Chi non ha voglia, dopo tutto questo tempo, di vedere finalmente GARE con in palio TITOLI?
-72 A TOKYO
Mentre in Giappone c’è chi ancora non vorrebbe le Olimpiadi (a Rikako Ikee non piace questo elemento), a Budapest sono iniziati gli Europei con le gare di tuffi – per gli approfondimenti vi rimando a Tuffiblog di Nicola Marconi – i primi organizzati nella bolla. Il rischio contagi c’è, e ci sarà anche a Tokyo, ma gli esempi virtuosi sono ormai numerosi e con l’attenzione giusta vale la pena provare.
Sull’eterno adagio dei “campionati minori” mi sono già espresso, con dei numeri che in parte smentiscono la favola degli Europei pre-olimpici, che varrebbero meno delle altre gare perché organizzati nell’anno dei Giochi.
Anche dando per assunta questa tesi, è lampante come, in un anno come questo, la rassegna continentale diventi un appuntamento più che mai atteso, al quale parteciperanno pressoché tutti i big del nuoto, desiderosi di tornare a gareggiare ad alti livelli dopo così tanto tempo. La forma di molti potrà non essere al top, ma le indicazioni non mancheranno. A guadagnarci sarà lo spettacolo.
Cose per le quali ho più hype? Rana veloce, mezzofondo e staffette, 4×100 stile in particolare.
Le vostre?
CHINA
Tra tutti i risultati dei Campionati cinesi, alcuni dei quali già commentati settimana scorsa, vale la pena di soffermarsi un attimo su Zhang Yufei.
La giovane cinese non è più una candidata – forse la favorita – per la vittoria dei 100 farfalla, ma è il nome destinato a scaldare i cuori dei tifosi in patria, provando a sostituire quello di Sun Yang.
Per lei si attende un’Olimpiade da 5/7 gare, se saranno tutte da protagonista lo vedremo.
MORE THAN AN ATHLETE
Swimming World ha pubblicato un pezzo di opinione nel quale si contesta la scelta degli atleti di protestare sui podi sportivi, in particolare su quello Olimpico. Qualche tempo fa, il CIO ha emesso una nota nella quale vieta agli atleti di inscenare qualsiasi tipo di protesta durante i Giochi, a prevenzione di quanto successo due anni fa durante i mondiali di Gwangju.
L’autore dell’articolo è d’accordo con i Comitato Olimpico, sostiene che sia sbagliato il luogo della protesta e che gli spettatori seguano le gare per intrattenersi e “staccare la testa”, non per ritrovarsi ancora coinvolti in un discorso politico.
Adam Peaty, che si era schierato dalla parte opposta (cioè a favore delle proteste), è il destinatario di questa lettera, e non ha tardato a rispondere.
This was pretty much directed solely at me and my opinion yet hundreds/thousands of athletes have the same viewpoint. The thing is, the issue is not about me. So many athletes at the games will be coming from countries and under governing bodies rife with corruption, racism https://t.co/DOFqNuf3xA
— Adam Peaty MBE (@adam_peaty) May 7, 2021
Su Twitter, il nuotatore britannico ha precisato di non essere l’unico atleta con motivi per protestare, ricordando che alle Olimpiadi partecipano donne e uomini dai più disparati Paesi del mondo, ognuno con il suo trascorso e con la sua problematica. Pur convenendo che ci sono tempi e luoghi più indicati per far sentire la propria voce, Peaty dice che lo sport è uno dei veicoli più potenti per divulgare un’idea, e che di certo non starà in silenzio se ci saranno persone che si dopano a gareggiare contro di lui.
Ancora una volta, l’atleta non è solo atleta, ma sempre più persona attiva, portatore di messaggi, movimentatore di opinioni. Spesso, bisogna ammetterlo, più lungimirante e focalizzato di molti politici.
ISL
Regular Season a Napoli a settembre? WHAAAAAATTTTTT?!?!?! Non sto nella pelle.
See you later!