere la concentrazione ed il focus.

Un prezioso segreto

Si sente parlare spesso del beneficio di “differenziare” gli allenamenti ed in questo senso le acque libere offrono un’occasione d’oro per i nuotatori che hanno trascorso l’inverno in vasca. Purtroppo open water e piscina vengono considerati come due mondi differenti ed inconciliabili, ma cambiare prospettiva può rivelarsi un utile strumento: così come i campioni di corsa integrano il running con altre discipline come il nuoto o la palestra indoor o outdoor, nuotare in acque libere dopo una stagione in vasca può aiutare a mantenere il desiderio di allenarci.

Le open water ci faranno, ad esempio, provare sensazioni differenti in acqua, ci daranno la possibilità di nuotare in libertà senza un bordo contro cui virare e, se proprio abbiamo voglia di gareggiare, di visitare posti nuovi.

Quel “dopo” di cui non si parla

Un ultimo consiglio? Molto, troppo spesso ci soffermiamo su “come restare motivati”, ma non focalizziamo sufficientemente l’attenzione su ciò che accade dopo, sul momento in cui l’obiettivo è raggiunto.

Solitamente, in quei casi, dapprima ci sentiamo euforici e, dopo alcuni giorni, soli e senza alcun limite da superare che ci dia la spinta a tornare in vasca.

Steve Redgrave, cinque volte medaglia d’oro olimpica di canottaggio, una volta raccontò di quanto fosse difficile portare il peso della vittoria: dopo essere stato l’uomo vincente, realizzò che per i quattro anni successivi sarebbe stato lui quello da battere e ciò provocò enormi tensioni emotive.

Se avete raggiunto il vostro obiettivo prendetevi qualche tempo per ritrovare le energie, godetevi il pasto speciale che non vi siete concessi durante la preparazione e, soltanto quando vi sentirete pronti, ritornate in vasca dandovi piccoli obiettivi perché è così che, seguendo le orme dei Campioni, manterrete sempre la motivazione e raggiungerete i vostri speciali e personali traguardi!

Foto copertina: Fabio Cetti | Corsia4

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