Bentornati sulle colonne di Fatti di nuoto Weekly, la rubrica settimanale che, tra un Mare Nostrum e una Open Water World Cup, ha anche avuto il tempo di ragionare su un dilemma ancestrale: scuola o sport?

La nostra risposta è qui.

Sport e/o scuola

Lo spunto, come sempre, ce lo dà l’attualità. Matteo Restivo e Lorenzo Zazzeri hanno vinto il premio AEES – Atleta Eccellente, Eccellente Studente – come esempi di atleti di enorme livello che hanno ottenuto risultati scolastici altrettanto prestigiosi. Sono stati premiati rispettivamente nella categoria Laurea Magistrale e Laurea Triennale a Roma, nella sala d’onore del CONI, da Giovanni Malagò e Federica Pellegrini.

Di quanto sia complicato e sfidante ottenere risultati come atleta e contemporaneamente come studente ne abbiamo parlato in diverse occasioni sia con Restivo che con Zazzeri, e ne è sempre emerso che non ci sono scorciatoie o formule magiche. Applicazione, tenacia, forza di volontà sono quasi sempre gli ingredienti principali di un cammino di questo genere, e va dato merito a loro e alle rispettive famiglie per quanto ottenuto in entrambi i campi.

Detto questo, mi piacerebbe fare un discorso onesto e per una volta privo di retorica. Come ci sono esempi positivi di cui sopra, purtroppo non sempre la “combo” sport e scuola porta i frutti desiderati, anzi. Sono infiniti i casi di sportivi che completano percorsi scolastici forzati, spinti più dalla necessità del “pezzo di carta” a tutti i costi che dalla reale aspirazione accademica.

La società in cui viviamo è altamente competitiva, e spesso bada di più alle apparenze che alla sostanza. Sta a chi educa cercare di indirizzare i giovani nel percorso corretto, a volte consigliando scelte non popolari o a volte non consigliando per niente e lasciando che sia quello che sia. Avremmo, per esempio, avuto una Federica Pellegrini se i suoi genitori l’avessero costretta a studiare oltre le scuole superiori? E quanti ragazzi vengono iscritti a percorsi scolastico-sportivi per obbligo, quando invece lo sport non è palesemente la loro strada?

Scegliere comporta sempre un rischio, ma spesso le scelte forzate sono anche quelle che fruttano meno risultati.

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A proposito di risultati, se volete avere una panoramica di quanto successo nell’ultima settimana ci sono i nostri report, Open Water World Cup Golfo Aranci, Mare Nostrum Monaco e TYR Pro Swim di Mission Viejo.

Le impressioni che mi sono rimaste sono essenzialmente due.

La prima è che mi sembra che nessuno, e dico nessuno, abbia l’intenzione di andare piano quest’anno. Forse è il nuoto che sta puntando verso una direzione sempre più competitiva e di conseguenza gli atleti sono stimolati a darsi battaglia anche lontano dagli appuntamenti principali, o forse semplicemente si sente l’avvicinarsi di Parigi 2024. In ogni caso, tra vecchie volpi e giovani pantere, di materiale ce n’è a iosa.

La seconda è sulle Open Water.

L’ho già detto e lo ribadisco: ci sarebbe a mio avviso la potenzialità per trasformare il nuoto di fondo in una versione acquatica del ciclismo delle grandi corse a tappe. I personaggi ci sono già, e molti altri ne verrebbero attratti, gli scenari certo non mancano e la spettacolarità dello sport è in costante crescita. Io ci farei una bella pensata.

See you later!

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Foto: Fabio Cetti | Corsia4