La cerimonia di premiazione si è svolta a Miami, Florida, e sono state otto le categorie premiate, ciascuna delle quali ha raccolto i voti di addetti ai lavori e fans via internet.
Vediamo come sono andate le votazioni.
Gara Femminile dell’anno
- Lydia Jacoby – 100 rana (2020 Olympic Games)
- Katie Ledecky – 800 stile libero (2020 Olympic Games)
- Katie Ledecky – 1500 stile libero (2020 Olympic Games)
La ragazza dell’Alaska ha nuotato la gara dell’anno, vincendo un pò a sorpresa i 100 rana a Tokyo, davanti a campionesse come Lilly King e Tatjana Schoenmaker. Lo ha fatto indossando i suoi occhialini fortunati color rosa, regalatigli dal suo idolo Jessica Hardy, che qualche anno fa le aveva predetto il futuro di risultati sportivi.
Gara Maschile dell’anno
- Caeleb Dressel – 100 stile libero (2020 Olympic Games)
- Caeleb Dressel – 100 farfalla (2020 Olympic Games)
- Bobby Finke – 800 stile libero (2020 Olympic Games)
- Chase Kalisz – 400 misti (2020 Olympic Games)
“You got Finked!”, è la frase coniata coniata per descrivere l’incredibile finale di gara che ha regalato a Bob Finke la doppietta nel mezzofondo a Tokyo. Per USA Swimming, la gara dell’anno è stata la finale degli 800, quando l’atleta di Anthony Nesty ha bruciato (o dovremmo dire “Finkato”) il nostro Greg Paltrinieri proprio nei metri finali.
Performance più sorprendente dell’anno
- Bobby Finke
- Katie Grimes
- Lydia Jacoby
- Emma Weyant
È stata indubbiamente una delle sorprese dell’anno, Lydia Jacoby, che prima si è presa il posto ai Trials battendo atlete ben più accreditate come Annie Lazor, e poi addirittura l’oro Olimpico, il tutto grazie ad una rana quantomeno atipica ma molto produttiva.
Premio alla perseveranza
- Annie Lazor
- Erica Sullivan
- Tom Shields
Una delle storie che più ha commosso dello scorso anno, quella di Annie Lazor, che ha raggiunto il sogno Olimpico insieme alla compagna di squadra Lilly King e dopo la morte del padre, avvenuta appena prima dei Trials USA. A lei va il premio per la perseveranza e lo spirito combattivo.
Allenatore dell’anno
- Ron Aitken
- Jack Bauerle
- Todd DeSorbo
- Greg Meehan
- Anthony Nesty
- Gregg Troy
In un parterre d’eccellenze tecniche, Gregg Troy ha indubbiamente meritato la vittoria, giunta al termine del percorso che ha portato Caeleb Dressel alla vittoria di cinque ori Olimpici.
Staffetta dell’anno
- 4 x 200 stile libero donne (2020 Olympic Games)
- 4 x 100 stile libero uomini (2020 Olympic Games)
- 4 x 100 mista uomini (2020 Olympic Games)
La vittoria della 4×100 mista uomini alle Olimpiadi non è una novità: per trovare un vincitore non a stelle&strisce bisogna tornare a Mosca 1980, quando però gli USA non gareggiavano a causa del boicottaggio. Però a Tokyo 2020 l’oro conclusivo dei Giochi era tutt’altro che scontato: gli USA partivano dalla corsia 1 ed avevano una concorrenza quanto mai agguerrita, soprattutto nella Gran Bretagna. Ryan Murphy, Michael Andrew, Caeleb Dressel e Zach Apple si sono spinti fino al world record per avere la meglio dei britannici e dell’Italia, splendido bronzo in una gara a dir poco stellare.
Atleta Femminile dell’anno
- Lydia Jacoby
- Katie Ledecky
- Lilly King
- Regan Smith
È la nona volta che Katie Ledecky vince questo premio, ennesimo riconoscimento per colei che è unanimemente riconosciuta coma la più forte mezzofondista di sempre. Nonostante la concorrenza sempre più agguerrita e le stagioni che passano, Katie Ledecky rimane pressoché imbattibile.
Atleta maschile dell’anno
- Bobby Finke
- Caeleb Dressel
- Chase Kalisz
- Ryan Murphy
In maniera anche abbastanza scontata, il premio di atleta maschile dell’anno va a Caeleb Dressel, volto del nuoto americano e dominatore dei Giochi. La sua grande performance a Tokyo e l’impatto sul mondo del nuoto, sia per le prestazioni che per le sue parole, sono innegabili, così come la valenza di questo premio.
Dressel ha chiuso la serata parlando delle sue esperienze olimpiche. Certo, le medaglie a Rio nel 2016 sono state un grande momento per lui, ma quest’anno a Tokyo è stato diverso. Ha ricordato che i suoi momenti preferiti dei Giochi Olimpici sono stati i piccoli incontri con i suoi membri della squadra. Dressel voleva solo essere un nuotatore… e la sua esperienza olimpica era proprio quella per lui.
Il discorso di Dressel ci ricorda di tutti i piccoli momenti nel nuoto che non scompaiono con l’età o con gli omaggi. Questi atleti, non importa quanto giovani o “vecchi” possano essere, sono persone normali che compiono cose straordinarie.