Secondo appuntamento con “AcquaRIO, tutti i numeri dei Giochi” dove si parla di… donne!

No, non analizzerò il lato A/B delle ragazze di Rio, anche se forse sarebbe un argomento interessante, ma sfrutto al meglio i dati raccogli dai ragazzi di Nuoto in Cifre per vedere come se la sono cavata le stileliberiste nell’ultima edizione a cinque cerchi e provare a rispondere alla domanda: “è stata l’Olimpiade più veloce di sempre?

Sorprese e certezze! Si possono dividere così i risultati dello stile più veloce in quel di Rio.

Chi l’avrebbe mai detto che i 50 stile li avrebbe vinti una semisconosciuta danese e i 100 NON li avrebbe vinti la neoprimatista Cate Campbell ma una ragazzina di 16 anni a pari merito con una statunitense afroamericana?
Coraggioso invece chi solo pensava che Katie Ledecky non potesse NON vincere, anzi stravincere, 400 e 800 stile come infatti è stato.

La via di mezzo? I 200 stile, l’unica davvero a metà strada fra la sorpresa che poteva essere la Sjöström e perché no, se avesse vinto Fede per me sarebbe stata una sorpresa, e certezza Ledecky qui non era vittoria scontata come nelle distanze più lunghe.

STILE LIBERO DONNE

I 50 stile li ha vinti Pernille Blume.

Chi? Una che nel 2015 ha chiuso al 19° posto il ranking mondiale della distanza e che per salire sul gradino più alto del podio stampa 24’’07 che è il decimo tempo all-time.

Vittoria clamorosa, e la sua espressione all’arrivo la dice tutta, anche perché allunga la striscia di campionesse olimpiche europee in questa distanza che dura da Sydney: Inge de Bruijn nel 2000 e nel 2004, Britta Steffen nel 2008 e Ranomi Kromowidjojo nel 2012.

 

E non vince per mancanza di rivali: mai come in questa occasione per entrare in semi si è dovuto andare così forte, 24’’82 di Etiene Medeiros prima e unica volta sotto i 25’’!!!

Nei 100 stile tutti si aspettavano, giustamente, Cate Campbell, neoprimatista mondiale pochi mesi prima di volare a Rio.
L’australiana ha “steccato” la gara ma le sorprese non finiscono qui: oro ex aequo come a Los Angeles 1984, tra la baby – solo per l’età – Penny Oleksiak e la prima afroamericana campionessa olimpica nel nuoto Simone Manuel.

 

La gara è stata anche la più veloce di sempre guardando i tempi di accesso a semifinale e finale, sia Mondiali che Olimpiadi, mentre il 52’’70 valido per vincere è il migliore – e nel caso della Oleksiak WR Junior – di sempre a livello olimpico!

Note dolenti nei 200 stile: ahinoi tutti sappiamo che Federica Pellegrini ha mancato l’appuntamento con la medaglia, che però a bocce ferme e tempi alla mano, non era proprio così scontata come i meno attenti e più critici potevano sostenere.
Fede poteva fare certo di meglio, ma sta di fatto che per mettersi al collo almeno il bronzo ci voleva il crono più veloce di sempre in una competizione internazionale: 1’54’’92, prima volta sotto al muro dell’ 1’55’’.

Che il livello fosse alto si era capito già dalle batterie, con l’ultimo crono utile mai così basso (1’57’’74 della MacLean) e anche per la finale non si scherzava, più lente solo che a Roma 2009.
Interessante la progressione rispetto ad Atene 2004: con l’1’58’’03 dell’oro della Potec qui a Rio non si sarebbe nemmeno andati in semifinale: tra tempo utile per la semi, quello per la finale e quello per il bronzo c’è un abbassamento medio di circa tre secondi!!!

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Scendiamo sul pianeta Ledecky andando alla ricerca di qualcosa di interessante nei 400 stile, che non siano i soliti primati di questa marziana!

Katie intanto è l’unica a replicare il successo di mondiale di Kazan e lo fa con tanto di WR… che novità!

Ma tolta lei la gara è velocissima: c’è voluto il tempo più basso di sempre per andare in finale (4’04’’36 di Tasmin Cook), crono più basso dell’oro della Manaudou ad Atene e di poco più alto rispetto a quello della Adlington nel 2008.

Anche il bronzo è stato un’impresa e solo la Roma 2009 gommata chiedeva un tempo più basso.

Con gli 800 stile vinti in una fuga solitaria, Katie Ledecky completa un tris (200-400-800) che mancava da Città del Messico 1968 con la connazionale Debbie Meyer. E con un tempo che le vale il nuovo WR ed è davvero inarrivabile per le altre.

Spesso si è parlato, un po’ a vanvera, di come lei fosse l’anello di congiunzione tra il nuoto maschile e quello femminile. Be’ in questo caso e con quel tempo (8’04’’79) Katie si sarebbe piazzata 29ª tra gli uomini ai Mondiali di Kazan dello scorso anno, e senza andare a scavare negli albori del nuoto, solo nel 2005 a Montreal sarebbe stata tra i primi 20!

E se tra lei e le altre c’è un abisso – o un mondo intero come ci ha rivelato Cento Sciolto – quella di Rio è stata la finale con il tempo di accesso più veloce di sempre: 8’25’’55 della Belmonte Garcia e anche il migliore per salire sul podio, l’8’16’’37 della Kapas.

Si può dire tranquillamente che lo stile libero femminile a Rio è stato il più veloce di sempre, e non solo per una normale evoluzione e crescita del movimento. Il fenomeno Ledecky ha contribuito ad abbassare il livello medio delle prove di mezzofondo, mentre nelle gare veloci si è assistito ad un bel ricambio generazionale pur rimanendo su tempi molto veloci.

Di cinque ori ben tre sono stati vinti con tempi più bassi rispetto ai corrispettivi di Londra (100-400-800) e per arrivare al bronzo ci è voluto in tutte le gare un tempo più basso di quello londinese!

Bene ora mi riprendo da questa congestione di numeri e ci rivediamo presto con tutto quello che hanno combinato dalla loro posizione privilegiata, i dorsisti – maschi e femmine – di Rio 2016!

(Foto copertina: G. Scala | Deepbluemedia.eu | Testo: A. Foglio)