Welcome back to Fatti di nuoto Weekly, la rubrica grazie alla quale potete appurare che, nonostante vi sembri impossibile, anche a gennaio accadono cose che hanno a che fare col mondo del nuoto e che vale la pena sapere.

Tipo?

La classifica della coppa brema

Mi è sempre piaciuto guardare le classifiche a squadre della fase regionale della Coppa Brema, ed il motivo è presto detto: si tratta dell’unica graduatoria nazionale che racchiude in un solo posto il quadro generale delle Società italiane.

So che non scopro di certo l’acqua calda, però il fatto di poter, una volta l’anno, avere un’istantanea del nuoto così capillare mi affascina. Le cose che faccio di solito sono due: cerco le squadre che conosco per vedere a che punto della classifica sono e poi la rileggo partendo dal basso.

Sono abbastanza matto?

Michael Andrew & Michael Phelps

Vi ricordate quando Phelps consigliava a Michael Andrew di fare attenzione al suo ultimo 50 nella gestione dei 200 misti? Bene, ai Giochi di Tokyo l’americano ha deluso le aspettative, chiudendo la finale al quinto posto con un tempo (1.57.31) ben al di sopra di quanto invece aveva nuotato ai Trials USA qualche settimana prima.

Dopo sei mesi di riflessione, il velocista statunitense ha dato ragione a Phelps, ammettendo che i consigli del Baltimore’s Kid stanno diventando oggetto dei suoi allenamenti: “Stiamo lavorando su distanze più lunghe, perché ci siamo resi conto che nei 200 misti ho un grande potenziale e sarebbe un peccato non sfruttarlo.” Andrew ha chiuso l’anno con il secondo tempo in graduatoria, ma niente medaglia olimpica per lui.

A Parigi 2024 avrà 26 anni, l’età giusta per centrare un obiettivo che sembra alla sua portata.

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C’è a chi non piacerà questa notizia, a chi sembrerà una mera trovata pubblicitaria, ma dovrebbe esserci ormai chiaro che lo sport, senza i fondi degli sponsor, non può sopravvivere. E allora serviranno sempre più eventi spendibili come prodotto televisivo, vendibili ai broadcaster e appetibili per gli investitori, e non è detto che questo richieda una riorganizzazione di alcune cose che ora diamo per scontate.

Tipo le date dei Mondiali.

Le strane date dei Mondiali

I Mondiali di Fukuoka saranno a maggio 2022, quelli di Doha a novembre 2023: date strane, lontane dalla classica collocazione estiva per motivi diversi (Covid da una parte, condizioni climatiche dall’altra) che potrebbero portare a scelte inedite nel mondo del nuoto.

Sembra, per esempio, che Swimming Australia voglia dare precedenza nel 2022 ai Giochi del Commonwealth, manifestazione storicamente molto sentita dall’Australia e dalla collocazione in calendario più classica (si terranno in estate a Birmingham), a discapito dei Mondiali di Fukuoka.
La decisione fa parte di un ragionamento più ampio, spiegato dal capo allenatore aussie Rohan Taylor: “Stiamo cercando di capire cosa sia meglio per arrivare a Parigi 2024 al top. Ci sono alcuni atleti ai quali fa bene avere un calendario più agile ed altri che vogliono gareggiare di più.” Da qui la possibilità che molti top swimmers possano decidere di saltare Fukuoka, andare in Europa a giugno per gareggiare al Mare Nostrum e guadagnare la qualificazione ai Giochi del Commonwealth, grande obiettivo estivo di tutta la squadra.

La calendarizzazione resterebbe grosso modo la stessa anche nel 2023, quando il Mare Nostrum precederà i Trials di settembre ed i Mondiali di Doha di novembre, e nel 2024, con i Trials a giugno e le Olimpiadi ad agosto. Sarà interessante capire chi tra gli atleti di vertice deciderà di dedicare la primavera agli allenamenti, e rinunciare alla possibilità di giocarsi un Mondiale, e chi invece andrà a Fukuoka, dove comunque il rischio di un Mondiale con diverse assenze è elevatissimo.

Meno probabile l’ammutinamento per Doha 2023: anche se la finestra Mondiali-Olimpiadi sarà la più breve di sempre (solo 9 mesi), sembra più possibile che i grandi nomi decidano di partecipare all’appuntamento iridato pre-Giochi, quello che solitamente mette in acqua i primi scontri di forza in vista della gara più importante di tutte.

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