Calato il sipario sulla XIII edizione del Campionato mondiale, a Windsor si è virtualmente chiusa la stagione in vasca corta del 2016.

È quindi giunto il momento per tracciare un bilancio di quanto ha offerto a livello storico-statistico il nuoto in vasca da 25m nell’anno agonistico consacrato invece a quella olimpica di Rio de Janeiro, di cui ci siamo occupati a settembre/ottobre (leggi QUI).

Il tabellino dei primati mondiali riporta queste cifre:

4 migliorati, 1 eguagliato e 1 … ‘virtuale’.

Ad aprire la stagione nel migliore dei modi è stata la giamaicana Alia Atkinson che proprio nella prima giornata della prima tappa di World Cup, il 26 agosto a Chartres, ha eguagliato con 1’02’’36 il record nei 100 rana.

Un tempo che poteva farla passare alla storia come AequAlia, visto che ripeteva al centesimo quello della vittoria iridata di due anni fa a Doha (era il 6 dicembre), quando riuscì a precedere colei che con quello stesso crono, realizzato il 12 ottobre 2013, era (e continua a essere in coabitazione) la primatista mondiale, ovvero Rūta Meilutytė.

Poteva… Perché esattamente due mesi dopo, il 26 ottobre, nella tappa di World Cup di Tokyo, la Atkinson si è invece tolta la soddisfazione di conquistare un primato mondiale tutto suo, portando a 28’’64 il limite dei 50 rana, che si è poi rivelata la distanza di gara nella quale il 2016 ha visto il maggior numero (5) di nuovi inserimenti nel ranking mondiale dei Top 10 all-time.

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Sempre a Chartres, la giamaicana si era inoltre distinta anche per un eccellente 57’’84 nei 100 misti, che le vale il record continentale americano e la sesta piazza nella graduatoria di ogni tempo.

Proprio i 100 misti nel mese di agosto, ma nella tappa di World Cup di Berlino, hanno visto cadere il primato maschile ad opera di Vladimir Morozov che con 50’’30 ha detronizzato il tedesco Markus Deibler (50’’66 a Doha il 7 dicembre 2014), facendo sventolare anche la bandiera russa nell’albo dei mondiali in vasca corta.

Oltre al primato nei misti nel suo percorso in World Cup, Morozov ha fatto segnare un crono statisticamente rilevante anche nei 100 rana, nuotando a Pechino il 1° Ottobre quel 56’’33 che lo colloca al 4° posto del ranking all-time ed è la migliore prestazione europea in tessuto. Tempo cui è rimasto distante a Windsor, dove era atteso, lui fresco vincitore della sua prima World Cup, a ben altri risultati collezionando a livello individuale solo due argenti (50 stile libero e, appunto, 100 rana) che gli hanno fatto meritare il titolo di Flop della rassegna (leggi l’articolo Top & Flop).

Perso quello di Markus – ora in casa Deibler è rimasto Steffen come primatista (50 farfalla) – la Germania ha però mantenuto intatto il numero di record mondiali maschili detenuti grazie all’impresa di Marco Koch che a novembre nella capitale tedesca, in occasione del Campionato nazionale valido per la qualificazione al mondiale di Windsor, ha migliorato il primato nei 200 rana, ora arrivato a 2’00’’44 appena quattro centesimi meglio del precedente di Dániel Gyurta (2014).

Il tedesco ha poi trionfato in Canada sia nei 100 che nei 200, ma senza exploit cronometrici, come invece è riuscito a fare Chad Le Clos. Il sudafricano non solo ha bissato lo slam di Doha vincendo tutte le gare nella farfalla (e nei 200 è andato a due decimi dal suo record), ma è stato anche autore dell’unico primato mondiale realizzato nella vasca di Windsor: nei 100 è infatti andato vicino ad abbattere il muro dei 48 (48’’08), migliorando di ben 36 centesimi il suo precedente limite del 2014.

E a prescindere dal primato mondiale, i 100 farfalla sono stati una delle gare tecnicamente di maggior livello della rassegna iridata, come testimonia l’impatto che ha avuto sulla Top 10 all-time, con l’ingresso di Adam Barrett (il tempo del britannico vale il primato europeo in tessuto) e di David Morgan (primato australiano e continentale per lui).

Chi ha seguito le gare in tv o anche solo letto attentamente le cronache sui risultati di Windsor si starà chiedendo come mai abbiamo “obliato” dal nostro elenco di primati mondiali del 2016 quello della 4×50 mista femminile ottenuto dalla staffetta statunitense, vincitrice dell’oro con 1’43’’27.

