Welcome back on Fatti di nuoto weekly, la rubrica che parla da tempi non sospetti di diritto di parola ed espressione (degli atleti) senza aver mai ascoltato Fedez né visto Pio ed Amedeo.

Un motivo in più per iscriversi? (è gratis).


INIZIO DISCLAIMER
Non ho niente contro il cantante (ascolto altra musica) e nemmeno i comici (vi sembrerà strano, ma a casa mia l’antenna non prende le reti Mediaset), e non ho niente contro quelli che li ascoltano/guardano.
FINE DISCLAIMER


MORE THAN AN ATHLETE

Spero di far diventare questo paragrafo una piccola rubrica interna. Per riprendere il filo rispetto a quanto detto settimana scorsa, e ribadire quanto gli atleti siano sempre di più da considerare all’interno del discorso politico, vi riporto la notizia di Win Htet Oo, il nuotatore birmano che si rifiuta di andare ai Giochi sotto la bandiera della sua nazione, e nel frattempo accusa il regime tramite un messaggio su Facebook.

C’è tutto in questa cosa: dalla voglia di un uomo che si sente represso di usare la sua popolarità per far passare un messaggio, al mezzo usato (Facebook) che non è certo famoso per la libertà, alla forza dei simboli (i Giochi, la bandiera) che smuovono gli immaginari, catturano le attenzioni e fanno sollevare le opinioni.

Giusto o sbagliato che sia, è il mondo del 2021.

RISULTATI?

Scrivere una rubrica con cadenza settimanale cercando di essere originali non è sempre facile, soprattutto quando l’attualità richiede giustamente il suo spazio. Di solito la mia scelta è quella di tralasciare la cronaca pura – c’è chi la fa meglio e con più puntualità – per dar spazio a discorsi di respiro più ampio. Anche quando, come oggi, è impossibile non parlare di risultati cronometrici.

ARNO

Come spesso accade, è la concorrenza a creare grandi prestazioni, a farti capire che puoi arrivare dove probabilmente non avresti mai pensato di fare. Sta succedendo in Italia, dove la rana è cresciuta grazie ad un effetto traino virtuoso: prima si sono tirati a vicenda Fabio Scozzoli e Nicolò Martinenghi, poi quest’ultimo ha preso il volo e si sta portando dietro una nuova ondata di ranisti, da Pinzuti a Cerasuolo, che da tempo ci mancava. Lo stesso processo, con le dovute proporzioni, si sta verificando in ambito mondiale.

57″90 nei 100 rana, in vasca lunga, è un tempo da alieno, e sono certo che Arno Kamminga possa avere nelle braccia (e nelle gambe) anche qualcosa di meglio, ma mi sento altrettanto sicuro nel dire che non sarebbe arrivato a questo livello se non avesse davanti un mostro come Adam Peaty. Il quale, va ricordato, con 56″88 fa sembrare i tempi degli altri ridicoli anche quando non lo sono. Con Shymanovich e Martinenghi a 58″ basso e Kamminga già sotto i 58″, la finale dei 100 rana di Tokyo è potenzialmente una gara bomba. Si accettano scommesse su quanto servirà per una medaglia di bronzo.

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CHINA

Capisco che per qualcuno possa essere un mondo incomprensibile, e per qualcun altro addirittura da evitare, ma non possiamo far semplicemente finta che il nuoto cinese non esista. Anche perché, ad oggi, i Campionati Nazionali ci hanno già dato un paio di notizie che ci interessano, anche abbastanza da vicino.

C’è per esempio Yang Junxuan che nuota 1’54″57 nei 200 stile, inserendosi prepotentemente nel discorso medaglie/vittoria olimpica. Due mesi fa aveva nuotato praticamente lo stesso tempo, quindi: 1) è in forma adesso perché la sua tattica è spaventare il mondo nella speranza che a Tokyo le altre non si presentino, oppure 2) ha un margine di miglioramento e lo tirerà fuori al momento giusto.

Ok, le finali sono una cosa a parte, Federica Pellegrini ha vinto l’oro a Gwangju in 1’54″22, e in più i 200 sono sempre una gara molto insidiosa, ma la sensazione che ai Giochi si possa tornare sotto l’1’54” è forte.

C’è poi Zhang Yufei che, a differenza della connazionale stileliberista, non si nasconde per niente e dichiara di essere interessata al record del mondo. Per ora si è fermata a 55″73, ma Sarah Sjöström è lì a 55″48. Mi sono già espresso su come i 100 farfalla donne siano tra le gare che attendo di più: continuo a tifare per Maggie MacNeil, a sperare nel ritorno di Sjöström al 100%, a voler vedere l’esplosione definitiva di Shkurdai, a sognare un tempone di Di Liddo, ma Zhang Yufei alla data attuale è quella che mi sembra più pronta per vincere.

Non dimentichiamoci di Wang Jianjiahe, 15’49″07 nei 1500, gara nella quale, se escludiamo Katie Ledecky, la lotta per i gradini del podio è tutt’altro che scontata, e vede coinvolte sia Simona Quadarella che Martina Caramignoli. E poi c’è Xu Jiayu, il dorso più bello di tutti (dopo Ryosuke Irie), per il quale non accetto altri risultati al di fuori dell’oro olimpico.

Quasi dimenticavo, -79 a TOKYO

See you later!

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