Per chi suona la campana londinese, segno di inizio delle disfide nella pancia della balena? Non per Giona, che nella pancia della balena ci stava benissimo, ma per tutti quelli che vogliono riscattare l’orgoglio del tricolore.

Oggi lo sciamano vede bagliori dorati, mentre Mecasacchi vede tutto lo staff al completo in tribuna, non manca nessuno, ci sono perfino i due liocorni.

E allora ecco che i gemelli diversi tentano la gamba gigia, versione più cattiva della vecchia sul polpaccio, inventata da Topo Gigio nel 1967. Tutto ciò manda in delirio la Caporale che da qui in poi non si riprende e non riesce a tenere il controllo sugli atleti: non piange più nessuno, la felicità pervade il piano vasca e  il futuro è tutto rose.

Iniziano proprio i due allievi moriniani, che vanno a prendersi due mitili d’oro e argento; e continua una scatenata De Memme, felicissima essendo finalmente sfuggita dal buco del culo della Turchia dove si era rintanata a preparare queste gare sgasando col suo motore diesel a doppia carburazione.

 

Per MecaSacchi la “situation is under control” ma non si direbbe: si scatena anche Barelli che va di citazioni televisive. “Attenti a quei due”, esclama il presidentissimo LEN, FIN, GNAM ecc e infatti se non sta attento Romančuk finirà in pasto a Razza the Razza, usato come arma impropria dal gemello diverso più grosso.

 

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Dotto

Il tempo di essere un filo tristi per il felice Mencarini – suvvia c’è di peggio – ma soprattutto per le finte bandiere del podio – pessima idea, seconda solo alla bruttezza delle medaglie e pari a Razza the Razza – e arriva la perla della serata: no, non è il bronzo della Bianchi, è l’intervista del re delle pippe (non quelle che pensate voi) Ciccarese. E daje, annamo superpower!

Alla prossima, don’t worry, be happy!