È presto detto, quello celebrato in Canada non è infatti il miglior tempo realizzato nella storia della distanza: dal punto di vista statistico non riteniamo infatti logico assecondare il massimo organismo del nuoto mondiale, fingendo che sia primato mondiale un tempo superiore al record europeo dell’Olanda (1’42’’69 a Istanbul 2009), solo perché al momento di riconoscere i record anche nelle staffette 4×50, ovvero nel 2014, non si sono premurati di fissare come standard-time quanto già nuotato a livello internazionale.

Nel 2016 non ha stabilito nuovi record mondiali (ne detiene 5!), ma non c’è dubbio che la regina incontrastata del nuoto in vasca corta è lei. Dopo aver vinto l’ennesima (per la precisione, la quinta consecutiva) edizione della World Cup, circuito nel quale ha abbondantemente superato l’incredibile cifra di 200 vittorie, Katinka Hosszú ha coronato il suo inseguimento al vertice assoluto degli ori iridati in gare individuali e con i 7 (!) vinti a Windsor la magiara è diventata l’atleta più titolata della manifestazione (13), scalzando la statunitense Jennifer Thompson (8).

Chi torna dal Canada con un bottino sensazionale è Tae-hwan Park: per il sudcoreano 3 ori nei 200, 400 e 1500 stile libero – tris senza precedenti nella storia della manifestazione – impreziositi da prestazioni cronometriche di altissimo livello (spicca il 14’15’’51, 4° tempo all-time nella distanza più lunga), che gli valgono 4 primati continentali (oltre a quelli delle distanze in cui si è imposto, ha ottenuto anche quello asiatico negli 800m al passaggio).

E a proposito di primati continentali è stata un’edizione memorabile anche per la statunitense Kelsi Worrell che ai 3 argenti individuali conquistati nelle gare a farfalla ha accoppiato altrettanti record americani, entrando al 5° (100), 6° (200) e 7° (50) posto delle graduatorie mondiali all-time.

Per l’Italia il 2016 ha visto finora (la nostra stagione non si è infatti conclusa, visto che in vasca corta si disputa entro il 23 dicembre la fase regionale del Campionato Nazionale a Squadre) il miglioramento di 5 primati nazionali, tutti al femminile.

A quello nei 1500 stile libero di Simona Quadarella (15’49’’92, Roma 27 novembre), stabilito in una prova tempo nell’ambito di una manifestazione di qualificazione al Campionato regionale del Lazio, si sono aggiunti i quattro conseguiti nel mondiale di Windsor: quello individuale di Silvia Di Pietro per l’argento nei 50 stile libero (23’’90) e i tre nelle staffette femminili: 4×50 stile libero, 4×50 mista e 4×100 mista.

Oltre che per i record nazionali, a Windsor l’Italia del nuoto ha potuto gioire anche per il miglior tempo nuotato in tessuto nei 200 stile libero da Federica Pellegrini: grazie al suo 1’51’’73 (che avvicina il suo 1’51’’17, ex primato mondiale) è infatti arrivata sul collo della fuoriclasse azzurra l’unica medaglia d’oro che ancora mancava alla sua già irripetibile carriera.
E proprio nel momento del suo ultimo trionfo non si può fare a meno di pensare che questo ennesimo exploit è figlio della decisione di continuare a gareggiare maturata da Federica Pellegrini dopo la delusione patita per il mancato podio di Rio, dove aveva comunque scritto una pagina indelebile nella storia del nuoto ai Giochi Olimpici diventando l’unica stileliberista a disputare 4 finali consecutive.

Con il titolo iridato conquistato a Windsor, Federica Pellegrini è infatti entrata nell’esclusivo club delle nuotatrici capaci di vincere una gara individuale nelle tre manifestazioni planetarie.
È la 19esima ad essere salita, almeno una volta, sul gradino più alto del podio in un’Olimpiade, in un Campionato mondiale in vasca lunga e in un Campionato mondiale in vasca corta: il nome dell’azzurra è ora scritto anche in questo capitolo della storia del nuoto accanto a quello di:

  • 3 statunitensi (Coughlin, Evans e Soni),
  • 3 australiane (O’Neill, Thomas e Trickett),
  • 2 olandesi (De Bruijn e Kromowidjojo),
  • 2 cinesi (Le, Ye)
  • 1 Costarica (Poll), Germania (Steffen), Gran Bretagna (Adlington), Lituania (Meilutytė), Svezia (Sjöström), Ucraina (Kločkova), Ungheria (Hosszú) e Zimbabwe (Coventry).

(Foto copertina: Deepbluemedia.eu)

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