Da Alessandria, dove muove i primi passi fino a Tortona, quando arriva la prima chiamata in Nazionale giovanile per i Giochi Europei di Baku 2015: un talento difficile da non vedere e che promette in grande negli anni a venire, proprio come il quasi coetaneo Nicolò Martinenghi. Insieme sul podio degli EuroJunior 2016 di Hódmezővásárhely. Da lì in poi alti e bassi, un passaggio a Plymouth sotto la guida di coach John Rudd (ex allenatore di Rūta Meilutytė) fino all’arrivo a Imola, nel gruppo di ranisti di Cesare Casella.
E dopo i suoi primi Europei, ecco il colpo di coda che lo porta dritto dritto a Tokyo, con il 59’’31 del Settecolli che lo spedisce alle sue prime Olimpiadi!
Ciao Fede! Intanto complimenti: quale sono state le tue sensazioni a caldo dopo questa chiamata? Te lo aspettavi?
Ciao! La sensazione è indescrivibile! Un po’ me lo sentivo già, dopo la gara era nell’aria. Ma quella sera ero in giro con un amico, quando ho visto il messaggio quasi mi mettevo a piangere, io che non sono uno che da molto a vedere le sue emozioni, nemmeno per quanto riguarda il nuoto! Sicuramente prima del Settecolli non me lo aspettavo, arrivavo da un post Europeo con un evolversi di infortuni ed ho cercato più che altro di mantenere la condizione. Cosa che sto facendo anche adesso.
Una qualifica acciuffata all’ultimo respiro, come è stata la tua stagione?
Un po’ difficile: ad ottobre mi son fermato due settimane per una quarantena, e da lì è iniziato un periodo complicato dove non c’ero molto con la testa. Ho deciso di approfittarne dunque per staccare un attimo e fare un operazione al naso che mi ha tenuto fermo altre settimane ma che mi ha permesso di riprendere a respirare al meglio. Ho saltato infatti le gare di dicembre e mi sono rimesso in vasca per arrivare anche se un po’ freneticamente agli Assoluti di aprile. Fortunatamente il CT Butini mi ha chiamato per gli Europei, dove seppur chiudendo sempre terzo fra gli italiani mi sono potuto confrontare con atleti di livello assoluto e fare molta esperienza.
Ho girato molto, sinceramente ce ne sono tante di belle esperienze, come quella inglese che si è chiusa male perché il coach ha mollato a metà stagione. Lì per lì la presi male, ma ripensandoci è stata un’esperienza importantissima sia a livello culturale che tecnico. La svolta è stata sicuramente la conoscenza con Fabio (Scozzoli) e Cesare (Casella). Qui ho trovato la mia stabilità!
Scozzoli come compagno di allenamenti e Martinenghi come punto di riferimento: quanto ti è stato utile averlo come rivale in questi anni?
Io e lui abbiamo fatto tante gare insieme, sul podio insieme agli EuroJunior, è sempre stato inarrivabile e ora anche di più. Adesso deve solo prendersi quello che si merita a livello internazionale. Io in realtà sono uscito un po’ da quell’ottica, non guardo più troppo gli altri ma mi concentro solo su me stesso!
In verità mi ha aiutato perché sono arrivato alla gara clou senza avversari: Fabio lo scorso anno era in formissima ma quest’anno come sappiamo tutti è infortunato ai gomiti. Alessandro (Pinzuti) ha fatto un grande Europeo, sembrava il disegnato per i Giochi ma al Settecolli non è riuscito a ripetersi. Diciamo che io sono stato bravo a fare il tempo quando serviva, poi un po’ di fortuna ci vuole sempre!
E se i Giochi sono, ovviamente l’obbiettivo massimo del momento, guardando poco più avanti ti vedremo per esempio a Napoli all’ISL?
Sicuramente dev’essere un’esperienza fantastica: posso anticipare poco perché devo ancora parlare con il mio gruppo sportivo (GS Fiamme Azzurre) ma qualcosa bolle in pentola!
Bene Fede, siamo pronti a vedere a Tokyo magari con una nuova matricola dopo quella di Budapest?
Non lo so, spero che a distanza di due mesi non me ne tocchi un’altra!
Non sarà comunque un taglio di capelli a fermare la rana di Federico Poggio, pronta a prendere il volo in quel sogno che tutti hanno da bambini e che finalmente diventerà realtà!
In bocca al lupo!
Foto: Fabio Cetti | Corsia4